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GINEVRA - Scherzi del destino, presentata alcune settimane fa in prima mondiale all'Auto Expo di Nuova Delhi come Tata Zica, la piccola citycar indiana è stata mostrata in premiere europea al Salone di Ginevra come Tiago. La nuova denominazione è stata scelta dai vertici del gruppo per evitare che l'affermazione sul mercato indiano e sudamericano della loro ''Zippy Car'' (''auto rapida''), questa l'origine dell'acronimo precedente, fosse ostacolata dall'assonanza del nome con quello del virus Zika, trasmesso dalla zanzara Aedes, che negli stessi paesi e a livello internazionale è fonte di preoccupanti epidemie.
La nuova denominazione è già un successo grazie al concorso ''social'' #Fantastico Name Hunt lanciato dal Costruttore indiano su Facebook, Twitter e Google. In 72 ore il contest ha totalizzato 48 milioni di contatti, 12 milioni di visualizzazioni video e oltre 37.000 suggerimenti, tra cui Tiago, Civet e Adore che sono stati selezionati per la votazione finale. A vincere, alla fine, è stato proprio Tiago, vocabolo portoghese che in italiano corrisponde a Giacomo, suggerito via Facebook dal signor Libi Thomas. Lunga 3,75 metri, dieci centimetri in più di una Fiat Panda, equipaggiata con un tre cilindri Diesel da 70 Cv o con un 1.2 benzina da 85 Cv, la Tiago sarà lanciata sul mercato alla fine di marzo e per ora non è prevista la sua commercializzazione in Italia.
Al Salone di Ginevra, l'auto è esposta nel padiglione 1, tra le affascinanti supercar di Bugatti, Lamborghini, Porsche e Pagani, i concept car futuristici di Pininfarina e Italdesign e le ragazze appariscenti che fanno da contorno alle elaborazioni di alcuni preparatori tedeschi.
Disegnata nel centro stile di Pune, con suggerimenti dai design studios inglese e italiano del gruppo, la Tiago grazie a questa vicenda è diventata famosa nel mondo dell'automobile più di quanto le sue reali caratteristiche tecniche avrebbero potuto permettere. Nonostante sia popolarissima tra gli utenti dei social network e abbia una fama incredibile proprio per le vicende legate al nome, la citycar indiana a quattro porte passa quasi inosservata nello stand minimalista fatto allestire dalla Tata e in cui non sono previsti riferimenti alla Zica.
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