La Ferrari Roma Spyder

Roma Spyder, torna la Dolce Vita. Quattro anni dopo la versione coupé arriva la scoperta con la capote in tela

di Sergio Troise
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Dici Ferrari e pensi alla Formula 1, magari con una smorfia di disappunto per le delusioni che sovrastano il ricordo di vittorie che hanno scritto la storia. Ma c’è dell’altro, a Maranello, sede della fabbrica di auto da sogno che continuano a dominare il mercato mondiale delle sportive ad alte e altissime prestazioni, auto capaci di esaltare fascino e tecnologia, eleganza e aggressività, spesso reinterpretando in chiave moderna lo stile italiano degli anni 50 e 60, gli anni d’oro della Dolce Vita. È in questo inesauribile filone che s’inserisce ora la Ferrari Roma Spyder, versione scoperta della coupé nata nel 2019, quando venne presentata quella che venne accolta come una sportivona da 620 cavalli utilizzabile tutti i giorni, magari anche con moglie accanto e bambini seduti dietro.

A quattro anni di distanza il concetto della sportività dedicata al bon vivre viene esaltato ora da questa versione scoperta, una 2+ dal fascino straordinario, capace di reinterpretare in chiave contemporanea le emozioni (e i successi) di quelle Ferrari scoperte che hanno scritto la storia, come la mitica Daytona di 54 anni fa. Disegnata dal Centro Stile di Maranello sotto la direzione di Flavio Manzoni, la versione Spyder della Roma conserva misure e schema meccanico della coupé, con motore anteriore e trazione posteriore, distinguendosi per la capote in tela, preferita al tetto rimovibile in metallo. Una scelta coraggiosa, che ha richiesto una progettazione tutt’altro che semplice. Ma il risultato è straordinario: questa interpretazione della capote morbida dona alla vettura un forte carattere grazie anche a molteplici opportunità di personalizzazione assicurate da ricercati tessuti sartoriali e dalla possibilità di selezionare cuciture a contrasto. Estetica a parte, vale la pena sottolineare che il tempo richiesto per l’apertura/chiusura automatica è di 13,5 secondi, e l’operazione può essere eseguita anche in movimento, fino a 60 km/h. Il vano bagagli ha una capienza di 255 litri, appena 20 meno della coupé. Facile immaginare quanto piacevole possa risultare viaggiare en plein air a bordo di una Ferrari come questa: un piacere, tra l’altro, immune dal problema dei vortici d’aria tipico delle auto scoperte, vista la presenza di un deflettore mobile brevettato, integrato nello schienale della panchetta posteriore. La Roma Spyder è costruita sulla scocca in alluminio della versione chiusa e adotta il medesimo V8 biturbo di 3855 cc con potenza di 620 cv/760 Nm (161 cv/litro) vincitore per quattro anni consecutivi del premio “Motore dell’Anno”.

Un fenomeno di potenza ed elasticità in grado di erogare l’80% della coppia già a 1900 giri, quanto basta per assolvere anche al compito di assecondare andature adatte al piacere di “passeggiare” con la capote aperta sulle più belle strade panoramiche. Ciò detto, sarà bene ricordare che con questo propulsore la Roma Spyder può raggiungere (ove consentito) i 320 km/h passando da 0 a 100 in 3,4 secondi (9,7 per i 200). Sulle prestazioni dunque non influisce l’incremento di peso di 84 kg (per un totale di 1.556) imposto dall’irrobustimento della scocca. Se a tutto ciò si sommano le qualità del cambio doppia frizione DCT a 8 rapporti e i dispositivi elettronici gestiti attraverso il mitico manettino, si avrà chiaro il quadro di un’auto capace di esaltare al meglio non solo lo stile, ma anche il comportamento dinamico e il piacere di guida. Al di là delle prestazioni, rappresenta un valore aggiunto la capacità di questa Ferrari di rivelarsi compagna ideale anche per weekend fuoriporta o per viaggi più lunghi, accompagnati dalla “colonna sonora” del V8 biturbo.

Apprezzabili i due posti posteriori collegati con il vano baule e la connettività wireless garantita da Android Auto e Apple CarPlay. Tra le soluzioni volte a enfatizzare la versatilità dell’auto vale la pena ricordare anche i sedili riscaldati e regolabili elettricamente. L’abitacolo, del resto, è tagliato sul modello della coupé, con due cellule dedicate a pilota e passeggero e la possibilità, anche qui, di utilizzare un doppio display. Tutto ciò che riguarda strumentazione e comandi è inalterato e in conformità alla filosofia “occhi sulla strada, mani sul volante” che Ferrari ha adottato da tempo. Unica eccezione è la retroilluminazione di colore rosso sul pulsante di avviamento del motore. «È stata introdotta – dicono a Maranello – per sottolineare l’emozione che si prova ogniqualvolta viene avviato il V8 biturbo».

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Martedì 28 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 30-03-2023 15:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA