​Il mercato del lavoro è in ripresa: in Polesine 3.200 occupati in più

Nell’ultimo anno più contratti a termine, a tempo indeterminato e apprendistato

Mercoledì 1 Maggio 2024 di Nicoletta Canazza
in fabbrica

ROVIGO - Festa del Primo Maggio per 3.200 lavoratori in più in Polesine quest’anno. Lo dicono i dati dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre secondo i quali, nel 2023 la media degli occupati presenti in Veneto era di 2.226.000 unità: quest’anno si dovrebbe toccare quota 2.248.000, in pratica 22mila occupati in più di cui oltre il 14,5% proprio in provincia di Rovigo.
Rispetto al dato medio 2023, infatti, quest’anno si stima che il numero medio degli occupati in Polesine aumenterà di 3.200 unità (più 3,5%): un dato che alleggerisce quel meno 1,3% (1.300 posti persi) nel periodo 2019-23.

Tanto è costato, infatti, la bufera covid alle aziende polesane visto che si è passati dai 97.400 addetti del 2019 ai 92.900 del 2020 ai 96.200 del 2023. 


LA FOTOGRAFIA 
In vista del Primo Maggio, la Cgia ha voluto misurare la qualità del mercato del lavoro presente nel Veneto, arrivando alla conclusione che, in Italia, solo la Lombardia e la Provincia Autonoma di Bolzano presentano un risultato medio migliore di quello veneto. Rispetto al pre-Covid ci sono in regione 72mila occupati in più (+3,3%) con Padova e Treviso a guidare la crescita occupazionale.
A livello provinciale gli aumenti dei posti di lavoro hanno interessato soprattutto Padova (26.200 unità in più sul 2019: +6,4%), mentre nella Marca la platea è aumentata di 21mila unità (+5,5%). Negli ultimi 4 anni solo Rovigo e Belluno hanno registrato dati in negativo: rispettivamente meno 1,3% e meno 2%. Nell’ultimo anno, invece, tutte le 7 province venete hanno visto aumentare il numero degli occupati: con punte del 6,2% a Treviso e 5,7% a Padova. Rovigo, come detto, è cresciuta di 3.200 unità (più 3,5%).


QUALITÀ DEL LAVORO 
L’analisi della Cgia ha messo poi a confronto otto indicatori recuperati dal rapporto Bes (Benessere Equo sostenibile) presentato dall’Istat: dipendenti con paga bassa, occupati sovraistruiti, non regolari, con lavori a termine da almeno cinque anni, tassi di infortuni mortali e inabilità permanente, soddisfazione per il lavoro svolto, percezione di insicurezza dell’occupazione, part time involontario. “Solo” il 52,3% degli intervistati ha espresso un punteggio medio di soddisfazione tra 8 e 10 per i seguenti aspetti del lavoro svolto: guadagno, opportunità di carriera, numero di ore lavorate, stabilità del posto, distanza casa-lavoro, interesse per il lavoro. Tra le criticità da superare ci sono il basso tasso di occupazione, specie femminile, il trend in calo delle partite Iva (meno 16.600 in Veneto rispetto al 2019: -3,5%) e, purtroppo, i decessi nei luoghi di lavoro.

 
OSSERVATORIO REGIONALE 
L’Osservatorio regionale di Veneto lavoro ha poi messo a confronto le assunzioni nel settore privato dell’ultimo triennio e, in particolare, i rapporti a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato del trimestre. Nel periodo gennaio-marzo 2024 sono state rilasciate in regione 32.114 dichiarazioni di immediata disponibilità (Did): meno 0,1% sullo stesso periodo del 2023. I contratti sono saliti del 6,9% in agricoltura, del 2,7% nei servizi, dell’8,3% nel turismo a fronte di una contrazione dell’8,4% nell’industria, del 16,7% nel settore metalmeccanico e del 12,4% nel settore servizi alle imprese. Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, il saldo contratti è stato complessivamente positivo nel periodo gennaio-marzo (1.627) pur se inferiore a quello dello stesso periodo del 2023 (1.777). Nel dato rientrano in ogni caso, sia le nuove assunzioni che le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato. I primi tre mesi del 2024 hanno fatto registrare un più 2,6% di assunzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso contro lo 0,8% di Padova e il -4,5% di Venezia. 

Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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