La lussuosa cabina di un Truck a guida autonoma

Unrae illustra il trasporto merci di domani: dai truck a guida autonoma ai conducenti iperconnessi

di Antonino Pane
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BARI - Brutto, sporco e a volte anche cattivo. Sì, cattivo, quando, ad esempio, rallenta decine e decine di auto che lo seguono e non accosta per lasciarle passare. Il camionista di oggi, quello in canottiera, grassoccio, con le mani unte? Dimenticatelo. Per prima cosa non si chiamerà più camionista e neanche autista ma conducente di veicoli che trasportano merci. A Bari, nell’Istituto dei Salesiani “Redentore” presentato il nuovo profilo di conducente, quello che guiderà in futuro. La sezione veicoli commerciali dell’Unrae, insieme all’Albo degli esercenti la professione e le organizzazioni che li raggruppano, hanno presentato ai giovani l’opportunità di un concreta immissione nel mondo del lavoro. Le ultime generazioni di Truck esposte e l’opportunità di un bando che consente di ottenere un bonus che copre fino all’80% delle spese per il rilascio della patente C o D e del certificato che abilita al trasporto delle merci. 

Ma da soli che benefici economici non bastano. Bisognava cancellare quella sbiadita immagine di camionista accerchiato da ritagli di calendari erotici e con il microfono della radiotrasmittente in mano. E così tra i giovani studenti di Bari è arrivato Mike Robinson, il noto designer del settore automotive, reduce proprio da una forte esperienza con Iveco, per spiegare ai ragazzi che il conducente di domani sarà un vero e proprio tecnico informatico, che il grasso non si vedrà più, che la cabina di un tir sarà simile, molto simile, ad un mini appartamento digitale perennemente connesso per interagire costantemente con il mondo esterno.

Insomma i primi Truck a guida autonoma che già vanno sulle strade americane nel giro di pochissimi anni saranno soppiantati da automezzi capaci di interagire col mondo esterno a 360 gradi. Guida autonoma, manovre, rifornimento, tutto avverrà in maniera automatica e il conducente dovrà solo assistere a tutto questo mentre guarda un film, fa una doccia o si dedica alla cura del proprio fisico sul tapis roulant. Mike Robinson non le ha solo immaginate per la sezione veicoli commerciali dell’Unrae le soluzioni, le ha disegnate ed alcune messe già in pratica come la comodissima scala che immette nella cabina del Truck Iveco. Niente arrampicate,  basta aprirà la porta per trovarsi di fronte a scalini simili a quelli che immettono nelle villette.

 E poi gli interni delle cabine di domani, poltrone girevoli, scrivanie digitali, servizi con doccia, palestra, zona riposo. Insomma un ambiente di lavoro capace di accompagnarti alla scoperta del mondo senza allontanarti troppo dal tuo mondo. «La cabina di domani - spiega Mike Robinson - non avrà i vetri laterali, non servono più. Il sistema di telecamere multiple a 360 gradi guarda all’esterno e regola l’andamento costantemente. Tutto il frontale, invece, lo immaginiamo come un grade schermo touch capace di dialogare con l’ufficio, l’azienda che aspetta la merce, o anche con la famiglia, magari solo per aiutare i figli a fare i compiti. Insomma in giro per il mondo ma sempre connessi col proprio mondo».

Il camionista brutto, sporco e cattivo, nel mondo di Mike Robinson non c’è più. E lui è certo che questa strada è già stata imboccata e non si può più tornare indietro. «Il futuro è questo - ha detto ai ragazzi di Bari - voi dovete metterci solo la voglia di fare e la passione».

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Mercoledì 4 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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