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ROMA - La tradizione in Mazda è fare le cose a modo proprio. Da ben 100 anni. E così è anche per la MX-30, il primo modello elettrico per la casa di Hiroshima che ha scelto di festeggiare il suo secolo di vita seguendo lo spirito dei tempi, ma – ancora un volta – interpretandolo in modo originale, anzi controcorrente. La MX-30 infatti è un crossover dotato di un’autonoma da 200 km che deriva dalla CX-30 e contiene due importanti citazioni. La prima sono le portiere senza montante della RX-8, ovvero l’ultima Mazda con motore rotativo, la seconda è nel nome della MX-5, la roadster più venduta della storia, con la quale Mazda ha organizzato un insolito parallelo insieme alla nuova nata sulle strade di Roma. La MX-30 deriva dalla CX-30, come lei è lunga 4,4 metri, ma ha forme più da coupé sottolineate dalla verniciatura tritono.
Le portiere ad anta d’armadio permettono un’accessibilità ideale per chi siede davanti, impongono qualche contorsione per chi è destinato ai sedili posteriori, ma sono invece il meglio per chi ha bambini e seggiolini da sistemare. Il vano di carico è più piccolo rispetto alla CX-30 (366 litri contro 430) e non si può avere il portellone ad apertura elettrica. L’abitacolo segue i canoni minimalisti delle ultime Mazda, ma con la novità della consolle a ponte e del doppio schermo. Quello più in alto è da 8,8”, si controlla con la manopola o la voce ed è dedicato al sistema infotelematico, quello inferiore da 5” serve solo per la climatizzazione a pompa di calore. Anche qui non manca la citazione al passato rappresentata dai rivestimenti in sughero. Mazda nacque infatti come azienda che lavorava questo materiale naturale, sostenibile e il cui utilizzo permette di assorbire 1,4 kg di CO2 per ogni MX-30 prodotta.
Seguendo la stessa filosofia, alcuni pannelli sono composti al 20% da PET riciclata e la pelle è lavorata secondo metodi vegani. Dunque massima coerenza che si riflette anche nella scelta di avere una batteria da soli 35,5 kWh pur se tecnologicamente molto avanzata. Secondo Mazda è questo il dimensionamento giusto per consumare meno materie prime e meno energia, ma anche per non influire sulla dinamica di marcia, da sempre un must per Mazda. E per chi non si accontenta dell’autonomia di 200 km, è prevista in futuro un’altra clamorosa citazione: la versione ad autonomia estesa che resusciterà il motore rotativo confinandolo però al ruolo di semplice generatore. Il motore elettrico ha 107 kW e 270,9 Nm per una velocità massima di 140 km/h (autolimitati) e uno 0-100 km/h in 9,7 s. Più dei numeri è però importante la qualità delle prestazioni.
La spinta infatti è molto graduale e, grazie ad un particolare sound artificiale, le sensazioni sono molto simili a quelle di un’auto a motore tradizionale con un comfort acustico di alto livello, una guida facile e istintiva come quella di una MX-5 e una modulabilità del pedale del freno insolitamente perfetta per un’auto elettrificata. Il guidatore può selezionare 5 gradi per il recupero di energia cui corrispondono altrettanti tipi di risposta all’acceleratore mentre la dotazione di sicurezza, per la prima volta su una Mazda, può contare sullo sterzo che agisce attivamente per mantenere la corsia o evitare un veicolo che si trova nell’angolo cieco, e la frenata autonoma che interviene anche agli incroci, al buio e in presenza di pedoni o ciclisti. A listino ci sono tre allestimenti (Executive, Exceed ed Exclusive) a partire da 34.900 euro, incentivi esclusi.