La DS5 cinese con la sua ambassador, l'attrice francese Sophie Marceau.

Il gruppo PSA fa la Parigi-Shenzhen:
in Cina nasce una fabbrica per sole DS

di Giorgio Ursicino
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SHENZHEN - Orgogliosi lo erano. Molto. Ma nemmeno loro avrebbero mai immaginato che la vettura appena inventata sarebbe diventata una famiglia. Addirittura un costruttore autonomo all’interno del grande gruppo PSA. Correva l’anno 1955 e la scena non poteva che andare in onda al Mondial de l’Automobile, il casalingo salone dell’auto di Parigi. André Lefevre, il progettista che quasi un ventennio prima aveva scosso il settore firmando la mitica Traction Avant fortemente voluta dall’altrettanto leggendario André Citroen, alzò il velo dall’attesa novità della casa francese.

A dargli una mano l’allora meno noto designer italiano Flaminio Bertoni che ne aveva pennellato le fantastiche linee. Era nata la DS, il mondo intero stropicciò gli occhi. I tecnici delle case rivali rimasero impietriti e, fra lo sconforto e la rassegnazione, tornarono a casa a lavorare. La DS sprizzava charme francese da ogni angolo della carrozzeria e sfoggiava un’aerodinamica che anticipava quella del Concorde. La tecnologia, poi, era nel futuro: garantiva un comfort spaziale e una tenuta di strada mai vista grazie alle sospensioni idropneumatiche che precorrevano l’era dei dispositivi “attivi”.

Il resto è storia. E fu per questo che Philippe Varin, il manager che guida l’azienda controllata dalla famiglia Peugeot, decise di puntare proprio sulla griffe DS per dar vita ad un marchio premium in grado di sfidare i soliti tedeschi che ormai da tempo spadroneggiano in quei ricchi territori. La DS moderna è una favola di successo che è andata oltre le aspettative. DS3, DS4, DS5, l’offerta si è man mano allargata e i clienti hanno capito in fretta che non erano delle speciali versioni di modelli Citroen, ma vetture con una personalità spiccata e una coerenza di linguaggio, destinate ad un pubblico particolare, più attento al fascino e all’esclusività, al lusso e alla qualità, al design e alla tecnologia.

Più di così proprio non si poteva fare, almeno guardando lo scenario dalla vecchia Europa, un continente che attraversa una fase delicata e, soprattutto, ha un mercato dell’auto in forte difficoltà. I costruttori europei, quelli più antichi e ricchi di tradizione, per uscire dalla palude guardano orizzonti lontani e affidano proprio ai modelli premium il ruolo da apripista sui mercati emergenti. Il cambio del millennio ha fatto spostare la lancetta del barometro: l’ombelico del mondo, per anni localizzato nell’Atlantico (fra l’Europa e l’America), ha preso la strada del lontano Oriente, affondando le radici nel paese della Grande Muraglia che è anche il più popoloso del pianeta.

Quello che è accaduto negli ultimi anni in Cina è impressionante e, anche tornandoci a distanza di pochi mesi, non si può fare a meno di sgranare gli occhi come fece diversi secoli fa Marco Polo scoprendo le favolose terre dell’Imperatore. Nella Cina attuale tutto è possibile. Quello che qualche anno fa era il sogno americano è diventato il sogno cinese ed anche le favole più emozionanti possono diventare realtà. Se c’è un paese dove nel terzo millennio può nascere un nuovo costruttore di auto quello è la Cina e gli uomini della PSA hanno scelto proprio la Cina per dare al brand DS lo status di «casa automobilistica autonoma» a fianco degli storici Leone della Peugeot e Double Chevron della Citroen.

PSA è stato uno dei primi costruttori a sbarcare in Cina (più o meno nello stesso periodo di Volkswagen e Jeep) e la prima joint venture con la Guangzhou risale al 1985. Finora PSA ha operato in Cina in partnership con la Dongfeng producendo vetture sia per il marchio Peugeot che per Citroen (circa metà e metà). Lo scorso anno il mercato cinese dell’auto (esclusi i “commerciali leggeri” o light truks come li chiamano gli americani) è cresciuto del 7,2%, il Gruppo francese ha incrementato le proprie vendite del 9,2%, arrivando a 442 mila unità (3,5% di quota di mercato). Nel primo semestre del 2013 le vendite totali sono cresciute ancora del 16%, PSA del 33% grazie soprattutto al successo delle nuove 3008 e C4 L.

La joint venture con Dongfeng (DPCA) è basata nella provincia di Hubei e attualmente dà lavoro a 15 mila dipendenti, 13 mila nella fabbrica di produzione vetture di Wuhan (attualmente ha una capacità di 600 mila esemplari l’anno che salirà a 750 mila nel 2015) e 2.000 in quella Powertrain di Xiangyang (640 mila motori e 375 mila trasmissioni). Per dar vita all’operazione DS che ha una sua autonomia e identità sia industriale che commerciale, PSA ha scelto un partner diverso e nel novembre del 2011 Varin in persona ha avviato la partnership con Changan Auto Group dando vita CAPSA (investimento complessivo di circa un miliardo di euro), l’azienda che produrrà le DS (solo DS!) in Cina.

Il nuovo stabilimento inaugurato qualche giorno fa a Shenzhen (13 milioni di abitanti, Pil più che raddoppiato negli ultimi sette anni) nel sud della Cina ha avviato la produzione della DS5 che finora era importata, al pari della DS4 e delle DS3 chiusa e cabrio. Per lanciare la prima DS cinese (ha affinamenti dedicati a gusti dei clienti locali) è stata scelta come ambasciatrice una delle migliori interpreti del fascino e della bellezza made in France, l’attrice Sophie Marceau. L’impianto di Shenzhen è chiaramente modernissimo ed è al massimo livello fra quelli del PSA Group. Ora dà lavoro a 2.200 persone che saliranno a 2.500 entro la fine dell’anno.

Nel 2014 alla DS5 cinese si affiancheranno altri due modelli per il momento riservati al mercato locale (tutti nascono sulla stessa piattaforma), una classica berlina tre volumi (molto amate in Cina) e un Suv (derivato dal concept Wild Rubis esposto in primavera al salone di Shanghai). La capacità della fabbrica è di 200 mila unità l’anno, ma può salire fino a 350 mila. All’interno del sito industriale di Shenzhen vengono prodotti anche i propulsori turbo benzina 1.6 (il 2.0 da 200 cavalli è importato dalla Francia).

Le DS vengono vendute nei DS Store, 34 sono già operativi, saliranno a 50 entro la fine dell’anno e a 100 nel 2014 per poi arrivare a 150. Nella strada principale di Shanghai, Nanjing Road, è già operativo il primo DS World del mondo (il secondo sta per essere aperto a Parigi). Tutte le attività di PSA nel lontano Oriente (quelle di DPCA e di CAPSA) fanno capo a DASI con sede a Shanghai (è guidata da Gregoire Olivier che siede anche nel board di PSA) dove c’è pure un centro tecnico con 800 dipendenti.

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Sabato 5 Ottobre 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA