La nuova Citroen C4 Cactus sulle strade olandesi

C4 Cactus, parte la rivoluzione Citroen
Da 14.950 euro, il crossover della svolta

di Sergio Troise
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AMSTERDAM - Soffia un vento nuovo nel mondo dell’auto. Arriva dalla Spagna, territorio di Villaverde (Madrid), dove viene costruita la Citroen C4 Cactus, originale crossover francese di dimensioni compatte, attesa in Italia a settembre, ma già ordinabile nelle concessionarie a prezzi compresi tra 14.950 e 21.500 euro.


Stile moderno, ispirazione classica. Realizzata sul pianale della C3 con passo allungato, la nuova Cactus è stata concepita ispirandosi a certe Citroen del passato entrate nella storia: in testa la 2 Cavalli, ma anche la Dyane, le Ami 6 e 8, la Mehari. Auto semplici quanto geniali, capaci di coniugare al meglio uno stile personale, praticità, funzionalità, comfort, senza mai incidere su costi e listini. Insomma, auto intelligenti alla portata di tutti, com’era nello spirito di André Citroen, il fondatore, e com’è, oggi, nello spirito di quella Creative Technologie alla base di tutti i progetti della Casa francese.

Un crossover contro tutti. Nata sulla base di un concept di cinque anni fa (in verità abbastanza diverso dal prodotto finale), la C4 Cactus è frutto di lunghi studi sullo stile e sui contenuti. Alla fine s’è arrivati al traguardo di un’auto compatta (4,16 metri), leggera, con linee tondeggianti, alta da terra, classificabile come un crossover a trazione anteriore, con motori 1.2 benzina e 1.6 diesel, e dunque con le carte in regola per misurarsi con concorrenti come Nissan Juke o Renault Capture, ma anche contro Fiat 500 L e Mini, o Kia Soul e Ford EcoSport. Neanche in casa Citroen sanno bene dove andrà a collocarsi, sul mercato, la loro novità. Dicono solo che “la Cactus è il manifesto del nuovo corso della marca” e che “da questo modello in poi Citroen proporrà vetture più vicine alle mutate esigenze dei clienti”. Prudenzialmente, viene fissato in appena 7000 unità l’obiettivo di vendita per il primo anno. Un po’ poco, ma quando si punta tanto sull’innovazione la prudenza è d’obbligo.

La prima auto con i parabordi. Il segno distintivo della Cactus è costituito dagli airbump: mai visti prima, sono pannelli protettivi in poliuretano termoplastico (TPU) realizzati con piccole capsule d’aria (non compressa) in grado di attutire gli urti e di salvare la carrozzeria da graffi e bozzi. Veri e propri parabordi per auto, sono prodotti in Spagna, a Tortosa, 180 km da Barcellona, dal gruppo Rehau, colosso tedesco che lavora (non solo nell’automotive) per clienti di tutto il mondo, tra i quali anche Audi, Porsche, Mercedes, Nissan. La progettazione ha richiesto 50.000 ore di lavoro in laboratorio. Oltre trenta plastiche sono state testate prima di trovare la formula giusta: gli airbump devono infatti resistere non solo ai piccoli urti, ma anche all’esposizione solare, alle intemperie invernali, all’invecchiamento, agli atti vandalici. Cinquanta i tecnici coinvolti, 200 i prototipi in scala 1:1, mille i pezzi scartati. Tra le prove decisive, il crash-test con i carrelli del supermercato: 40 chili di spesa e un bel botto contro lo sportello a 4 km/h. Risultato: neanche un bozzo o un graffietto.

La personalizzazione ha un costo. La Cactus viene fornita di serie con gli airbump in nero, colore abbinabile a qualsiasi tinta di carrozzeria; ma è possibile, con un sovrapprezzo di 200 euro, richiedere airbump di altri colori in modo da potersi sbizzarrire negli abbinamenti: sono infatti dieci le tinte di carrozzeria e quattro le tinte di airbump, con 21 personalizzazioni possibili, abbinabili anche ai colori degli interni. Alcune soluzioni possono risultare eccessive, ma non mancano le tinte calde, in alcuni casi molto eleganti. Basta saper scegliere.

Interni minimalisti, molto originali. Entrare in una Cactus è come scoprire un nuovo piccolo mondo: diversa da tutte le altre auto, la francesina regala la piacevole sensazione di provare qualcosa di realmente nuovo, che solo per automobilisti avanti negli anni può rimandare al ricordo dei comodi sedili/sofà delle Ami o delle stesse DS. Tra gli optional c’è persino il sedile anteriore a divano unico, ma con le sedute ben separate, accoglienti e comodissime. E’ confortevole anche il sedile posteriore, che può essere ripiegato interamente, per aumentare le capacità di carico (da 358 a 1200 litri). Peccato solo che lo scorrimento longitudinale faccia parte della lista degli optional.

Un tocco di eleganza in stile Tod’s. L’arredamento è minimalista, ma completo e decisamente glamour: maniglie in pelle, in stile valigeria, sostituiscono i soliti plasticoni sui pannelli delle portiere. Grazie allo spostamento in alto dell’airbag passeggero è stato ricavato, inoltre, un utile vano portaoggetti nella plancia, rivestito in materiale pregiato e con tocchi di stile che ricordano – per ammissione della stessa Citroen – certe componenti delle scarpe Tod’s. Per contenere i pesi si è rinunciato a rivestimenti e protezioni nella parte alta dell’abitacolo, ma in questo caso spiccano le capacità di resistenza al caldo e al gelo del bel tetto in vetro brunito.

Strumentazione in due blocchi. Ben posizionata, semplice, luminosa e di facile lettura, la strumentazione è digitale e divisa in due blocchi, ovvero distribuita su due display: uno piccolo, davanti al guidatore; l’altro al centro della plancia, con grande schermo touch da 7 pollici. Sul primo vengono indicate le informazioni fondamentali, in testa velocità e consumo (manca il contagiri), sull’altro numerose altre funzioni, tra le quali il navigatore, che in verità si è rivelato – durante la nostra prova su strada – impreciso nella grafica e nelle indicazioni vocali.

Contenere i pesi per migliorare l’efficienza. Il progetto Cactus richiedeva di tenere la massa del veicolo sotto il limite dei mille chili. L’obiettivo è stato raggiunto, tanto che in casa Citroen tengono a sottolineare che l’auto pesa 200 kg meno della C4. Tuttavia per arrivare a tanto non si è puntato esclusivamente su materiali costosi come l’alluminio, utilizzato per il cofano motore, ma si è fatta anche qualche scelta discutibile, come rinunciare ai finestrini posteriori scorrevoli, per arrangiarsi con l’apertura a compasso: più leggeri di 7 chili, ma anche più scomodi e inefficaci per l’areazione. E’ invece una apprezzabile chicca il magic wash, ovvero il tergicristallo con spruzzo lava parabrezza incorporato nelle spazzole: fa risparmiare peso sul serbatoio del liquido e funziona meglio di un sistema tradizionale.

Motori benzina e diesel a 3 e 4 cilindri. La C4 Cactus può essere equipaggiata con tre motori a benzina e due diesel (Euro 5 ed Euro 6), tutti muniti del sistema sart/stop. I primi sono i PureTech 1,2 litri, a tre cilindri, con potenze di 75, 82 e 110 cv; gli altri sono i turbodiesel 1.6 da 90 cv e BlueHDi da 100 cv. Il cambio è manuale a 5 marce, sostenuto da un suggeritore di cambiata che compensa la mancanza del contagiri. E’ disponibile anche un automatico (robotizzato). In quest’ultimo caso, il comando è semplificato e costituito da tre grandi pulsanti sulla console centrale, con le indicazioni D (Drive), R (Retromarcia) e N (Folle). In più ci sono i paddles al volante, che regalano un minuscolo tocco di sportività. Ma – sia chiaro – la Cactus è un’auto tranquilla, che privilegia il piacere di viaggiare in totale relax, con sospensioni che assorbono bene le asperità della strada e con la capacità di muoversi con agilità nei percorsi urbani, grazie anche ad un servosterzo totalmente elettrico. A supporto del guidatore, tra l’altro, ci sono il cruise-control per i percorsi extraurbani e il sistema di assistenza al parcheggio con tanto di telecamera per le manovre cittadine.

Consumi ed emissioni sotto controllo. La C4 Cactus contiene i consumi in un range compreso tra un massimo di 4,6 litri/100 km ed un minimo di 3,1 litri/100 km, con emissioni di CO2 contenute tra 107 e 87 gr/km. Sono valori molto interessanti, favoriti dalla tecnologia avanzata dei propulsori, ma anche dall’attenzione posta sul contenimento dei pesi. E rappresentano certamente uno dei valori che la Citroen mette sul piatto della bilancia nel proporre la gamma Italia. Una gamma distribuita su tre fasce (Live, Feel e Shine), con equipaggiamenti e dotazioni crescenti, e con prezzi – come detto in apertura – compresi tra 14.950 e 21.500 euro. Tra le opzioni contrattuali, anche la formula di vendita SimplyDrive, che prevede l’acquisto con un versamento di 3.600 euro e mini rate mensili da 199 euro.

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Domenica 13 Luglio 2014 - Ultimo aggiornamento: 21-07-2014 22:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA