La sede di Fca ad Auburn Hills in Usa

Fca, Great Wall interessata al Gruppo ma dal Lingotto rispondono “nessun contatto”

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NEW YORK - Great Wall punta a Fca e al marchio Jeep, l’icona del “Made in Usa” e motore di crescita del gruppo italiano. «Abbiamo sempre avuto l’interesse e l’intenzione di acquistare Fca» afferma un portavoce della casa automobilistica cinese. Il Lingotto precisa di «non essere stato approcciato», ma solo il riemergere dei rumors mette le ali al titolo in Borsa: a Piazza Affari Fca guadagna il 6,92%, a Wall Street avanza del 6,84%.

Fca «non è stata approcciata da Great Wall Motors riguardo al brand Jeep o ad altre questioni relative al suo business» afferma il Lingotto in una nota, sottolineando di «essere impegnato nel perseguire il suo piano 2014-2018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna e al cui completamento mancano solo 6 trimestri». Gli analisti guardano proprio al 2018 e oltre, a quando l’amministratore Sergio Marchionne lascerà l’incarico. Secondo gli osservatori, uno degli obiettivi di Marchionne prima della sua uscita è quello di massimizzare il valore del gruppo per gli azionisti. E proprio per questo potrebbe optare per ripetere il successo dello spin off di Ferrari anche con Jeep. Il marchio che produce il Gran Cherokee varrebbe infatti da solo - secondo le stime di Morgan Stanley - più del gruppo del suo complesso, così come Ferrari ha una capitalizzazione di mercato maggiore di Fca. Proprio per questo non sorprende l’interesse di Great Wall per Jeep, uno dei marchi che ha fatto la storia americana e che affonda le sue origini durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le auto Jeep sono state usate per combattere il comunismo in Corea e in Vietnam e sono state oggetto di interesse da parte di più case automobilistiche. Il fatto che siano finite in mani italiane, confluendo nel gruppo Fca, è stato digerito già a fatica ma un eventuale passaggio ai cinesi sarebbe un duro colpo. E all’amministrazione Trump non passerebbe inosservata: un’eventuale cessione si scontrerebbe frontalmente con la politica “America First” della Casa Bianca. Una vendita di Jeep ai cinesi potrebbe incontrare potenziali resistenze anche in Europa.

«Dobbiamo avere campioni europei e abbiamo il dovere di non cedere il nostro patrimonio industriale e il Know-How: pur con buoni rapporti con la Cina non dobbiamo indebolire il tessuto industriale cedendo un gruppo soprattutto italiano in mani cinesi» afferma il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Pechino per il momento non si pronuncia su un eventuale suo appoggio a Great Wall, anche se di recente non ha nascosto la volontà di sostenere le aziende cinesi ad acquistare asset all’estero nei loro settori industriali e a gestirle per «lasciare il segno», come fatto da Geely fin dall’acquisizione di Volvo nel 2010. L’interesse di Great Wall riapre le speculazioni su un possibile “spezzatino” per Fca e su una nuova ondata di risiko nel settore dell’ auto, come più volte sollecitato da Marchionne negli ultimi anni.

«La Cina è l’ultima speranza per Marchionne» per vendere Fca prima della sua uscita dal gruppo, mettono in evidenza un analista con il Financial Times, ricordando come il corteggiamento a General Motors e Volkswagen non si è tradotto per Fca in risultati concreti. Le opzioni non cinesi per un possibile acquirente «sono andate esaurite» aggiunge il Financial Times, ricordando come Fca ha avuto contatti negli ultimi mesi con altre case automobilistiche, fra le quali Geely, Tata Motors e PSA. «Il problema è che la lista delle aziende da contattare si è molto accorciata».
 

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Martedì 22 Agosto 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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