La Jaguar XF Sportbrake

Jaguar XF Sportbrake, l'eleganza nello spazio. La casa britannica lancia la versione wagon della sua “classe media”

di Giampiero Bottino
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PORTO - Nell’impegnativa sfida tra le station wagon di prestigio, molto apprezzate dalla clientela aziendale e soprattutto in Italia largamente preferite alle prestigiose berline da cui derivano, irrompe un’ambiziosa protagonista.
Il suo nome è Jaguar XF Sportbrake, ed è l’unica station presente nel listino del costruttore britannico. Con il suo arrivo nelle concessionarie, alla fine di ottobre, è stata completata la famiglia, ormai giunta alla seconda generazione, del modello che nel 2008 ha portato la Jaguar a competere nell’affollato segmento E premium, storicamente dominato dai prodotti «made in Germany». Per contrastare questa leadership non facile da insidiare (ma forse proprio qui sta il fascino della sfida), la casa di Coventry ha messo in campo le sue armi più efficaci: contenuti tecnologici allo stato dell’arte, un look equilibrato e sportivo, pienamente in linea alla rivoluzione stilistica che ha praticamente coinciso il passaggio del brand nell’orbita del gruppo indiano Tata, l’inconfondibile e intramontabile richiamo della «britishness» di cui il gruppo Jaguar-Land Rover è rimasto il più orgoglioso e autorevole portabandiera.
 

 

A dispetto delle dimensioni importanti (la Sportbake è lunga 4.955 mm, soltanto uno in più della berlina), su strada la familiare del Giaguaro non ha manifestato il benché minimo sintomo di pigrizia o di impaccio, che pure avevamo messo nel conto mettendoci al volante di una station wagon in grado di accogliere fino a 2 tonnellate di carico in un vano regolare, dal pavimento che rimane perfettamente piatto anche quando lo si amplia abbattendo gli schienali posteriori. Operazione che aumenta da 565 a 1.700 litri il volume a disposizione dei bagagli.
L’agilità e l’handling esibiti nell’articolato percorso ricavato nella tortuosa e scenografica valle portoghese del Douro, culla del pregiatissimo Porto, confermano che la bontà del progetto che ha portato alla realizzazione della XF Sportbrake. Le buone qualità dinamiche e il comportamento sempre affidabile non dipendono soltanto dalla distribuzione ideale (50:50) del peso tra gli assi, ma anche dalla comprovata esperienza del costruttore inglese nella tecnologia dell’alluminio che, largamente presente nella scocca e per oltre la metà riciclato, ha contribuito a contenere il peso in 1.660 kg, che non sono davvero tanti per vetture con queste caratteristiche.

La «sostenibile leggerezza dell’essere (a bordo)» contribuisce a fare della XF Sportbrake una vera Jaguar, che per esprimere il temperamento ed evidenziare la riuscita combinazione tra lusso e sportività non ha bisogno di imponenti (e assetati) schieramenti di cavalleria, ma può accontentarsi di motori orientati più all’efficienza (come dimostrano le emissioni di CO2 che nel caso della versione più «green» si attestano a 118 g/km nel ciclo di prova europeo) che alle pure performance.

L’ossatura della gamma è infatti costituita dai 4 cilindri 2.0 della famiglia Ingenium a benzina da 250 cv e turbodiesel da 163, 180 e 240 cv, mentre al vertice delle potenze si collocano i 300 cv del 6 cilindri 3.0 turbodiesel. Ma la versione probabilmente più vicina allo spirito Jaguar, di cui abbiamo apprezzato non solo l’esuberanza, ma anche l’equilibrio e il comfort, non verrà commercializzata in Europa: il suo 6 cilindri 3.0 bi-turbo a benzina – 380 cv e prestazioni mozzafiato accompagnate da un sound entusiasmante – è infatti destinato esclusivamente al mercato cinese. Nelle concessionarie italiane, dove le vendite sono partite ufficialmente il 25 ottobre, la Jaguar XF Sportbrake offre ai clienti l’alternativa tra quattro motori diesel (2.0 a 4 cilindri, 3.0 a 6 cilindri) di potenze comprese tra i 163 e i 300 cv e la sola unità a benzina da 250 Cv. La trasmissione automatica di serie rappresenta la regola, mentre il cambio manuale a 6 rapporti è disponibile come alternativa esclusivamente in abbinamento al turbodiesel da 163 cv, che nell’allestimento base denominato Pure costituisce il modello d’accesso alla gamma, con un listino di 46.780 euro e uno sbarco sul mercato previsto tre mesi dopo il lancio, e quindi all’inizio del 2018.

Tutte le altre varianti di prodotto sono invece disponibili con un ampio ventaglio di allestimenti, visto che al Pure si aggiungono quelli battezzati Prestige, R-Sport e Portfolio. Per quanto riguarda la tipologia di trazione, soltanto il turbodiesel 2.0 Ingenium da 180 cv offre la scelta tre le due (posteriori) e le quattro ruote motrici che invece sono di serie con il motore da 240 cv.

Un discorso a parte merita la proposta top di gamma equipaggiata con il V6 a gasolio da 300 cv e dotata di trazione posteriore: si parte dall’allestimento Portfolio per salire progressivamente alle versioni S e First Edition che, con un prezzo di 80.150 euro, si posiziona al vertice del listino della nuova wagon del Giaguaro.
 

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Lunedì 20 Novembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 21-11-2017 12:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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