Una delle regine del Concorso d’Eleganza Villa d’Este

Tutte le regine del Concorso d’Eleganza Villa d’Este. Un esclusivo ponte tra passato e presente dell'auto

di Patrizia Licata
  • condividi l'articolo

Lo sfarzo dei Vip e l’esclusività delle auto classiche si incontrano a Villa d’Este, per l’annuale Concorso d’Eleganza che si rinnova dal 1929. Organizzato dal 2005 da Bmw Group Classic, in collaborazione con il Grand Hotel Villa d’Este, la tre giorni di Cernobbio è l’evento motoristico più chic per le auto storiche insieme a quello californiano di Pebble Beach. Una passerella di automobili leggendarie, pezzi da collezione da diversi milioni di euro, che la giuria di esperti giudica in base a design, originalità e stato di conservazione. Su questo gli appassionati - e facoltosi – proprietari sono un modello di dedizione: gli esemplari in gara, 53 auto di cui alcune costruite quasi cent’anni fa, nascondono egregiamente l’età e omaggiano il passato trasportandolo nel presente per ispirare le auto future.

Del resto, fare da ponte tra passato e futuro è l’obiettivo dichiarato della nuova edizione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este, che quest’anno Bmw è tornata ad organizzare in riva al lago di Como e in presenza, dopo le chiusure forzate dalla pandemia. Due giorni per soli ospiti e una giornata per il grande pubblico (Concorso d’Eleganza Villa d’Este Public Day,) il festival nel parco della vicina Villa Erba, con le auto che tornano a mostrarsi e la proclamazione del vincitore.

Il premio “Trofeo Bmw Group – Best of Show”, il più alto di tutti i riconoscimenti che vengono assegnati a Cernobbio, è andato a una Duesenberg SJ Speedster con carrozzeria concepita da Gurney Nutting del 1935. L’orgoglioso proprietario, William Lyon, ha ricevuto il premio direttamente dalle mani di Helmut Käs, Head of Bmw Group Classic e Presidente del Concorso d'Eleganza Villa d'Este, e da Wilhelm Schmid, ceo di A. Lange und Söhne. Oltre al trofeo, infatti, il vincitore scelto dalla giuria ha ricevuto un modello unico del cronografo 1815 in oro bianco, creato da A. Lange und Söhne esclusivamente per il vincitore del Concorso d’Eleganza Villa d’Este.

Il Referendum pubblico ha invece premiato la Ferrari 250 GT Spyder California del 1961 con la sua elegante carrozzeria Pininfarina/Scaglietti. L’auto storica, di proprietà di Jonathan Hui, Keybridge Collection, Hong Kong, è la vincitrice della “Coppa d'Oro Villa d'Este”, il premio più tradizionale del concorso, che viene assegnato dagli ospiti il sabato pomeriggio. Un altro trionfo è stato quello della Porsche 917 K del 1970 di proprietà di Christophe Count d'Ansembourg dal Belgio, che si è visto assegnare il “Trofeo Il Canto del Motore” per il suo sinfonico rombo. Il premio è stato consegnato dal tenore Jonas Kaufmann.

Otto le classi in gara, ognuna con un suo specifico vincitore. Tra queste, due classi che hanno celebrato, rispettivamente, i 75 anni di Porsche e i 100 anni della 24 Ore di Le Mans. Nel primo caso, ha vinto la Porsche 901 Prototyp “Quickblau”, Coupé, Karmann, 1963, di Alois Ruf (Germania); menzione d’onore per la Porsche 356 Pre-A, Cabriolet, Reutter, 1954, di Al Barbour (Usa). Nel secondo, ha vinto la Ferrari 250 GTO, Berlinetta, Scaglietti, 1962, di David MacNeil (Usa); menzione d’onore per la Ferrari 250 Testa Rossa, Spider, Fantuzzi, 1959, di Peter Goodwin (Usa). Proprio ai 100 anni di Le Mans è stata dedicata anche una mostra nella giornata aperta al pubblico, con leggendarie auto da corsa di un intero secolo. Il Public Day-Il Festival ha attratto 9.000 visitatori e ha rappresentato una celebrazione collettiva dell'entusiasmo per le auto, il piacere di guida e le conquiste ingegneristiche.

Un’intera classe del Concorso è stata riservata allo stile italiano che ha conquistato il mondo, con modelli firmati dai designer Vignale, Carrozzeria Ghia Torino, Zagato, Carrozzeria Touring e Pininfarina. Il premio della categoria è andato alla Maserati A6G/54, Berlinetta, Zagato, 1956, di proprietà di Jonathan & Wendy Segal (Usa), mentre la menzione d’onore è stata per la Ferrari 212 Export, Berlinetta, Vignale, 1951, di proprietà di Brian Ross (Usa). Reginetta italiana anche per la Classe “Granturismo”, dove è stata incoronata una Ferrari 330 GTC Speciale, Coupé, Pininfarina, 1967, di proprietà di William E. Heinecke (Tailandia); la menzione d’onore è andata alla Alfa Romeo 6C 2500 SS Berlinetta Riva “La Serenissima” del 1950, di proprietà di Stephen Bruno (Usa).

C’è anche un Trofeo Rolls-Royce, vinto quest’anno da un modello sperimentale, la Rolls-Royce, Sports Phantom Prototype del 1928, firmata Jarvis of Wimbledon e di proprietà dell’austriaco Alexander Schaufler.

Nel 2002 è stato introdotto un premio per la categoria concept car che da allora è parte integrante del Concorso d’Eleganza Villa d’Este e fa da collegamento tra il passato e il futuro dell’automobile. In questa edizione il riconoscimento (“Design Award”) è andato all’avveniristica Pagani Huayra Codalunga (Coupé Longtail) del 2022.

  • condividi l'articolo
Venerdì 26 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 27-05-2023 11:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA