L Alfa Romeo 33/2 Stradale Coupé del 1968

Villa d'Este, i gioielli Alfa Romeo e Ferrari protagonisti al concorso di auto d’epoca più prestigioso

di Giampiero Bottino
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CERNOBBIO - Il fascino intramontabile di un ambiente che quanto a suggestione non teme rivali. Il consueto “parterre de roi” affollato dal gotha del collezionismo automobilistico mondiale. L’altrettanto abituale sfilata di cappellini da far invidia al Royal Ascot, l’evento più glamour dell’estate inglese, vezzosamente indossati da signore il cui look talvolta dimostra che moda ed eleganza non sono necessariamente sinonimi. Così – sotto un cielo da cartolina – il sontuoso parco di Villa d’Este (e quello non meno intrigante della contigua Villa Erba) ha accolto l’edizione 2018 del Concorso d’Eleganza che prende il nome dallo storico hotel di Cernobbio – da molti giudicato il più bello del mondo – e che quest’anno ha incoronato “Best in show” un’auto che non soltanto è bellissima e iconica, ma è anche una sorta di bandiera dell’automobilismo sportivo e della sua storia fatta di passioni, emozioni e tragedie.
 

La scelta dell’autorevole giuria internazionale presieduta da Lorenzo Ramaciotti e ingentilita quest’anno dall’avvenente presenza di Yasmin Le Bon, appassionata e competente moglie dell’ex leader dei Duran Duran, che ha visto nella Ferrari 335 Sport del 1958 la “più bella del reame” non deve sorprendere: i tre esemplari tuttora esistenti di questa fantastica spider carrozzata Scaglietti e spinta dai 430 cv erogati dal V12 4 litri hanno già raggiunto quotazioni top nelle aste specializzate, mentre una quarta componente della famiglia è passata alla storia per aver decretato la fine della Mille Miglia competitiva con l’uscita di strada che il 12 maggio 1957, a Guidizzolo tra Mantova e Brescia, provocò la morte di 11 persone: 9 spettatori oltre al pilota, il nobile spagnolo Alfonso de Portago, e al suo navigatore, l’americano Edmund Gurner Nelson.

Il vizio tutto italiano di fare automobili belle, oltre che potenti ed emotivamente coinvolgenti, ha trovato conferma anche nelle scelte del pubblico che ha affollato entrambe le location partecipando ai due tradizionali referendum che quest’anno sono confluiti su una stessa auto, che ha così incassato sia la Coppa d’Oro Villa d’Este – in palio con lo stesso nome fin dalla prima edizione del Concorso – sia il Trofeo Bmw Group Italia: l’Alfa Romeo 33/2 Stradale Coupé del 1968, carrozzata da Scaglione ed equipaggiata con un motore V8 2.0 da 230 cv. Bassa – è alta 99 cm – e filante, leggera (700 kg), esibiva accelerazioni ineguagliabili per qualsiasi altra vettura stradale dell’epoca, ma non conseguì un successo commerciale all’altezza delle sue caratteristiche tecniche.

Un’autentica purosangue fermata – a 18 telai di cui cinque firmati da altrettanti carrozzeri di grido – dal prezzo che superava del 50% quello della contemporanea – e leggendaria – Ferrari 275 Gtb/4. L’“effetto sogliola” piace ai più giovani. Lo si evince dal risultato di un altro referendum, quello riservato ai visitatori under 16 chiamati ad assegnare il Trofeo Bmw Group Ragazzi che ha premiato la Lancia Stratos Coupé del 1970, soprannominata Stratos Zero: una sportiva così bassa (84 cm) da passare – narrano le cronache – sotto la sbarra d’accesso quando Nuccio Bertone e il suo geniale capo progettista Marcello Gandini si recarono alla Lancia per presentare la loro fantastica creatura dalla linea a cuneo, con posizione di guida quasi sdraiata e accesso – non sappiamo quanto agevole – garantito dall’apertura verso l’alto del tetto.
 

 

Per quanto riguarda le moto, ammesse al Concorso per sollecitazione di Bmw – che condivide con il Grand Hotel l’onere dell’organizzazione – e presenti per l’ottavo anno consecutivo, quest’anno hanno aperto le porte alle tre ruote dei sidecar che hanno regalato interessanti sorprese, tra cui quella realizzata dai fratelli Borgo, importatori torinesi delle moto Reading, che nel 1920 affiancò all’originaria due ruote made in Usa un geniale carrozzino – inizialmente pensato per usi militari – in grado di accogliere fino a 4 passeggeri.

Fra le 30 moto toriche suddivise in 5 categorie e prodotte in anni che spaziano dal 1907 al 1969, la “Best of show” al quale la giuria ha assegnato il trofeo Bmw Group è l’italiana Moto Major del 1948, presentata alla Fiera di Milano di quell’anno e mai entrata in produzione, mentre il referendum pubblico a Villa Erba ha premiato la bicilindrica Brough Superior SS80, elegante sidecar britannico del 1939 con motore bicilindrico da un litro di cilindrata. È stata rispettata anche la tradizione di tornare alle origini del concorso, nato nel 1929 come vetrina per le più moderne fuoriserie, affidando le anticipazioni del futuro a 4 concept bikes, tra cui l’avveniristica Bmw Concept 9cento, e ad altrettante auto iscritte nella categoria “Concept car e prototipi”, concorrenti al “Concorso d’eleganza Design award” che il referendum pubblico di Villa Erba ha attribuito a un altro gioiello italiano, guarda caso una Ferrari.
La SP38 Coupé, straordinario pezzo unico realizzato da Flavio Manzoni, responsabile del design di Maranello.
 

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Martedì 12 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2018 12:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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