Akio Toyoda, Presidente di Toyota e nipote del fondatore dell azienda

Akio Toyoda: «Sento che questa è la nostra 24 Ore. Noi detestiamo perdere»

di Akio Toyoda
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NAGOYA - Non ho mai avuto l’opportunità di assistere personalmente alla 24 Ore di Le Mans perché ogni anno l’evento coincide con l’assemblea degli azionisti Toyota. Lo scorso anno non ha fatto eccezione. Verso le 22:00 di quel giorno ero a casa, seduto di fronte alla TV, e stavo già pregustando il dolce sapore della vittoria, la prima della nostra storia. Avevo il telefono in mano ed ero in costante comunicazione con il team.
 

 

Oltre ad aver gareggiato in prima persona ho assistito a troppe gare per non sapere che dalla partenza fino alla bandiera a scacchi può succedere di tutto, ma questa volta avevo davvero la sensazione che avremmo vinto. Una sensazione che andava crescendo, soprattutto dopo l’ultimo pit stop effettuato dalla Porsche in seconda posizione. Poi, all’improvviso, ho visto la nostra macchina rallentare e dall’abitacolo il pilota gridare “No power” attraverso la radio. La macchina si è fermata poco prima della linea di partenza quando mancavano solo tre minuti allo scoccare delle 24 Ore.
 

 

Sono rimasto scioccato. Ricordo ancora la sensazione straziante, non riuscivo a trovare le parole che avrei voluto dire ad ogni singolo componente del team: ai piloti, ai meccanici, agli ingegneri, ai nostri fornitori e a tutti quelli che avevano dato tutto per compiere un’impresa che sapeva di miracolo. Non ho capito subito cosa fosse successo, ma quando ho visto la gioia e i festeggiamenti da parte del team Porsche ho realizzato che il nostro sogno era svanito. Era la nostra 18ma partecipazione alla gara, e ad oggi i nostri risultati migliori non vanno oltre il secondo posto. I nostri tifosi continuano a sostenerci e per questo li ringrazio di cuore, non smettono mai di incitarci e sono di grande ispirazione per «conquistare finalmente il gradino più alto del podio!». La mia passione è paragonabile alla loro e la mia delusione per come si è conclusa la gara del 2016 è stata immensa.

Mr. Uchiyamada, il padre dell’ibrido e colui che si è occupato di lanciare il progetto Le Mans, era presente all’evento e ricordo di avergli chiesto di preparare una dichiarazione per la stampa. Dopo la terribile delusione decisi però di occuparmene io come rappresentante dell’intera famiglia Toyota, perché un episodio del genere ha toccato il cuore di ogni singolo componente di questa grande famiglia, inclusi tutti i nostri sostenitori.

Ecco ciò che dichiarai quel giorno: «Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutti coloro che ci hanno fornito un supporto straordinario per l’intera durata di questa 24 Ore di Le Mans. Il team Toyota GAZOO Racing ha profuso il massimo impegno per interrompere la serie di sconfitte in questa gara e ha dato tutto per invertire questa tendenza. Tutti noi, i meccanici, gli ingegneri, i piloti, i fornitori e chiunque fosse coinvolto nel progetto, abbiamo fatto enormi sacrifici per ottenere i miglioramenti che ci hanno consentito di realizzare una macchina altamente competitiva. Ma proprio quando il nostro sogno sembrava sul punto di materializzarsi siamo stati costretti ad arrenderci al fato, un dramma sportivo che abbiamo vissuto tutti sulla nostra pelle.

Le vetture Toyota sono diventate veloci ed estremamente competitive, ma d’altro canto Porsche è cresciuta più di noi e si è confermata più forte di noi. Non è semplice mantenere velocità e potenza per l’intera durata della 24 Ore, anzi 30 ore considerando le qualifiche. Quando penso alla terribile delusione di tutti i membri del nostro team, dei nostri tifosi... onestamente non so proprio cosa dire. Non ci sono parole per descriverlo. Il team Toyota GAZOO Racing non è un “cattivo perdente”. Noi corriamo conoscendo tanto il sapore della vittoria quanto quello della sconfitta.

E conoscendo il sapore amaro della sconfitta torneremo a batterci nel Mondiale Endurance con un bagaglio di grinta e passione ancora più pesante. E questo perché il nostro scopo è “realizzare vetture sempre migliori”, e per farlo torneremo sicuramente sul circuito di Le Mans. Per questo voglio esprimere la mia gratitudine nei confronti di tutti coloro che come noi si battono strenuamente in questa gara, in particolare nei confronti di Porsche ed Audi. Torneremo il prossimo anno, con nuovo vigore e pronti a dare tutto. L’anno prossimo ci sarà da divertirsi. La lotta non finisce qui. Noi detestiamo perdere!». Una dichiarazione che ho inviato innanzitutto al signor Murata, il direttore del Racing Hybrid Project, scusandomi con lui per non essere presente a Le Mans. Volevo che fosse lui a leggere per primo il mio messaggio anche perché si era dedicato anima e corpo al progetto con un unico scopo: la vittoria. Aveva sviluppato la macchina e formato il team per ben due anni dichiarando in continuazione che «nel 2016 non avremmo perso», dopo aver vissuto la doppia sconfitta di Le Mans e nel campionato WEC del 2015.

In seguito mi disse questo: «Il messaggio che mi hai scritto mi ha salvato, e sono pronto ad affrontare nuovamente la sfida nel 2017». Lui ed il suo team hanno lavorato duramente e sono convinto che quest’anno potremo portare a casa la vittoria. Il motivo per cui Toyota prende parte agli sport motoristici è la «realizzazione di vetture sempre migliori». Negli anni ’50 mio nonno Kiichiro Toyoda, il fondatore della Toyota, pronunciò queste parole: «Gli sport motoristici non sono soltanto intrattenimento. Sono anche di fondamentale importanza per il settore Automotive nel suo insieme. Proprio come gli atleti mettono alla prova le loro capacità nelle gare delle Olimpiadi, i costruttori di automobili sfruttano le corse per testare la performance di una vettura e trasferirne i punti di forza sui modelli da produrre in serie».

E da allora nulla è cambiato. Io credo che le nuove idee e gli sforzi necessari per portarle a compimento possano essere generati esclusivamente negli ambienti più ostici ed impegnativi, in questo caso le corse. Se vogliamo superare i nostri limiti la pista è il luogo giusto per farlo. Le lezioni che impariamo dalle gare aiutano a migliorare tanto le macchine quanto le persone che le realizzano, ed è per questo motivo che sono convinto di quanto gli sport motoristici siano essenziali per l’industria automobilistica.

La cocente delusione dello scorso anno ha portato alla luce nuove sfide e consentito la realizzazione di nuove tecnologie per l’appuntamento di Le Mans e per i modelli Toyota del futuro. Dopo il triste epilogo del 2016, Porsche e Audi si sono congratulate con noi per l’ottima gara disputata. Queste le parole da parte del team Porsche al termine della gara: «Insieme sull’asfalto per 24 Ore. Un testa a testa lungo 24 Ore. Un rispetto che durerà in eterno», un post corredato dell’immagine della nostra TS050 sui loro social network. Ero felice di vedere il nostro team elogiato in maniera così spontanea da parte dei mostri sacri degli sport motoristici europei.

Alcune settimane più tardi ho inoltre avuto l’onore di ricevere una lettera personale da parte del Dr. Porsche, dalla cui risposta è scaturito un incontro in occasione del Salone di Parigi. Le Mans è diventata quindi l’occasione di conoscere personalmente l’artefice di queste automobili meravigliose, e lo spunto per darci appuntamento per la gara di quest’anno.

La TS050 si è evoluta moltissimo dallo scorso anno ed è ancora più competitiva. Sono certo che daremo a Porsche del filo da torcere e mi auguro che la gara attiri l’attenzione di quanta più gente possibile, e che al termine tutti possano esclamare al cielo il mio stesso pensiero: «Io amo questo sport!». Quest’anno voglio che le nostre macchine percorrano più chilometri di tutte le altre nell’arco delle 24 Ore, e soprattutto voglio che alle 15:00 di domenica prossima ci sia un bel sorriso stampato sui volti di coloro che hanno sostenuto Toyota per tutto questo tempo, me compreso!
Grazie
 

 

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Venerdì 16 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 17-06-2017 21:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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