La Ferrari Roma durante la presentazione al Foro Italico

Ferrari, ecco Roma: Formula 1 in abito da sera. La nuova GT è dedicata alla Città Eterna

di Sergio Troise
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ROMA - Era l’autunno del 1984 quando nacque un movimento d’opinione capitanato da Enzo Biagi e Indro Montanelli per sostenere la nomina di Enzo Ferrari a senatore a vita in sostituzione di Eduardo de Filippo, appena scomparso. Pertini non ne volle sapere. «Uno come lui non ha bisogno del laticlavio» disse il presidente. In realtà sapeva bene, Pertini, che la nomina non sarebbe stata gradita a Ferrari, da sempre legatissimo alla sua terra, a Modena e a Maranello, restio ai viaggi e fiero di poter raccontare di essere stato a Roma prima della guerra, nel 1935, e di non avere alcuna intenzione di tornarvi, tantomeno con un ruolo politico.
 

 

A distanza di tanti anni nessuno può sapere come avrebbe reagito oggi il Drake alla proposta del suo staff di battezzare Roma l’ultima sportiva prodotta a Maranello, splendida granturismo presentata in pompa magna nello Stadio dei Marmi della Capitale, davanti a una platea di clienti e di giornalisti provenienti da tutto il mondo. Una sfuriata? Un no indignato? O magari un sì carico di nostalgia, nel ricordo della prima vittoria ottenuta dalla Ferrari proprio a Roma, nel 1947, sul circuito di Caracalla, con Franco Cortese al volante della indimenticabile 125 S? Chissà...

L’unica certezza è che gli uomini oggi alla guida dell’azienda di Maranello hanno voluto, con questa Ferrari Roma, rendere omaggio alla città che fu capitale della Dolce Vita, il palcoscenico scelto da Fellini per affidare a Marcello Mastroianni e Anita Ekberg il ritratto di quell’epoca irripetibile, in cui via Veneto sembrava un set cinematografico e Roma era diventata la Hollywood europea. Era un’Italia in crescita, ricca e spensierata, e automobili come le Ferrari erano guidate da personaggi come Gianni Agnelli e i fratelli Marzotto, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman...
«Per realizzare la nuova Ferrari ci siamo ispirati proprio alla Dolce Vita – ha spiegato Enrico Galliera, responsabile marketing e vendite della casa di Maranello -. Roma è custode di uno straordinario patrimonio di storia e bellezza e vogliamo credere che sia possibile sviluppare un altro elemento di bellezza da portare in tutto il mondo, con un’automobile emozionante, ma anche sobria ed elegante, utilizzabile tutti i giorni senza ostentazione, come le nostre berlinette degli anni 50/60, la 250 GT Lusso o la GT 2+2».
 

 

Per definire lo stile delle Ferrari d’una volta ci si affidava ai migliori carrozzieri (Pininfarina fu il più assiduo collaboratore del Drake). Oggi, invece, il lavoro viene svolto nel Centro Stile di Maranello, autentica cattedrale del design dove lavorano 200 addetti guidati da Flavio Manzoni, il papà di tutte le Ferrari di ultima generazione.
«Io non amo l’approccio retrò, e partire dalla tradizione per reinterpretare lo stile in chiave moderna non è mai facile, in quanto il confine tra semplicità e banalità è sottile. Ciò detto – ha spiegato Manzoni - ci siamo dati da fare per realizzare quella che potremmo definire una Formula 1 in abito da sera». Il risultato – vale la pena sottolinearlo – è un’auto dalla linea pulita, armoniosa, equilibrata, né troppo grande né troppo piccola (è lunga 4.656 mm), caratterizzata da un frontale originale, con una inedita superficie traforata, una fiancata lineare e una coda snella e profilata.
 

Per sottolineare il carattere sobrio dell’auto, è stato deciso di privilegiare i colori blu, grigio e bianco a scapito del classico rosso Ferrari. Inoltre la Roma viene proposta senza insegne del cavallino rampante sulle fiancate. «In tal modo – è stato spiegato – si rende la linea più semplice e pulita» (ma a richiesta vengono applicate). Per garantire prestazioni al top sono state studiate soluzioni tecnologiche d’avanguardia, su tutte l’adozione dell’ala mobile posteriore integrata nel lunotto e una massiccia dotazione di controlli elettronici. La struttura sfrutta la modularità messa a punto dalla Ferrari per i modelli di ultima generazione, ma il 70% dei materiali è nuovo. Il motore, montato in posizione anteriore/centrale, è il super premiato V8 turbo (“motore dell’anno” 4 volte di seguito) con cilindrata di 3.855 cc e potenza elevata a 620 CV/760 Nm. Con 2,37 Kg/cv viene fissato il nuovo record del segmento nel rapporto peso/potenza e le prestazioni sono entusiasmanti: 320 km/h con passaggio 0-100 in 3,7 secondi.

Il cambio doppia frizione ha ora 8 marce e non è stato dimenticato il sound allo scarico, valore primario per chi guida auto di questo tipo. La nuova Roma viene definita in Ferrari come una Coupé 2+, un modo per dire che si tratta di una 2 posti con un po’ di spazio indietro per due bambini o qualche bagaglio. Il baule misura comunque 272 litri, ampliabili a 345 ripiegando i sediolini. Grande attenzione anche all’ergonomia, partendo dalla regola base “mani sul volante, occhi sulla strada”: i comandi principali, manettino compreso, sono dunque posizionati sullo sterzo e rispondono a sfioramento. Inediti i tre display, con quello principale da 16 pollici.
 

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Martedì 19 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 21-11-2019 10:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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3 di 3 commenti presenti
2019-11-19 12:59:53
Fantastica tutta eccetto per il nome ...
2019-11-19 17:37:21
Non è permessa a una famiglia normale. Certo, se l'hanno costruita, ci sarà chi se la può permettere.
2019-11-20 13:56:14
bella è bella niente da dire, ma...quel posteriore un po' "porsche", richiama troppo la linea della casa tedesca. Forse i designer Ferrari avrebbero potuto spremersi un po' di più, dedicare una macchina del genere a Roma è come dipingere un quadro per la città eterna raffigurando sullo sfondo, neanche così tanto nascosta, la porta di Brandeburgo...che senso ha???