La Bentley Batur

Bentley Batur, il canto del cigno del motore W12 e lo stile delle elettriche del futuro

di Nicola Desiderio
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Un’auto speciale per celebrare la storia più recente del marchio e preparane il futuro stilistico. È questo lo scopo della Batur, coupé 2 posti presentata alla Monterey Design Week, nell’ambito del Concorso di Eleganza di Pebble Beach, che sarà prodotta in 18 esemplari costruiti a mano e curati dalla Mulliner, la sezione che a Crewe si occupa di creare i programmi di personalizzazione più avanzati e anche vetture in esemplari unici – come l’auto da parata della regina – o in serie limitata, come la Bacalar, una barchetta realizzata in soli 12 esemplari.

La Batur prende il nome di un lago vulcanico nell’isola di Bali e rappresenta uno spartiacque simbolico poiché è la Bentley più potente mai realizzata, sfrutta il W12 6 litri che è stato il motore portante della gamma negli ultimi 20 anni e contiene stilemi che caratterizzeranno la prima Bentley elettrica attesa nel 2025, come previsto dal piano Beyond100 all’interno del quale c’è anche l’obiettivo di rendere tutte le attività del marchio carbon neutral entro il 2030, traguardo già raggiunto nel 2020 con l’impianto produttivo di Crewe.

Se dovessimo dunque decifrare i messaggi della Batur, potremmo ipotizzare che la prima Bentley elettrica sarà la GT Coupè di prossima generazione e che le proporzioni rimarranno quelle tradizionali, con il cofano lungo e i fianchi posteriori potenti, ma con elementi nuovi come la calandra a sviluppo maggiormente verticale, i gruppi ottici anteriori più sottili e arrotondati, una coda dotata di un labbro più pronunciato, luci più fini e sviluppate in larghezza e una parte inferiore che slancia maggiormente il profilo.

La GT fu anche la prima Bentley del nuovo corso, quello sotto la proprietà di Volkswagen ed ha debuttato nel 2002, esattamente 20 anni fa avendo nel cofano il W12 6 litri biturbo che nel tempo è stato sviluppato migliorando l’efficienza del 25% e aumentando la potenza di quasi il 40%. Sulla Batur trova il suo canto del cigno superando i 740 cv di potenza e fornendo una coppia di 1.000 Nm. Il cambio è doppia frizione ad 8 rapporti e la trazione è integrale permanente con differenziale posteriore a controllo elettronico.

La sua funzione è migliorare la trazione e fornire coppia aggiuntiva alla ruota esterna per aiutare la direzionalità della vettura insieme alle 4 ruote sterzanti. Degno di tanta meccanica e di tanta forza è anche il resto dell’autotelaio con sospensioni dotate di molle pneumatiche a tre camere a controllo elettronico e barre antirollio attive. Gli pneumatici sono montati su enormi cerchi con diametro di 22 pollici e altrettanto giganteschi sono i freni con dischi carboceramici: anteriori con rotori da 440 mm e pinze a 10 pistoncini e posteriori da 410 mm con pinze a 4 pistoncini. Bentley tuttavia non dichiara le prestazioni.

Di altissimo livello i materiali e le possibilità di personalizzazione realizzabili grazie a soluzioni costruttive raffinate che guardano anche all’ambiente. Il diffusore posteriore è infatti in fibra di carbonio e altre fibre di origine naturale. I sedili invece sono rivestiti in pelle a chilometro zero proveniente dalla Scozia, pelle italiana trattata con prodotti naturali e microfibra scamosciata Dinamica, anch’essa frutto di un brevetto italiano e ricavata da bottigliette in polietilene. Accanto a questo. il selettore della modalità di guida e la banda alle ore 12 sulla corona del volante in oro 18 carati, stesso materiale utilizzato per realizzare con stampa 3D i tipici comandi a siringa (o a registro d’organo) delle bocchette di aerazione.  

In titanio sono invece alcune parti dell’abitacolo, l’intero impianto di scarico per ridurre il peso e – per la prima volta su una Bentley – anche le due coppie di terminali. I tappetini sono in filato riciclato. Anche l’abituale radica è disponibile in diverse essenze e in diversi trattamenti, come quello che le dà un effetto simile a quello della cassa di una chitarra. Anche in questo caso, un materiale tradizionale è reinterpretato in chiave moderna e utilizzato insieme ad altri, come il leggero carbonio, e le fibre naturali il cui valore ambientale diventa sempre più importante sia per i costruttori sia per i clienti, anche di questo livello.

Parliamo infatti di persone pronte a spendere 1,65 milioni di sterline, al netto delle tasse e di tutte le inevitabili personalizzazioni che una Batur necessariamente chiede per diventare un pezzo unico. I 12 clienti che riusciranno a prenotarla saranno coinvolti nella scelta di ogni materiale e ogni tinta per ogni tipo di superficie o componente e dovranno recarsi a Crewe dove i tecnici della Mulliner hanno preparato un dimostratore virtuale sul quale essere aiutati a scegliere e visualizzare ogni loro capriccio.

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Martedì 23 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 24-08-2022 19:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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