Maltrattata, offesa, aggredita e pesantemente minacciata dal convivente (ormai ex): è l’odissea vissuta da una donna di 43 anni, che una sera per la paura è scappata da casa e le persone che l’hanno vista, sconvolta, hanno chiesto l’intervento della forze dell’ordine e così si è salvata ed ha poi trovato il coraggio di denunciare perché temendo per la propria vita non lo aveva mai fatto. Sull’uomo pende una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di maltrattamenti e lesioni personali, la donna, assistita dall’avvocato Manuela D’Arcangelo, è pronta a costituirsi parte civile, la difesa che punta a ottenere il patteggiamento in sede di udienza preliminare. La relazione fra i due è andata avanti per circa tre anni. Una sera, dopo cena, l’uomo, che aveva bevuto birra, inizia a offenderla con parole di genere e usa espressioni come “ti uccido” e “ti do fuoco”.
Lei cerca di calmarlo ma lui non vuole sentire ragioni e così la colpisce al volto con schiaffi e pugni e la spinge contro una parete della cucina. La donna a quel punto si rifugia in bagno ma niente perché lui non si calma e così guadagna l’uscita, va in strada e cerca di raggiungere il centro di Chieti. Il convivente a quel punto cerca di raggiungerla per convincerla a rincasare ma lei continua a scappare fino a quando non arriva una pattuglia allertata dai passanti, e poco l’ambulanza che la porta in ospedale da dove viene dimessa con una prognosi di dieci giorni per via delle contusioni cranio facciali e toracica che i medici le hanno riscontrato.