I nove ragazze dei tre team primi classificati ad Ex Machina con Pietro Innocenti

Porsche, innovazione non solo nell’auto:
Ex Machina premia le start up dei giovani

di Sergio Troise
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TREVISO - Risparmiare sui costi di produzione, accorciare le distanze tra ricerca e impresa, escogitare nuove forme di marketing. Sono tre obiettivi perseguiti dalla gran parte delle aziende. Ma chi è in grado di occuparsene senza spendere troppo, valorizzando al massimo innovazione e sistemi digitali? I giovani. Sì, proprio loro, quelli provenienti dall’esercito di disoccupati (44% è la percentuale dei giovani senza lavoro in Italia) desiderosi di essere valutati esclusivamente per il merito e di essere quindi ammessi a percepire un reddito in base alle loro effettive capacità.

La risposta arriva dal Nord Est, ovvero da Roncade (Treviso), dove opera H-Farm, incubatore d’impresa in attività da dieci anni (con sedi anche a Londra, Seattle, Mumbai), che ha gestito il programma Ex Machina-powered by Porsche”, sostenuto da alcune aziende prestigiose, in testa la filiazione italiana della casa automobilistica tedesca, e da Porsche Consulting, società di consulenza manageriale controllata al 100% da Porsche AG.

Lanciato lo scorso 24 settembre 2014, Ex Machina è partito il mese successivo con una maratona di oltre 24 ore durante la quale i giovani partecipanti hanno elaborato idee su temi indicati da Porsche Consulting. Dopo una prima fase di selezione, sono rimasti in gara dieci team, composti ciascuno da tre giovani di età compresa tra 21 e 35 anni. I ragazzi hanno trascorso tre mesi nel campus di H-Farm, durante i quali hanno sviluppato nel dettaglio i progetti e il business plan. Al traguardo del 16 gennaio 2015, una giuria di esperti ha premiato i migliori e la casa d’aste Maison Bibelot ha assegnato, al costo di 5000 euro ciascuna, alcune licenze di utilizzo dei progetti ad aziende come la stessa Porsche e Ferragamo.

La giuria che ha premiato le migliori start up è stata formata da Pietro Innocenti (Porsche Italia), Josef Nierling (Porsche Consulting), Andrea Casadei (H-FARM), Tomaso Carraro (Carraro), Stefano Consoli (Pulitori ed Affini), Marco de Pascalis (Amaranto Investment), Ferruccio Ferragamo (Salvatore Ferragamo), Matteo Galimberti (Flexform), Elisa Menuzzo (Came), Emilio Mezzanotte (Brembo) e Manfredi Ucelli di Nemi (Bonfiglioli Motoriduttori Spa).

Nove i criteri di giudizio dei giurati: aderenza alla breve illustrazione fornita, qualità e completezza dell’esposizione, grado di innovazione, grado di fattibilità, qualità dell’approccio strategico, possibilità di incrementare i ricavi senza dover sostenere costi aggiuntivi, qualità complessiva, livello di partecipazione del gruppo e, per ultimo, grado di collaborazione all’interno del team.

Alla fine è stato premiato il team “I Soci”, composto da due gemelli friulani di 26 anni e da una ragazza veneta di 25, cimentatisi in un progetto mirato a ridurre i costi di produzione di oggetti d’arredamento, presumibilmente utile anche per personalizzare gli arredi interni delle auto. Al secondo posto il progetto Ex Lab, mirato a ridurre la distanza tra ricerca e impresa; al terzo Plustamitation, che ottimizza il tempo compreso tra l’ordine di un bene e la consegna al cliente.

Ma tutte le idee in gara si sono dimostrate meritevoli di attenzione: tra le tante merita una segnalazione quella del Team Made it, che ha sperimentato un sistema in grado di misurare le emozioni del potenziale cliente di fronte all’oggetto in vendita. Il progetto, attraverso lo studio e la catalogazione a campione degli impulsi che il corpo trasmette, mira a materializzare l’emozione provata, a condividerla e conservarla in quella che si definisce “emotional memory”.

I laboratori di H-Farm (casette in legno immerse nel verde, all’interno delle quali l’unico rumore proviene dal ticchettio delle tastiere dei computer) si sono rivelati insomma una vera e propria fabbrica di idee, nessuna banale, tutte ad altissimo contenuto di innovazione, in molti casi “avanti” anche nel linguaggio utilizzato per descriverle.

Secondo Pietro Innocenti, numero 1 di Porsche Italia, “molte aziende hanno mostrato interesse anche per i progetti esclusi dal podio, ma hanno chiesto più tempo per approfondirne i contenuti e valutare la possibilità di acquisirli”. Lo ha confermato Riccardo Donadon, numero 1 di H-Farm e autentico guru del settore, avendo fatto della valorizzazione del talento giovanile il suo credo e il suo business. Ogni anno arrivano nel suo “incubatore” privato (ma con una quota di partecipazione del 4% della Regione Veneto attraverso la Veneto Sviluppo) centinaia di ragazzi, e tutti vengono messi in condizione di giocarsi la propria partita.

“Noi – spiega Donadon – finanziamo le startup selezionate, mettiamo a disposizione le strutture, i computer, la foresteria e creiamo le condizioni per mettere i ragazzi in contatto con il mondo del lavoro”. In nove anni sono stati investiti 15,4 milioni in 54 nuove aziende, che hanno creato 350 posti di lavoro e generato un fatturato aggregato di oltre 30 milioni di euro.

La tecnologia digitale è al centro di tutto o quasi. Per questo dal 2014 H-Farm ha aperto campus estivi anche per bambini dai 6 ai 14 anni dedicati all’apprendimento “scolastico” del digitale. “Il mondo cambia in fretta – dicono i responsabili dei corsi - e noi prepariamo i bambini di oggi ad affrontare le sfide di domani”. I più piccoli imparano attraverso il gioco, i più grandi vengono coinvolti in veri e propri stage di formazione. Poi ci sono le full immersion più avanzate, come questa del progetto Ex Machina sostenuto dalla Porsche e da altri partner di grande prestigio, tutti consapevoli del fatto che ogni business, ormai, è un digital business. Questa è la sfida del futuro. Anzi, del presente.

I vincitori del concorso Ex Machina by Porsche si chiamano Alessandro e Michele Leghissa. Gemelli di Udine, hanno 26 anni, uno ha studiato design industriale, l’altro è perito elettrotecnico. Con l’amica Susanna Del Colle, 25 anni, di Venezia, laurea magistrale in economia e gestione aziendale (“per noi è come una terza sorella”) hanno formato, come detto, il team denominato “I Soci” che in tre mesi di lavoro ha messo a punto Texturization, sistema che rende possibile personalizzare e modificare l’arredamento di qualsiasi luogo, utilizzando un solo prodotto, a tutto vantaggio dei costi di produzione. Il sistema prevede la possibilità di creare superfici curve e irregolari dotate di display non emissivi a colori, in grado di essere programmate attraverso normali dispositivi smartphone e di dialogare con le tecnologie del marketing di prossimità (iBeacon, Bluetooth 4.0, modulo GPS). Con questo sistema le superfici assumono colorazioni che imitano perfettamente materiali come il legno, il carbonio o la pietra. In tal modo sarà possibile personalizzare all’infinito oggetti senza doverli riprodurre.

Già pronti gli slogan per promuovere il progetto. Secondo la ragazza del team, Susanna, si può promuovere Texturization con parole di questo tipo: “Un unico prodotto, infiniti stili. II tuo”. Per Michele, Texturization esprime qualcosa in più: “In un mondo estremamente consumistico, con una personalizzazione di tale livello si può ancora sentire un prodotto come proprio”. Per Alessandro il progetto significa invece “il piacere di poter cambiare idea. Quando vuoi”.

L’idea seconda classificata, Ex Lab, è stata sviluppata dai veronesi Gabriele Garofalo e Giovanni Fontana, entrambi 24enni, il primo laureando magistrale in sviluppo economico dell’impresa, il secondo in architettura, e dal trevigiano Alessio Patron (35 anni, già laureato in economia e commercio). I tre ragazzi l’hanno messa a punto con l’obiettivo di accorciare le distanze tra ricerca e impresa. Come? Utilizzando piattaforme digitali allargate e di nuova concezione. “Ex Lab – spiegano – è uno strumento di connessione che permette di mettere in contatto le aziende con il mondo della ricerca per trovare soluzioni innovative ed efficaci ai bisogni delle imprese nella fase creativa e di ricerca e sviluppo”.

E’ in pratica una piattaforma on line gestita da un soggetto terzo che si interpone tra i due player facilitando la comunicazione e l’incontro tra domanda e offerta. Le aziende partecipanti possono essere di varie dimensioni (grandi, piccole, medie) e operanti in vari settori. Per quanto riguarda il “lato ricerca” possono partecipare le università, i consorzi e anche gli enti nazionali.

L’utilità del progetto emerge dalle parole dei tre ragazzi. Secondo Garofalo, Patron e Fontana, “in una situazione come quella attuale, di stagnazione o di misera ripresa economica, noi vogliamo dare un contributo affinché le aziende e il settore della ricerca uniscano le forze per creare innovazione e per dare un impulso positivo alla formazione di quel valore che ritorni nella società sotto forma di migliore qualità della vita. L’innovazione è la chiave di crescita di lungo periodo e noi vogliamo coinvolgere i principali attori di questo processo: il mondo della ricerca, che con le sue competenze pone le basi del futuro, e le imprese, che con le loro risorse realizzano quel futuro”.

Sul terzo gradino del podio è finito Plustamitation, frutto del lavoro di una squadra costituita dal milanese Andrea Roberto Botta, 29 anni, dal padovano Andrea Forapani, 27, entrambi già laureati in architettura, e dalla veronese Chiara Tubini, 24 anni, laureanda magistrale in marketing e comunicazione d’impresa. I tre hanno trovato il modo di dare un valore al periodo che intercorre tra l’acquisto di un prodotto e l’effettiva consegna al cliente: una sorta di marketing dell’attesa che ha stimolato una azienda importante come Porsche Italia, dimostratasi tanto interessata al progetto da acquisirlo immediatamente, al costo di 5000 euro, nell’asta organizzata dagli specialisti di maison Bibelot per conto di H-Farm.

“I nostri clienti saranno aziende del mondo del lusso – dicono i tre ragazzi - con una produzione customizzata e con tempi di attesa abbastanza lunghi, dalle sei settimane in su. Con questo progetto intendiamo sfruttare il problema della lunga attesa, che in particolare nel mondo dell’automotive e della moda è preponderante. Tutti dicono che otto settimane sono troppe. Vogliamo quindi soddisfare il desiderio del consumatore di sentirsi esclusivo utilizzando il tempo a disposizione per creare un rapporto che ci permetta di informare sull’eccellenza del processo produttivo. I clienti dei nostri clienti – spiegano i tre ragazzi - sono, dal lato moda, donne di 20-45 anni, molto benestanti, appassionate del settore, in carriera; dal lato automotive, invece, uomini di 35-60 anni, benestanti, appassionati di auto e lifestyle, che comprano vetture premium per status e in seconda battuta per le prestazioni. L’attesa imposta loro dal momento dell’acquisto alla consegna del bene è secondo noi un momento fertile per informare su tutto ciò che sta alle spalle del prodotto”.

Nella tavola rotonda conclusiva, il moderatore Alessandro Barbano, direttore del Mattino, ha sottolineato come “iniziative di questo tipo generino fiducia in un momento difficile per il Paese. E’ importante – ha sottolineato Barbano – che questi giovani abbiano la possibilità di esprimere intelligenza e creatività, mettendo la loro passione e il loro ingegno al servizio dell’innovazione. Una innovazione in alcuni casi talmente spinta da far sentire inadeguati noi osservatori, per certi versi costretti a inseguire cose che stanno già più avanti della realtà che quotidianamente raccontiamo”.

Anche Josef Nierling, amministratore delegato di Porsche Consulting, ha manifestato grande soddisfazione. “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questo progetto, che ha visto la partecipazione di tanti giovani talentuosi e di eccellenti imprese del nostro Paese. Sono convinto – ha aggiunto il manager - che il progetto Ex Machina rappresenti la forte volontà della buona industria di ripartire, di tornare a crescere attraverso l’innovazione e gli investimenti sui giovani, lasciandosi quindi alle spalle la congiuntura negativa e il pessimismo e puntando alla prosperità dell’Italia”.

Una prospettiva condivisa dal N. 1 di Porsche Italia, Pietro Innocenti, il quale ha ricordato i successi della Casa tedesca, ottenuti perseguendo politiche attive e lungimiranti. “Vista l’eccellenza tecnologica dei nostri prodotti ed i successi commerciali che storicamente ci premiano, potremmo limitarci a gestire l’ordinaria amministrazione. Invece – ha sottolineato Innocenti – con iniziative come questa migliora la nostra accettabilità sociale, dimostriamo con i fatti che un marchio premium come Porsche può dire la sua per attivare energie e seminare per il futuro. Possiamo farlo producendo e commercializzando auto in grado di conciliare le alte prestazioni con una stupefacente compatibilità ambientale, e sostenendo iniziative come questa. Questo vuol dire essere moderni e vivere in sintonia con il mondo in cui operiamo”.

Da Ex Machina arriva dunque un segnale per tutto il Paese: un gruppo di privati, con H-Farm e Porsche in testa, ha dimostrato che in Italia si possono creare le condizioni per premiare il merito, sostenere l’innovazione e dare opportunità concrete ai giovani di talento. Se anche lo Stato scendesse in campo migliorando il rapporto tra scuola e impresa e sostenendo ricerca e innovazione, cambierebbero certi numeri sulla disoccupazione e sull’economia in genere: questo il messaggio scaturito al termine di Ex Machina e condiviso nella tavola rotonda conclusiva, che ha coinvolto partecipanti, promotori e sostenitori. Un messaggio che riguarda i giovani di tutto il Paese, compresi quelli del Centro-Sud, anche se in minoranza in un contesto dominato da ragazzi del Nord, e in particolare del Nord Est. Ciò detto, contaminazione culturale e creatività hanno messo insieme ragazzi di diversa provenienza: non sono mancate, nei team finalisti, presenze laziali, campane, calabresi, siciliane, rivelatesi in grado di elaborare proposte comuni molto interessanti.

Ex Machina non finisce qui, continuerà nel 2015. Il numero uno di Porsche Italia, Pietro Innocenti, ha rivelato che l’edizione 2014 “non rimarrà un’esperienza isolata, ma sarà riproposta nei prossimi mesi”. E' allo studio dunque una seconda edizione, nella quale verranno introdotte alcune modifiche pensate per rendere il concorso ancora più appetibile e utile per rilanciare il lavoro giovanile e l’innovazione nelle aziende.

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Mercoledì 28 Gennaio 2015 - Ultimo aggiornamento: 31-01-2015 01:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA