La Mini Cabrio aumenta nelle dimensioni, come per la 3 porte infatti la lunghezza cresce di quasi 10 cm arrivando a 3,82 metri e di quasi 5 cm la larghezza mantenendo inalterata invece l'altezza

Mini Cabrio, il gioiellino inglese perde la testa e "scopre" la sua quarta variante

di Nicola Desiderio
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PORTO ERCOLE - Se volete il cielo in un'automobile è arrivata la stagione giusta e la Mini, con straordinario tempismo, presenta la nuova Cabrio, quarta variante della terza generazione della piccola inglese dopo hatchback 3 porte, 5 porte e Clubman, in attesa che anche la prossima Countryman entri a fare parte del club. Nel frattempo la signorina di Oxford mostra il lato più sbarazzino e romantico rinnovando una tradizione che dura dal 2004 e che ha portato in casa oltre 330mila clienti (12mila in Italia), quasi equamente distribuiti tra le due precedenti generazioni mentre sono poco più di mille gli esemplari della Mini Cabrio apparsa nel 1993 come serie speciale.


Parliamo ovviamente di quella “vecchia”, un aggettivo che sulla Mini, così come sull'Inghilterra e sui suoi simboli, non ci sta mai male perché evoca una tradizione nobile che questa nuova Cabrio vuole portare avanti seguendo il solco della nuova Mini. Come per la 3 porte infatti la lunghezza cresce di quasi 10 cm arrivando a 3,82 metri e di quasi 5 cm la larghezza mantenendo inalterata invece l'altezza. Le forme della carrozzeria appaiono più bombate, il cofano anteriore più lungo e adunco e i gruppi ottici più grandi, ma la fisionomia rimane sempre la stessa. Identica filosofia anche per l'abitacolo dove l'evoluzione si avverte soprattutto per il livelli qualitativi, ora degni finalmente di una piccola BMW, mentre robuste dosi di tecnologia completano la consueta originalità e raffinatezza Mini, fatta di cromature, illuminazione multicolore regolabile, levette “toggle” e strumenti circolari tra cui l'immancabile Always Open Timer che misura il tempo trascorso “en plein air”.


A questo proposito, la capote in tela ora non ha bisogno di essere sbloccata manualmente ed è dunque totalmente elettrica, ma mantiene tutte le esclusive prerogative funzionali che l'hanno resa famosa. La parte superiore infatti può scorrere come se fosse un tetto apribile e, insistendo con il comando, in 18 secondi e fino a 30 km/h il tetto si apre completamente ripiegandosi a vista, dando alla Cabrio quel sapore retrò che si chiede alla Mini, ma con una maggiore pulizia delle linee. Scompaiono infatti i rollbar cromati e arrivano quelli a scomparsa che fuoriescono immediatamente da dietro i poggiatesta posteriori e all'altezza dei montanti centrali nel caso vi fosse pericolo di ribaltamento.

La Cabrio inoltre guadagna altri punti in sicurezza adottando tutti i dispositivi di assistenza della nuova gamma Mini e, per le mamme aperte di spirito, ora ci sono anche i ganci Isofix per il seggiolino. Altra particolarità di questa capote è la funzione Easy Load, che consente di sollevare il lembo posteriore in modo da facilitare l'accesso al vano di carico cui si accede attraverso la non meno celebre ribaltina. La capienza, pur cresciuta del 25%, è quella che è – 165 litri da aperta e 215 da chiusa – ma a facilitare ulteriormente le cose ci sono le levette per abbattere i due schienali posteriori. Ma non è finita qui: ora la capote si può avere con la bandiera britannica nero su grigio, una delle tante possibilità di personalizzazione concesse dal programma Mini Yours e che permette di piazzare la celebre Union Jack praticamente ovunque, anche sul dorso dei poggiatesta qualcosa sceglieste i rivestimenti in pelle o in cuoio Chester. E veniamo alle novità tecniche. Rispetto alla Mini 3 porte, la Cabrio pesa 70 kg in più per la presenza dei 4 rinforzi posizionati nella parte inferiore della scocca mentre identica è la gamma motori a 3 e 4 cilindri.


Si parte dall'1.2 da 102 cv della One (l'unica a non poter avere il cambio automatico), si passa all'1.5 da 136 della Cooper e si arriva al 2 litri da 192 cv della Cooper S o da 231 cv della JCW, capace di portare la Cabrio fino a 235 km/h e a farla accelerare da 0-100 in 6 secondi e mezzo. Non scherza neppure la Cooper SD spinta dal diesel 2 litri da 192 e ben 400 Nm di coppia, quello che ci vuole se alla vostra Mini chiedete riprese davvero prepotenti. Se invece per voi una scoperta inglese non deve essere motorizzata in modo esagerato per liberare tutto il piacere di guidare all'aria aperta, la scelta migliore è la Cooper D spinta dal diesel 1.5 da 116 cv che offre consumi molto bassi (3,8 litri/100 km pari a 100 g/km di CO2) e un gradevole brio grazie alla coppia di 270 Nm disponibile già da 1.750 giri/min.

Il 3 cilindri a gasolio ha inoltre un rumorino piacevole, vibra poco e risponde sempre “presente” all'acceleratore in modo pronto e progressivo, qualità che si apprezzano ancora di più quando si impegna questa Mini sui terreni a lei più congeniali, ovvero la città e il misto stretto dove l'inglese ha perso un pelo di nervosismo, ma ha guadagnato in comfort e compostezza. La nuova Mini Cabrio parte dai 22.900 euro e arriva fino ai 36.100 euro della John Cooper Works passando per i tre allestimenti (base, Hype e Boost) che sono solo il punto di partenza per costruirsi la propria Mini su misura. È il minimo per un'auto che promette il massimo del piacere e va acquistata sul vento dell'entusiasmo, non solo quello che scompiglia i capelli.
 

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Martedì 12 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 13-04-2016 00:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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