La linea di produzione della Alfa stelvio nella fabbrica di cassino

Cassino, la tana del Biscione: anche la fabbrica è premium. Dove nascono Stelvio e Giulia

di Giorgio Ursicino
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CASSINO - Auto premium possono solo nascere in una fabbrica premium. Oppure, dimmi da dove vieni e ti dirò chi sei. I capolavori su quattro ruote non basta progettarli, bisogna anche costruirli e i due lavori da sempre vanno di pari passo. Intuizioni geniali e tecnologie all’avanguardia contano poco se non si hanno gli stabilimenti adatti a trasformare le idee in realtà. La nuova Alfa Romeo è una storia in gran parte ancora da scrivere, ma è già bellissima. Dovuta al coraggio e alla grinta di Sergio Marchionne che ne ha fatto un cardine del decollo di Fca, ma anche all’impegno di tanta gente che ha lavorato giorno e notte per realizzare in un tempo relativamente breve qualcosa che sembrava impossibile.

La Giulia nasce da un foglio bianco, lo Stelvio nasce da un foglio bianco. L’intera Alfa nasce da un foglio bianco e un’operazione del genere era tempo che non si vedeva. Tecnici appassionati e capaci lavorano nel “laboratorio” di Modena (dove vengono progettate anche le Maserati) ora sotto la guida di Roberto Fedeli, un fiore all’occhiello dell’ingegneria made in Italy con un passato vincente in Ferrari e in BMW. Poi una fabbrica tutta nuova per plasmare i gioielli, uno stabilimento interamente Alfa che produce tutte le Alfa (escluse quelle di nicchia), un impianto all’avanguardia che non si offendono nemmeno i signori del Cavallino se qualcuno lo chiama “la Maranello del Sud”.

Cassino, in realtà, ha quasi mezzo secolo di storia gloriosa, dalle sue linee sono uscite oltre sette milioni di vetture dei vari brand del gruppo Fiat. Per realizzare le nuove Alfa, però, i due milioni di metri quadri di cui quasi 600 mila coperti sono stati rivoltati come un calzino, mettendo in campo le conoscenze più avanzate e sofisticate. Cassino continua a produrre la Giulietta come già faceva, ma una linea inedita realizzata per l’occasione già sforna ad un buon ritmo Giulia e Stelvio ed è in grado di realizzare (se mai servisse) quattro modelli anche profondamente diversi.

L’impianto dà lavoro a 4.300 dipendenti che aumenteranno ancora, “dialoga” con 460 fornitori qualificati ed ha una capacità di oltre mille vetture al giorno di elevata qualità. L’ingegner Luigi Galante, responsabile delle fabbriche premium di Fca nella region Emea, ha messo perfettamente in atto le strategie concordate con Stefan Ketter, il responsabile dell’intero network industriale di Fiat Chrysler che ora Marchionne ha voluto anche alla guida della “region” Latam (America Latina). Come se non bastasse il timone della nuova Cassino è stato affidato a Sebastiano Garofano, un ingegnere di grande esperienza che ha diretto quasi tutti gli impianti di assemblaggio di Fiat in Italia.

La fabbrica opera secondo i principi del World Class Manufacturing e miscela in modo perfetto la qualità dei prodotti da realizzare, il rispetto ambientale e le condizioni di lavoro degli operai. Sono oltre seimila le macchine impegnate fra robot, sistemi di saldatura e di controllo. Sia il reparto presse che quello di verniciatura sono quanto di meglio attualmente si possa trovare. Ci sono tecnologie produttive mai viste in precedenza almeno su linee di capacità elevata. Le porte in alluminio sono saldate al laser, un’operazione niente affatto facile, ma che dà grandi vantaggi, il tetto in carbonio delle versioni Quadrifoglio viene incollato con resine specialissime, alcune componenti in alluminio delle sospensioni sono fissate alla scocca in acciaio con un sistema di rivettatura ad altissima pressione di origine aeronautica che non prevede nemmeno i fori.

Gli operai sulla linea lavorano in team (6+1) e sono guidati da un leader che ha competenze e capacità per sostituire momentaneamente ognuno degli altri in modo da non rallentare mai il flusso. Le vetture viaggiano su piattaforme girevoli la cui altezza può essere regolata al meglio addirittura sulla statura dei singoli operatori. L’acqua è usata con grande attenzione e riciclata il più possibile, al pari di tutti i componenti di scarto (“usa, riusa, ricicla”). L’energia elettrica proviene tutta da fonti rinnovabili certificate e nella copertura del parcheggio presto ci saranno pannelli fotovoltaici corrispondenti a due campi di calcio.
 

 

 

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Domenica 23 Aprile 2017 - Ultimo aggiornamento: 05-05-2017 14:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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