La nuova Mini Countryman durante la prova

Countryman si fa più bella: si rinnova
la Mini amatissima dagli italiani

di Giampiero Bottino
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COPENAGHEN - Nell'attesa, ancora abbastanza lunga, della prossima generazione, quella che condividerà il pianale con la nuova Mini a 3 e 5 porte (e con la neonata famiglia di BMW a trazione anteriore), la Countryman si aggiorna nel look e nei contenuti per mantenere vivo l'appeal alla base del grade successo ottenuto anche (e soprattutto) in Italia, che non a caso è per questo modello il terzo mercato al mondo, alle spalle di USA e Regno Unito.


Dal punto di vista estetico, la declinazione più avventurosa della gamma Mini (nonché la prima del marchio a superare il fatidico muro dei 4 metri di lunghezza e a proporre le 4 porte), la differenza è evidente soprattutto nel frontale, grazie al nuovo disegno della calandra esagonale che nel caso delle più aggressive Cooper S (benzina e diesel) si caratterizza per l'unica lamella cromata impreziosita da una S rossa stilizzata al posto delle tre lamelle delle più tranquille One e Cooper.

A rendere lo sguardo più profondo e penetrante concorrono poi i Led, disponibili in opzione per le luci di posizione, per quelle diurne e per i fendinebbia, mentre i gruppi ottici sono allo xeno. Ancora più discreti a cambiamenti apportati agli interni, dove gli interventi hanno riguardato soprattutto i due strumenti circolari, e cioè il contagiri collocato davanti al guidatore il tachimetro che costituisce la corona del grande quadrante rotondo al centro della plancia che rappresenta una sorta di biglietto da visita della Mini: entrambi hanno ora il quadrante scuro.

Se il "chirurgo estetico" ha avuto la mano leggera, i tecnici sono stati più incisivi, seppure con interventi la cui percezione da parte dei clienti non è necessariamente immediata: sono state modificate le sospensioni, con risultati che nella prova su strada che dalla capitale danese ha portato nel sud della Svezia attraverso lo spettacolare ponte sull'Öresund sono apparsi decisamente positivi: se ne sono giovati l'agilità e il "go-kart" feeling così connaturati con il DNA della Mini, ma anche il comfort di marcia è parso molto migliorato.

Con una scelta che potrebbe fare scuola, la Mini ha deciso di affidare la rappresentanza di tutta la famiglia a un'unica versione, la brillante Countryman Cooper S equipaggiata con il 4 cilindri 1.6 a benzina da 190 cv che le garantisce un brio invidiabile e una grande brillantezza abbinati a un comportamento stradale impeccabile che ha tratto ulteriore giovamento dalla trazione integrale ALL4, disponibile in opzione per tutte le versioni, a eccezione di quella d'ingresso One. Il motore della Cooper S è l'unico ad avere cambiato, seppure in misura molto marginale, la carta d'identità, grazie al lieve incremento (circa 4 cv) della potenza.

Gli altri propulsori della gamma non hanno registrato modifiche alla cavalleria, ma sono migliorati sotto l'aspetto dell'efficienza grazie al Minimalism, concetto che comprende tutte le soluzioni finalizzate a migliorare il comportamento energetico di ogni singolo componente della vettura. I motori sono stati così adeguati alle future normative ecologiche Euro 6, pur restando sostanzialmente identici alle unità attuali.

Accanto alla Cooper S (e all'equivalente versione turbodiesel Cooper SD con il 2.0 da 143 cv), l'offerta continua a essere costituita dai benzina aspirati da 122 cv della Cooper e da 98 cv della One, che trovano il loro equivalenti gasolio nella Cooper D da 112 e dalla One D da 90 cv. Al vertice dalla gamma c'è sempre la John Cooper Works il cui 1.6 a 4 cilindri è stato portato a 218 cv dai tecnici dell'atelier sportivo della casa di Oxford. La rinnovata Mini Countryman è già in prevendita in Italia con un listino compreso tra 21.750 e 36.700 euro, ma il lancio ufficiale è in programma a settembre, con un porte aperte la cui data precisa non è ancora stata definita.

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Sabato 12 Luglio 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 13:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA