La Cadillac Escala concept

Cadillac Escala, il sogno americano ha le ali della “Dea volante”

di Nicola Desiderio
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LOS ANGELES - L’americana Cadillac ha un sogno tedesco: tornare ad essere il marchio di lusso a stelle e strisce per antonomasia pareggiando i concorrenti teutonici e giapponesi che negli scorsi decenni l’hanno detronizzata dal trono delle vendite e della percezione. E questo sogno a Los Angeles ha preso la forma della Escala, concept di superberlina in Cadillac definiscono una “Dea volante” che prefigura uno degli altri modelli previsti dal piano di rilancio strategico per il quale mamma General Motors ha messo sul piatto 16 miliardi di dollari.

Una dea gigante con il portellone. Lunga 5,35 metri, larga 1,95 e alta 1,45 la Escala ha un passo di 3 metri e 23 cm e in realtà era stata già mostrata a Monterey lo scorso agosto in concomitanza con la settimana di eventi che ruota intorno al concorso d’eleganza di Pebble Beach, ma è Los Angeles che si è mostrata al mondo intero, posizionata su una piattaforma girevole e sotto i riflettori per offrirsi al meglio per lo sguardo degli avventori dello Staples Center. Lo stile è in effetti particolare e giocato attraverso il rapporto tra gli sbalzi – cortissimo l’anteriore, al contrario del posteriore – il lungo tetto ad arco e la coda appena accennata da avere il portellone e vano di carico molto ampio. L’unica citazione al passato sono i gruppi ottici verticali (con una biforcazione orizzontale), citazione delle famose pinne che Cadillac portò alla ribalta nel 1948 contagiando lo stile delle automobili a livello mondiale per almeno due decenni. Particolari le portiere, prive di montante centrale, ma comunque incernierate in avanti.

Strumentazione Oled e sedili in tessuto. Molto bello l’abitacolo, la cui filosofia punta a creare due zone ben distinte: quella posteriore che mira a offrire il massimo relax e quella anteriore che viceversa offre il massimo coinvolgimento, soprattutto per le tecnologie che offre. La plancia ha la strumentazione interamente sormontata da una palpebra obliqua, segno inequivocabile che è rivolta verso il guidatore. Innovativa l’interfaccia: ci sono tre ampi display Oled ricurvi che consentono di visualizzare una gran quantità di informazioni e operare comandi con la voce, con il tocco e con i gesti. Particolare anche la scelta dei materiali: la Escala non indugia nei soliti trionfi di legno, metallo e pelle, anzi fa ampio uso di tessuto per rivestimento, tagliato e cucito con metodi artigianali. Interessante anche il volante: con il piantone spostato verso il basso così che la zona libera all’interno della corona è perfettamente libera per la piena visibilità degli strumenti.

Alluminio, acciaio e un V8 biturbo. Interessante anche la base tecnica. Il pianale è lo stesso della CT6, conosciuto all’interno di General Motors con la denominazione di Omega, e la scocca prevede una costruzione mista acciaio-alluminio con una prevalenza di quest’ultimo e 13 tipi diversi di metallo uniti insieme attraverso adesivi, rivetti e saldature laser. GM ha depositato 21 brevetti sui processi di lavorazione che riguardano questo tipo di scocca. La trazione è posteriore, ma è prevista anche quella anteriore mentre sotto il cofano c’è un inedito V8 4,2 litri biturbo dotato di disattivazione selettiva dei cilindri per risparmiare carburante. Dovrebbe debuttare dal prossimo anno sulla CT6 e potrebbe avere una potenza vicina ai 500 cv, inoltre potrebbe essere il primo motore GM ad essere accoppiato al nuovo cambio automatico a 10 rapporti che la casa di Detroit ha sviluppato in collaborazione con Ford. Nessun problema anche per l’ibrido plug-in, questo già visto sulla CT6, che prevede l’accoppiamento al motore a scoppio di una trasmissione che integra 2 motori elettrici.
 

 

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Venerdì 18 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 27-11-2016 19:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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