Santanché, i magistrati di Milano chiedono il rinvio a giudizio per truffa ai danni dell'Inps sulla cassa integrazione Covid

Secondo i pm si sarebbe configurata una presunta truffa aggravata sulla gestione della cassa integrazione nel periodo della pandemia

Venerdì 3 Maggio 2024
Santanché, i magistrati di Milano chiedono il processo per truffa

La Procura di Milano chiede di processare Daniela Santanché. I pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo e per altre due persone, tra cui il compagno di Santanché Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo Covid. Ora la questione passa all'ufficio gip cui spetterà decidere se processare o archiviare gli indagati. 

Milano, chiesto il rinvio a giudizio per Santanché

La richiesta di rinvio a giudizio per l'ipotesi di truffa ai danni dell'Inps - in relazione a presunte irregolarità nell'uso della cassa integrazione in deroga Covid - riguarda oltre alla ministra Santanchè, anche il compagno dell'esponente di FdI Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo, mentre le due società sono Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl.

Nell'indagine, coordinata dalla procuratrice aggiunta di Milano Laura Pedio e dai pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo - e quindi continuando a lavorare - causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'ente pubblico.

Il fascicolo, le indagini della Guardia di finanza riguardano il periodo tra il maggio del 2020 e il febbraio del 2022, era nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con Kunz e aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione per la pandemia.

Uno schema che sarebbe stato replicato per sei ex dipendenti di Editore e altri sei di Concessionaria.

Visibilia, Procura chiude indagini sulla Santanchè: ipotesi truffa sulla cassa Covid ai danni dell'Inps

Accuse da cui la senatrice si era difesa, lo scorso luglio, in Parlamento. Nella chiusura indagine la ministra (ex amministratrice sia di Visibilia Editore che di Concessionaria) e il compagno (che l'aveva sostituita come ad di Editore) risultano indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato insieme a Concordia, responsabile della gestione del personale di entrambe le società - che devono rispondere per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti - per aver indebitamente percepito dall'Inps, secondo l'ipotesi accusatoria, somme a titolo di cassa integrazione per 126,4 milioni di euro, pari a oltre 20mila ore complessive per i 13 dipendenti.

Dopo l'interrogatorio di Concordia dello scorso 24 aprile in procura, davanti ai titolari dell'indagine, oggi la procura trae le sue conclusioni sul caso e passa la palla al gip. C'è la conclusione indagine, ma non il rinvio a giudizio, invece, per l'altro filone d'indagine che coinvolge la senatrice con riguardo all'accusa di falso in bilancio di Visibilia. Sul fronte civile, poi, sono ancora in via di definizione le vicende economiche che riguardano le società dell'ex galassia Santanchè.

Salvini: «Non chiediamo le dimissioni»

«No, non si dovrebbe dimettere. Lascio a lei la valutazione. Io sono addirittura a processo, oltre al rinvio a giudizio... sono un potenziale condannato. Quindi sceglierà lei. Non chiediamo le dimissioni di nessuno». Così il leader della Lega Matteo Salvini a margine della presentazione del suo libro alla Bocciofila Martesana di Milano replicando a chi chiedeva se la ministra Daniela Santanchè dovrebbe dimettersi dopo che la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo Covid.

Tajani: «Nessun imbarazzo del governo»

«Le opposizioni le chiedono ogni due minuti le dimissioni. C'è una richiesta, quando ci sarà una decisione poi ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo. È una questione di sensibilità personale, sarà Santanchè a decidere. Io sono garantista, come ho fatto con Decaro non vado ad accanirmi con le persone». Lo ha detto Antonio Tajani arrivando alla sala dell'atleta dei gruppi alla Camera.

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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