Drammateatro, compleanno in scena per celebrare quarant’anni di attività

Drammateatro, compleanno in scena per celebrare quarant’anni di attività
di Cristina Squartecchia
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Martedì 30 Aprile 2024, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 13:35

«Sarà un incontro performativo più che una celebrazione di quarant’anni di attività» dice Claudio Di Scanno mentre racconta le avventure del suo Drammateatro, fondato nell'inverno del 1983 a Popoli in occasione di un laboratorio con Ibel Nagel Rasmussen, l’attrice danese del rivoluzionario Odin Teatret. Nacque così quella innovativa esperienza che oggi festeggia il suo quarantennale con un evento al teatro comunale di Popoli Terme alle 17.30. «Ripartiamo con Ibel, proprio da quel fermento artistico che guidava il nostro modo di concepire il teatro. L’idea di un teatro comunitario, collocato nella provincia, libero e indipendente, rappresentava quarant’anni fa qualcosa di molto coraggioso. A sostenerci fu la convinzione che bisognava diffondere con la pratica tra ci cittadini normali la teatralità, che non significa solo fare uno spettacolo, quello è l’ultima fase. Teatralità vuol dire stare dentro e intorno l’atto scenico, coinvolgere il cittadino nel processo creativo con diverse attività, innescando scambi e relazioni che si radicano in un territorio.

Nel prestare un servizio alla comunità si difende il teatro stesso. Ripercorreremo tutto questo insieme a Ibel, che fu la spinta iniziale, con un incontro performativo dal titolo “I fili del ritorno”. Ad aprire i festeggiamenti la mia compagna di avventura che da 30 anni ha segnato con me il percorso. Susanna Costaglione leggerà alcuni testi di Franco Scaldati con il violino di Angela Di Giuseppe e le riflessioni di Marcello Gallucci, docente di Storia del teatro all’Accademia di Belle arti di Roma. E poi Ibel ci regalerà alle 19 uno studio del suo nuovo spettacolo "I coralli della memoria"». In questi quattro ed intensi decenni l’avventura teatrale del Drammateatro ha segnato la comunità di Popoli e le realtà vicine con esperienze memorabili, come ama ricordare lo stesso Di Scanno: «Nel 1999 e 2000 abbiamo messo in scena l’opera di Antonin Artaud “Per farla finita con il giudizio di Dio”. Quello è stato per il Drammateatro uno dei momenti di massimo splendore artistico e aggregativo».

Cristina Squartecchia

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