La Subaru Outback è stata una delle prime station wagon tuttoterreno

Subaru Outback, la prima delle wagon alte
ora anche turbodiesel, boxer e automatica

di Nicola Desiderio
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ORTA SAN GIULIO - Station wagon a ruote alte, una moda che sta prendendo sempre di più, ma che ha un’indiscutibile antesignana: la Subaru Outback, nata originariamente nel 1995 da una costola della Legacy, diventata sempre di più un modello a sé stante e che ora si arricchisce dell’accoppiata tra motore diesel 2 litri e cambio Lineartronic, un automatico CVT originale sia nella conformazione sia nelle caratteristiche di funzionamento.

Veste classica che cambia poco. L’arrivo di queste novità ne porta anche altre a livello tecnico, ma anche estetico per quello che può essere definito un vero e proprio Model Year 2014. Il frontale, ad esempio, è stato reso un po’ più grintoso e ha la griglia cromata, diversi sono i cerchi e le calotte dei retrovisori mentre all’interno sono cambiate le tonalità dei rivestimenti, tra cui un nuovo satinato scuro applicato sulla plancia e sulle portiere. Sulla strumentazione poi arrivano il nuovo sistema di retroilluminazione, la tonalità azzurra e un nuovo display multifunzione ad alta definizione inoltre il sistema infotelematico, aggiornato nella funzionalità, ora ospita sul suo schermo da 7 pollici anche la retrovisione attraverso un’apposita telecamera. Da segnalare l’utile funzione che consente di assegnare a due chiavi distinte le impostazioni dei loro “portatori” così che per entrare in macchina basta tirare la maniglia e per avviarla solo premere il pulsante senza rifare le regolazioni dei sedili.

Spazio e sicurezza e ancora più comfort. Prima di arrivare all’inedita accoppiata motore-cambio, vale la pena soffermarsi su alcune modifiche tecniche che riguardano prima di tutto le sospensioni, dotate di una diversa taratura e di supporti e barre antirollio più rigide. Quelle posteriori mantengono il sistema autolivellante, utilissimo se c’è un traino di una certa entità o semplicemente si dà fondo alle capacità di carico della Outback che ha una vano bagagli che va da 526 a 1.726 litri. È stata migliorata anche l’insonorizzazione con nuovi materiali fonoassorbenti e intervenendo sui collegamenti tra meccanica e scocca la cui robustezza in caso di incidente è testimoniata da tutte le agenzie incaricate di verificare il grado di sicurezza delle autovetture, come l’Euro NCAP.

Sterzo elettrico e tre sistemi integrali. Importante novità infine è l’introduzione dello sterzo a servoassistenza elettromeccanica con l’adozione di attacchi più rigidi per la scatola in modo da migliorare la risposta del comando. Il diesel 2 litri con questo cambio ha un sistema di trazione integrale permanente con ruotismo epicicloidale e differenziale a controllo elettronico che modifica la ripartizione di coppia 45/55 in condizioni normali. Con il cambio manuale la ripartizione della coppia tra avantreno e retrotreno è perfettamente pari e viene modificata in modo totalmente meccanico e “passivo” attraverso un giunto viscoso mentre con il 2,5 litri a benzina da 173 cv – ora dotato di distribuzione bialbero – il sistema è attivo e agisce attraverso un pacco frizioni interagendo con il controllo di stabilità per operare trasferimenti di coppia e limitare così sottosterzo e sovrasterzo. Una tale ricchezza di soluzioni si poteva aspettare solo dalla casa che ha fatto della trazione integrale il proprio credo sin dal 1972. Da allora, su 13,3 milioni di Subaru prodotte, ben 12,5 hanno le 4 ruote motrici.

Un’accoppiata in… continuità. Il cambio Lineatronic è stato introdotto per la prima volta nel 2009, ma mai prima d’ora era stato montato sull’altrettanto unico 4 cilindri boxer a gasolio omologato ancora Euro 5 che eroga 150 cv a 3.600 giri/min e una coppia di 350 Nm tra 1.600 e 2.400 giri/min. Modifiche sono state apportate per ridurne gli attriti interni ed è stato montato un alternatore più potente per supportare le funzioni legate al cambio Lineartronic. Quest’ultimo ha la particolarità di essere una trasmissione a variazione continua, ma al posto della cinghia c’è una catena le cui maglie sono state rese più fitte per sopportare la maggior coppia del diesel, insieme a un convertitore di coppia più grande e ad altre modifiche che riguardano gli ingranaggi, i materiali e la lubrificazione.

Un CVT che sembra un automatico vero. La novità maggiore riguarda però l’elettronica di controllo che consente di ottenere 7 rapporti in modalità sequenziale agendo sulle levette al volante, ma soprattutto riconosce lo stile di guida e, quando si fa il cosiddetto il kick-down, scala velocemente e poi risale di rapporto in automatico come se fosse un cambio a rapporti fissi. In questo modo si annulla quasi del tutto quel fastidioso effetto di “sfollata” che caratterizza la stragrande maggioranza dei CVT. Un’idea geniale e ci si chiede perché nessuno ci abbia mai pensato per incrementare l’attrattiva di un tipo di trasmissione che tra quelle automatiche è quella che offre il miglior comfort e anche il miglior rendimento perché è capace di far funzionare il motore a regimi costanti, vicini o coincidenti a quelli ottimali sia per le prestazioni sia per i consumi.

Mantiene le promesse: è un cambio vero. Vediamo dunque come va questo cambio. Naturalmente morbido in avvio, esalta le caratteristiche del diesel boxer, esente per natura da vibrazioni e sempre silenzioso. Se dunque si preme con parsimonia l’acceleratore, il 2 litri si stabilizza intorno a 2.000 giri/min – non a caso nel mezzo dell’intervallo di coppia massima – mentre il tachimetro segnala il guadagno di velocità fino a quando l’ago del contagiri comincia a scendere gradualmente e l’andatura si stabilizza. Se invece si schiaccia l’acceleratore, il motore sale di giri e, non appena raggiunge i 4.400 giri/min si sente il passaggio di rapporto. La sensazione è simile a quella fornita dai cambi automatici classici a convertitore di coppia di qualche anno fa, ma con un comfort e una fluidità di marcia nettamente superiori. Le prestazioni sono più che adeguate 195 km/h, 0-100 km/h in 10,2 secondi per un consumo medio dichiarato di 6,3 litri/100 km pari a 166 g/km do CO2. Per il resto, la guida dell’Outback non riserva sorprese. Si tratta di un’auto di grande sostanza, confortevole, ma soprattutto equilibrata e ben piantata sulle ruote nonostante gli pneumatici tutt’altro che sportivi (225/60 R17) e l’altezza da terra di 20 cm che viceversa rappresenta l’asso nella manica della Outback non appena si esce dai nastri d’asfalto.

Tutte boxer e con trazione integrale. La Subaru Outback 2.0D Lineatronic verrà lanciata nel corso di questo fine settimana e offerta in tre allestimenti (Comfort, Trend ed Exclusive) a un prezzo che parte da 36.290 euro con un differenziale, a parità di equipaggiamento, di circa 2mila euro con le versioni a cambio manuale. Si possono avere invece solo con i due livelli superiori, e a prezzi tra loro identici, le versioni con cambio manuale e quelle con il nuovo motore a benzina 2,5 litri di serie con cambio Lineartronic. Quest’ultimo si può avere naturalmente con l’alimentazione bi-fuel GPL da 39.430 euro.

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Sabato 5 Ottobre 2013 - Ultimo aggiornamento: 08-10-2013 15:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA