Il quartier generale di Mazda

Toyota-Mazda, scambio azionario, progetti condivisi e nuova fabbrica in Usa

di Nicola Desiderio
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TOKYO - Toyota e Mazda diventano alleate dando sostanza finanziaria ed industriale all’accordo siglato nel maggio del 2015 con l’obiettivo di “sviluppare e costruire auto migliori” e ai rapporti precedenti con i quali Mazda utilizzava il sistema ibrido Toyota per la sua Axela (la Mazda3) in Giappone e, in cambio, forniva alle Tre Ellissi la Yaris iA, una piccola tre volumi su base della Mazda2 prodotta a Salamanca in Messico, dove viene fabbricata anche la CX-3.

Nuove azioni, nuovo stabilimento. A sigillare questa unione ci sarà un accordo azionario con il quale i due costruttori procederanno all’emissione di nuovi titoli per un valore paritario, circa 50 miliardi di yen per ognuno (382 milioni di euro al cambio attuale). Vista la differenza di dimensione, questo darà diritto a Toyota di superare il 5% di partecipazione all’interno di Mazda che invece peserà molto meno a Nagoya, meno di un ventesimo (5,34% contro 0,25%). L’alleanza inoltre porterà alla creazione di una joint-venture produttiva da 1,6 miliardi di dollari per un nuovo stabilimento negli USA con una capacità di 300mila veicoli e 4mila nuove assunzioni. Il nuovo impianto sarà operativo nel 2021 e produrrà crossover, ma non è ancora deciso dove sarà eretto. Molto peseranno le politiche di marketing territoriale che i diversi stati e le varie amministrazioni locali metteranno in campo per accaparrarselo.

Futuro congiunto, a tutto campo. La costruzione del nuovo stabilimento non cambia i piani produttivi di Toyota legati alla fabbrica già in costruzione in Messico a Guanajuato dove però sarà costruito il pick-up Tacoma al posto della Corolla, come previsto inizialmente. L’alleanza inoltre prevede che Toyota fornisca Mazda di un veicolo commerciale per il mercato giapponese, ulteriori incroci produttivi e di sviluppo dei nuovi prodotti e soprattutto collaborazione per i campi fondamentali del futuro ovvero l’elettrificazione, la connettività e la guida autonoma. L’accordo parla espressamente di unione degli sforzi per lo sviluppo dell’auto elettrica, della progettazione di nuovi sistemi infotelematici, di sistemi di sicurezza e dei sistemi di connessione tra i veicoli (V2V) e dei veicoli con l’infrastruttura (V2G), aspetto che coinvolge direttamente i nuovi servizi e la guida autonoma.

Una nuova dimensione mondiale. La nuova alleanza arriva al momento giusto per Mazda, azienda da 1,55 milioni di auto all’anno, dimensione difficilmente sostenibile per un costruttore di massa presente in tutto il mondo alla vigilia di grandi cambiamenti che necessitano enormi investimenti. Dal punto di Toyota, questo vuol dire sostanzialmente creare un gruppo da 12 milioni di auto (dunque supremazia mondiale), mettere le mani su una nuova generazione di motori a benzina e allargare la massa critica dove scaricare il peso degli investimenti necessari alle piattaforme e alle tecnologie del futuro, ovvero guida autonoma, auto elettrica e connettività. Assai probabile che questo possa cambiare anche il quadro delle alleanze per Toyota e quella della presenza produttiva di Mazda, ritiratasi dall’Europa in occasione del lancio della Mazda2 di precedente generazione. Le possibilità di incrocio e maggior sfruttamento degli impianti di Toyota di certo non mancano.

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Mercoledì 9 Agosto 2017 - Ultimo aggiornamento: 10-08-2017 14:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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