Un meccanico al lavoro su una C3 WRC nella fabbrica di Citroen Racing a Satory

Citroen Racing, alla scoperta della factory dove nascono i bolidi da gara del Double Chevron

di Antonino Pane
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PARIGI - Chi ha detto che l’aria Race si respira solo nei paddock o ai lati delle piste polverose dei rally? La trovi, ed è quella autentica, anche in un palazzotto stile moderno a due passi dalla reggia di Versailles, ai confini di quei boschi di Satory, dove solo le feste della godereccia corte di Luigi XIV, riuscirono ad infrangere la quiete di pernici e fagiani. E se non fosse per la scritta Citroën Racing che campeggia sulla facciata, insieme a quella della DS Performance e della PSA, nulla, ma proprio nulla dall’esterno lascia credere che la C3WRC, quella che vola sui dossi e che tanto attira di petrodollari di Abu Dhabi, nasce proprio qui, in questa sartoria automobilistica dove regna il silenzio, dove le marmitte respirano in ambienti insonorizzati, dove nulla ma proprio nulla è lasciato al caso nella costruzione di auto pronte a tutto.  

E neanche la pista adiacente a questo regno dell’innovazione disturba più di tanto. Le auto da Rally, si sa, aspirano, e solo quando lasci andare il pedale del gas si avverte quel balbettio così agognato da chi ama quel sincronismo perfetto di pistoni e bielle sollecitati oltre ogni limite. 

Il mondo delle corse per Citroën comincia da qui e finisce qui in questa palazzina deve le auto nascono intorno a telai numerati calibrati sui piloti. E dove tornano, qualche volta gocciolanti di champagne, qualche volte malconcio ma pronte per il maquillage indispensabile per affrontare la prossima gara.

Veri e propri abiti su misura dove imperano due fattori essenziali: leggerezza e sicurezza. L’altro, la potenza, è l’ipotenusa di questo triangolo, il lato lungo, quello che unisce la ricerca all’innovazione sicura. E il giro in questa sartoria della meccanica applicata non può che iniziare da qui, dagli schermi della progettazione dove una trentina di ingegneri lavorano immersi nei computer per verificare le forme, i flussi di aria, tutti questi particolari che in dinamica servono a ridurre le resistenze al movimento. Si tratta di provare, riprovare, sostituire materiali, tendere costantemente al miglioramento. Citroën questi tecnici le seleziona, il loro lavoro è frutto di competenza ma anche di tanta passione. Ed eccoli qui quelle scocche che sul computer sembravano disegni vaghi, quasi astratti. Eccole qui, sono reali, autentiche.

Sono perfettamente derivate dalle C3 di serie almeno nelle proporzioni. Le differenze si notano quando le tocchi. Un pezzo del parafango della C3WRC pesa un quarto di quello di serie. Carbonio & kvelar o anche solo carbonio o solo kevlar. Fibre sintetiche testate e ritestate per ottenere il massimo, sempre. I pezzi sono costruiti uno per uno, artigianalmente. Sono specifici per quella vettura, hanno già il numero di targa impresso nel paraurti. Qui in questo laboratorio non conta la produzione, il numero delle auto. Conta la qualità, l’auto perfetta, pronta a sopportare tutte le sollecitazioni. E a proposito di sollecitazioni il ritorno dalle piste è essenziale per migliorare.

Te ne accorgi, lo tocchi con mano nel settore degli ammortizzatori quando un meccanico mostra un supporto di alluminio di una C3WRC appena tornata dalla Sardegna. Ha un micro frattura, va cambiato ma intanto bisogna capire anche se può essere migliorato nella resistenza senza influire sul peso. Un lavoro certosino. Ogni pezzo dell’auto viene smontato, quelli usurati cambiati, gli altri verificati uno per uno. Si lavora per la Germania, tutto deve essere pronto per la nuova prova del campionato del mondo. 

Una vittoria, un podio, un’acrobazia spettacolare possono ripagare gli sforzi di una stagione. Pierre Budar, il direttore di questa sartoria ha preso il posto di Yves Matton che, dopo aver avviato il ritorno del Marchio nel WRC, è entrato a far parte della FIA come Direttore del settore Rally. 

Sotto la leadership di Pierre Budar, il Team Citroën Racing ha la missione di replicare le prestigiose vittorie del marchio Citroën nello sport automobilistico, con un palmares di 8 titoli di campione del Mondo rally, 3 titoli di campione del Mondo WTCC e 4 vittorie nella Parigi- Dakar. Una eredità difficile ma che non lo spaventa neanche un po’. Il piglio è quello giusto, la sua passione e le sue competenze sono molto apprezzate nei laboratori di questa vera è propria fabbrica dei sogni. E lui mostra sicurezza, “Citroën investe nelle competizioni tanto, tocca a noi far rientrare questo investimento sui fatturati del marchio. Vincere è come mandare uno spot televisivo tante volte sulle maggiori reti internazionali. Vincere è un passaporto per le vendite sul mercato globale”. Budar non fa mistero del fatto che ogni vittoria ha il suo fascino, il suo specifico appeal. Ma se dovesse scegliere non avrebbe dubbi: “Monte Carlo conserva tutto il suo fascino”. 

Ma Citroën Racing è pronta per tutte le sfide. Eccoli qui i motori pronti per essere restituiti ai propri telai. Sono due per ogni macchina. Vengono alternati, testati parallelamente. Devono essere in perfetta forma entrambi. Le parti interne non possono essere sostituite, e regolamenti sono ferrei. Tutto il resto si. E allora si fanno andare al banco, si ascolta tutto, ogni più piccolo segnale deve essere colto e verificato. I meccanismi li conoscono alla perfezione, li hanno adottati. Quasi li chiamano per nome quando con stracci e spazzole portano via anche il piccolo granello di polvere. Sanno che tra qualche giorno quel motore dovrà fare la differenza. E allora perché lesinare carezze? 

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Martedì 19 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 20-06-2018 17:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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