Matteo Renzi con John Elkann e Sergio Marchionne

Marchionne riceve Renzi a Melfi: «È l'Italia
che va, assumeremo altri 1000 dipendenti»

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MELFI - Altre mille assunzioni per Melfi. L'annuncio di Sergio Marchionne arriva nel giorno della visita del premier Renzi nel rinnovato stabilimento lucano. Ora, nell'intero indotto, lavorano circa 12 mila persone; entro la fine dell'anno, «molto probabilmente», ha detto l'amministratore delegato di Fca, ne saranno assunte altre mille.

Numeri da «record» (l'organico attuale è di circa 7.500 persone, 1.550 nuovi assunti nel 2015, la soglia occupazionale più alta era 6.300 nel lontano triennio 1997-1999) per la fabbrica lucana rilanciata dalla produzione di Jeep Renegade e 500 X, resa possibile dalla ristrutturazione degli impianti cominciata a fine 2012. A Melfi si realizza anche la Grande Punto: la capacità produttiva totale è di 1.400 vetture al giorno, i volumi previsti per il 2015 sono di circa 400 mila unità (il picco è stato segnato nel 1997 con 407.020 auto).

«Questo - ha sottolineato Marchionne - è uno stabilimento che funziona, è un'ottima storia. Nei nostri lavoratori c'è un entusiasmo che è eccezionale». L'asse Renzi-Marchionne si è rafforzato oggi in Basilicata, a quasi 900 chilometri dalla contemporanea assemblea di Confindustria all'Expo di Milano, dove si è «notata» l'assenza del premier e dell'ad Fca. «Adesso che siamo fuori, se la domanda è “se mi manca” - ha ribattuto il manager a un giornalista - la risposta è “no”. Mi deve trovare un argomento un pò più convincente. C'è un grandissimo apprezzamento per Giorgio Squinzi come industriale», ma l'appartenenza a Confindustria non «la posso basare sull'amicizia che mi lega a lui». Lontano da Confindustria, Marchionne, ancora più distante dai «sindacati tradizionali».

Meglio, allora, un sindacato unico? La risposta, in questo caso, è «sì», ma l'ad ha precisato di poter parlare solo della gestione degli stabilimenti dell'auto: «In tutti i sistemi del mondo, lo vedi in Germania, lo vedi in Usa e non mi pare che siano regimi - ha evidenziato - c'è un sindacato dell'auto. Chi parla di regimi totalitari si sbaglia alla grande». Da Milano arriva la replica del segretario del generale della Cgil, Susanna Camusso: «Non c'è un sindacato unico in Germania. Che pensa invece Marchionne della co-determinazione? Chiediamo - ha aggiunto - l'applicazione dell'articolo 46 della Costituzione, che prevede il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende».

A Melfi Marchionne ha poi risposto con ironia a chi gli chiedeva di una mail che, secondo il New York Times, era sta inviata a marzo alla General Motors per sollecitare una possibile fusione. «Di mail ne mando tantissime... e poi non si parla di queste cose in questo modo. La realtà dei fatti è che - ha continuato - il problema di cui ho parlato a fine aprile per quanto riguarda l'enorme consumo di capitali da parte dell'industria automobilistica è un problema che si deve affrontare e quindi una soluzione bisogna trovarla». Un merger, nel settore dell'industria automobilistica, entro il 2018? «Sono certo che questo accadrà. È - ha concluso - una mia opinione dettata dall'istinto».


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Giovedì 28 Maggio 2015 - Ultimo aggiornamento: 22:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA