La piazza, Signore&Signori e la storica rapina: la gioielleria Giraldo compie 70 anni

Il negozio di piazza dei Signori, aperto nel 1954, è un pezzo di storia trevigiana. Gli eredi: «Tradizione di famiglia dal 1880»

Sabato 11 Maggio 2024 di Elena Filini
Laura, Gianni e Francesca Giraldi

TREVISO - Settant'anni della gioielleria Giraldo in piazza dei Signori: quando una vetrina diventa una finestra sul mondo.

Una città, una piazza, una famiglia. Treviso è stata ed è anche questo. Una comunità fatta di grandi storie famigliari. Dietro le pareti di certi negozi, come nel segreto delle case, sono cementate ai muri memorie che fanno capire il senso della tradizione.

Una storia di famiglia 

Può far rima con orgoglio, con immobilismo, può diventare un'eredità importante e impegnativa, ma racconta sempre ciò che siamo. Ed è così per la famiglia Giraldo: tradizione di gioielleria dal 1880 e vetrina nel salotto buono di Treviso dal 1954. Gianni e Laura Giraldo aprono il cahier delle memorie: ne esce un ritratto di velluti e piombo. La bellezza dei gioielli, il terrore del sequestro. Ma soprattutto lo charme di un padre, Alberto, che con la sua personalità ha dominato la scena. Diploma in violino, militanza nell'orchestra del Teatro comunale, poi l'amore per la pittura e per il volo. Loro, i figli. E con loro i cugini, nella vita hanno provato a fare altro tra lauree in giurisprudenza, beni culturali e lettere. Ma il richiamo alla fine ha prevalso. E tutti sono tornati dietro quella vetrina che nasconde spazi e mondi. Convinti che regalare un gioiello non sia solo una questione economica. Ma significhi soprattutto voler dare valore agli eventi della vita, con un'emozione che non tramonta.

Le origini

La tradizione famigliare parte nel 1880 con il bisnonno Favaretto e la sua bottega in piazza Noli (attuale piazza Borsa). La figlia del primo gioielliere sposa un Giraldo e così, dagli inizi del Novecento, il nome muta. Nel 1948 avviene l'acquisto dell'intero palazzo che guarda su piazza dei Signori e nel 1954 l'inaugurazione del negozio che è rimasto un punto di osservazione privilegiato su come nel tempo siano cambiate la città e le abitudini dei Trevigiani.

Ritrovo di artisti

«Nostro nonno ha servito Pietro Germi - ricorda Laura Giraldo- e grazie alle molte passioni di papà la gioielleria è diventato un punto d'incontro per l'arte». Al punto che nel 1964 al primo piano dello stabile Alberto Giraldo apre un atelier, intrattenendo rapporti con Virgilio Guidi e poi Fabrizio Plessi. «Papà aveva studiato violino con Mariutto al Manzato diplomandosi a Udine. Del Monaco e Toti Dal Monte tra i clienti». Da qui passava ogni settimana Ennio Comin quando doveva far “approvare” le vignette per il Gazzettino. Poi, ca va sans dire, tutta l'imprenditoria che conta nella Marca. Ma nomi non se ne fanno in un patto di segretezza che ha legato nei decenni il nome di Giraldo alle grandi famiglie trevigiane. «Ci sentiamo e siamo eredi di un mondo fatto di famiglie, penso ai Bosio, Pignatto, Nascimben, agli Springolo - riflette Gianni Giraldo -: il mestiere si tramanda di generazione, ma le spalle non sono solo volte al passato».

Gli anni di piombo

La storia della famiglia ha una involontaria popolarità con le cruente vicende degli anni di piombo: Giusva Fioravanti e Francesca Mambro assaltano il negozio tenendo sotto sequestro Alberto e i famigliari. «Un evento che ci ha segnato profondamente- conferma Laura- ma che ci ha anche dato il senso dell'affetto della città. I clienti ci hanno sostenuto vivendo con noi il dramma». Cambia la città, cambiano i gusti dei trevigiani. L'argenteria e gli oggetti per la casa tramontano, restano le pietre preziose e soprattutto l'orologeria di alta gamma. Gli archivi conservano le corrispondenze con Omega e Rolex, cui i Giraldo festeggiano quest'anno 60 anni come distributori. La professionalità non si improvvisa, ma il mondo va avanti e così alla fine degli anni Novanta inizia il processo di digitalizzazione.

Le mode

E se cambiano i gusti, non cambia la voglia di sottolineare con un gioiello i momenti importanti della vita. «Oggi la gioielleria resiste soprattutto se legata all'amore ai momenti importanti, dal fidanzamento al matrimonio alla nascita di un figlio- riprendono Laura, Gianni e la cugina Francesca-le famiglie trevigiane amano ancora il gioiello di brand ma anche il gioiello esclusivo che scoviamo grazie a nuove eccellenze e piccoli atelier». L'orologeria è cambiata: dall'orologio strumento si è passati all'orologio gioiello. Ambito dagli uomini ma anche dalle donne. Ai clienti tradizionali si affianca oggi il cliente internazionale che arriva da Venezia, da Jesolo o dalle colline. «Il nostro sforzo maggiore oggi- aggiunge Gianni Giraldo- è far conoscere la gioielleria in termini generali ai giovani, che la vedono come irraggiungibile». Gli ultimi quindici anni sono stati con l'acceleratore: restyling del negozio (pur nella completa riconoscibilità), specializzazione e fidelizzazione, sostegno alla stagione del Teatro Comunale e apertura della Gallery sotto allo scalone dei Trecento come volontà di valorizzare un angolo difficile del centro storico. «Siamo orgogliosamente trevigiani, crediamo nel valore di un rapporto con i clienti che un clic on line non potrà mai sostituire”.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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