Uno dei gioielli d'epoca protagonisti della Winter Marathon 2017

La maratona delle Dolomiti, prestigiose vetture d’epoca protagoniste della Winter Marathon

di Sergio Troise
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MADONNA DI CAMPIGLIO - Lo Stelvio, la Sella, il Pordoi, la Mendola… In questo suggestivo scenario dolomitico, ricco di fascino e d’insidie, si è svolto uno degli eventi più prestigiosi del calendario motoristico italiano, ovvero la Winter Marathon: non una garetta di regolarità come le tante che ogni weekend si svolgono in Italia, ma una autentica maratona invernale, con oltre cento auto storiche al via, a formare una sorta di museo rombante capace di movimentare il giorno e la notte di alcune delle località invernali più belle d’Italia.
 

 

Quest’anno la neve e il gelo hanno risparmiato le veterane a quattro ruote ed i loro equipaggi, e dunque l’impegno sportivo è risultato un po’ meno gravoso, ma l’appendice del Trofeo Eberhard sul lago ghiacciato di Madonna di Campiglio, riservato ai primi 32 classificati della Winter Marathon, ha regalato il solito, impareggiabile spettacolo del gran finale, fatto di precisione cronometrica e di emozionanti derapate sul piccolo circuito ghiacciato. Uno spettacolo imperdibile, che ha fatto la gioia dei numerosi appassionati accorsi per vedere da vicino le regine dell’heritage: auto che hanno scritto la storia della motorizzazione, dagli anni Venti fino ai Settanta.

Un bel vedere, non c’è che dire, con il marchio Porsche nel ruolo di protagonista: 34 le sportive tedesche al via (su 110 iscritti), e tra queste anche una prestigiosa Carrera RS 2.7 del 1973 (valore stimato vicino al milione di euro!) affidata a Felix Braeutigam e Pietro Innocenti, rispettivamente vicepresidente della Regione Europa di Porsche AG e direttore generale di Porsche Italia. Tra i marchi stranieri, si sono fatte notare anche la svedese Volvo e l’inglese Triumph, rispettivamente con quattro storiche al via, ma su tutte è spiccata la Bentley 3 litri del 1925, l’auto più anziana dello schieramento (terza al traguardo), una sorta di monumento rombante che evoca leggendarie imprese sportive del secolo scorso, come la doppia vittoria nella 24 Ore di Le Mans (1924 e 1927).

A Campiglio l’inglesona si è classificata terza, grazie alla bravura dell’equipaggio composto da Luca Patron e Massimo Casale, ma anche alla generosa sportività di Giuliano Canè, celebre campione della specialità (questa volta solo decimo con la sua Lancia Aprilia del 1938), che negli ultimi chilometri ha procurato una tanica di benzina all’equipaggio della prestigiosa veterana rimasta a secco.

Il made in Italy storico è stato ben rappresentato da 18 Alfa Romeo, 18 Lancia e 17 Fiat. Ed è stata proprio una Fiat a vincere la Winter Marathon 2017, al termine di una cavalcata sul filo dei millesimi di secondo snodatasi lungo un percorso di 445 chilometri, con l’attraversamento di nove passi dolomitici e ben 51 prove cronometrate. A conferma del fatto che nelle gare di regolarità per auto storiche non conta la potenza, ma la precisione cronometrica abbinata all’anzianità della vettura (l’anno di costruzione datato assicura un coefficiente a favore), ha vinto dunque l’equipaggio formato da Alberto Aliverti e Alberto Maggi con la vetusta Fiat 508C del 1937.

Conosciuta anche come Nuova Balilla 1100, la 508C è stata l’ultima evoluzione della famosa utilitaria Fiat presentata nel 1932 alla Fiera di Milano. Rimasta in produzione dal 1937 al 1939, la 508 S ha una linea più aerodinamica della sua progenitrice, un motore un po’ più potente (35 cv) e cambio a quattro marce sincronizzate. Fu prodotta in 57.000 unità nelle versioni Berlina, Berlina Tetto Apribile e Cabriolet; raggiungeva una velocità massima di 95 km/h e costava 19.500 lire. Secondo gli esperti, un esemplare come quello che ha vinto la Winter Marathon può raggiungere oggi una quotazione massima di 22.500 euro.

Molto di più è quotata invece l’auto classificatasi al secondo posto (ma al primo nell’appendice del Trofeo Eberhard sul lago ghiacciato) con l’equipaggio composto dall’imprenditore bresciano Andrea Belometti e dal suo navigatore Emanuele Peli, di professione parrucchiere: si tratta infatti di una rarissima Fiat Siata Balilla Sport del 1932, valutata dagli esperti non meno di 240.000 euro. “Erano anni che arrivavo in finale e non riuscivo a vincere la prova sul lago, finalmente ce l’abbiamo fatta” ha esclamato Belometti, accarezzando il suo prezioso gioiello a quattro ruote.

Un’auto – vale la pena ricordarlo – di piccole dimensioni, con un motore di appena 995 cc, che tuttavia ha visto incrementare le quotazioni sul mercato delle storiche per via della limitatissima produzione e di certe peculiarità come le valvole in testa adottate dalla Siata (Società Italiana Applicazioni Tecniche Auto-Aviatorie) che a suo tempo ne elevarono la potenza fino a circa 50 cavalli. Alle spalle della Fiat Siata, hanno conquistato il secondo e terzo posto della gara-spettacolo sul lago ghiacciato la Porsche 356 Coupé del 1963 di Barcella-Guidotti e la Fiat anteguerra 520 Torpedo di Spagnoli-Parisi.

 

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Lunedì 20 Febbraio 2017 - Ultimo aggiornamento: 21-02-2017 13:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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