Un salone nautico

Da Baglietto a Ferretti, i big della nautica lasciano Confindustria

di Antonino Pane
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MILANO - «Siamo stufi, Confindustria non ci tutela». Parola più, parola meno è stato questa l'affermazione che ha convinto diversi, importanti marchi della nautica nazionale (quindici per la precisione) ad uscire dalla Confederazione degli industriali. Si tratta di un gruppo molto significativo anche sul piano internazionali: marchi che per molti versi rappresentano l’eccellenza del settore in termini di volumi, brand e occupazione generata.

La decisione è stata ufficializzata con un comunicato congiunto. «I maggiori produttori italiani di yacht e megayacht e alcune tra le principali aziende di produzioni industriali nautiche del nostro Paese - Apreamare, Azimut|Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Gruppo Ferretti, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine - annunciano la propria uscita da Confindustria. Decisione motivata - è detto nella nota - dalla ormai prolungata mancanza di attenzione, servizi e dedizione strategica al comparto nautico da parte di questa Confindustria, che si limita a svolgere una attività di supporto sindacale per le aziende a fronte di cospicui contributi».

La risorsa mare per Confindustria recentemente è solo fonte di problemi. È di poche settimane fa la clamorosa uscita della stragrande maggioranza degli armatori di cabotaggio da Confitarma. Gli armatori si sono immediatamente riuniti in Faderlinea.

Le accuse rivolte a Confindustria sono precise. La «disattenzione si è addirittura manifestata - aggiungono nella nota -  in modo scandaloso, nella sostanza e nella forma, per la mancata implementazione di una federazione di scopo, più volte annunciata, che avrebbe dovuto raccogliere tutti gli operatori del settore. Per analoghe ragioni di immobilismo e di etica gli stessi produttori ed altre 60 primarie aziende erano usciti nel 2015 da Ucina, che in questi anni non ha saputo bilanciare correttamente le iniziative a supporto della piccola nautica e di quella di grandi dimensioni, che si è invece concentrata principalmente sull'organizzazione del salone nautico di Genova. Ucina non presta alcuna attenzione all'innovazione, ma per contro redige bilanci sui quali sono stati sollevati gravi dubbi dall'organo competente, tanto in Ucina stessa, quanto in se confederale».

E poi ancora una stoccata. «Ultimo, ma non ultimo, si tratta di una associazione, l'Ucina, presieduta da un dipendente di un gruppo francese, il gruppo Bénéteau, diretto concorrente della industria italiana. Un elemento poco compatibile per aziende impegnate a tenere alta l'immagine del Made in Italy nel mondo. Già nel 2015 - aggiungono -  queste 67 aziende italiane, che sono di gran lunga il nerbo portante, la spina dorsale della nautica italiana,- che impiegano nel loro complesso 4500 dipendenti diretti, 15.000 operatori dell'indotto, esprimono un valore della produzione di 1500 milioni di euro e che rappresentano  l'80% della produzione italiana di imbarcazioni e il 95% del valore delle esportazioni - hanno dato vita ad una prestigiosa associazione denominata Nautica Italiana In quanto rappresentanti dei più prestigiosi marchi del Made in Italy nel mondo, è stata naturale la loro affiliazione ad Altagamma, l'associazione che raccoglie le aziende dell'eccellenza italiana. In Altagamma le aziende nautiche sono state accolte con entusiasmo e favore e possono ora svolgere tutte quelle attività di innovazione e promozione sconosciute in Confindustria e Ucina».

Nautica Italiana, realtà associativa pragmatica, innovatrice e costruttiva, ha adottato immediatamente un codice etico per distinguersi in un'Italia che talvolta all'estero sconta seri dubbi di credibilità; ha redatto un pacchetto di proposte normative da sottoporre al Governo, tese al rilancio del settore vessato da anni di persecuzioni ed errori da parte di politici e Pubblica Amministrazione; ha predisposto un palinsesto di eventi, di prossima pubblicazione, atti a far conoscere in modo efficace la produzione nautica italiana nel mondo.

Nautica Italiana rappresenta un gruppo unito e compatto, desideroso del riscatto. Lo dimostra il fatto che quasi ogni giorno raccoglie nuove adesioni. In relazione a quanto precede , le aziende Apreamare, Azimut|Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Gruppo Ferretti, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine rescindono formalmente la propria iscrizione da tutte le associazioni territoriali in cui sono presenti le proprie sedi ed i propri cantieri.
 

 

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Domenica 24 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 25-07-2016 19:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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