Jim Clark e Colin Chapman

Jim Clark, lo scozzese volante: 50 anni dopo la leggenda è ancora intatta

di Franco Carmignani
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Il 7 aprile è passata praticamente sotto silenzio una ricorrenza storica del motorsport. Cinquant’anni fa in una grigia giornata è in una corsa minore è morto Jim Clark il più grande pilota degli anni sessanta. Un incidente rimasto inspiegato, come troppe volte accadeva in quegli anni. La tesi più accreditata è quella di una perdita improvvisa di pressione di un pneumatico della sua Lotus F2 se si vuole escludere un errore del pilota, chissà un momento di deconcentrazione in una gara che non contava nulla dove non aveva grandi possibilità con una macchina che non andava…

Aveva appena compiuto 32 anni, e una carriera molto intensa alle spalle, anche se in quel 1968 avrebbe probabilmente vinto il suo terzo titolo mondiale con la Lotus 49 che aveva appena portato al massimo della competitività. In effetti di titoli avrebbe meritato di vincerne cinque come Fangio, ma la fortuna non l’ha assistito. Nel 1962 una perdita d’olio l’ha fermato a pochi giri dalla conclusione dell’ultima gara in Sud Africa, scenario che si ripete nel 1964 con una gara d’anticipo (decisamente gli anni pari non gli portano bene). Ma nel 1963 e nel 1965 stravince, e batte tutti i record con il maggior numero di vittorie, sette, in una stagione (1963) con altrettante pole-position e sei record sul giro.

Il segreto di Jimmy, approdato in F1 nel 1960 è strettamente legato a Colin Chapman che con il pilota scozzese è riuscito a materializzare le sue idee rivoluzionarie, il telaio monoscocca di scuola aeronautica. La storia vuole che abbia fatto salire Jimmy su un bancone in posizione semisdraiata e gli abbia costruito intorno la Lotus 25, più rigida, più affilata, con una sezione frontale ridotta. La nuova Lotus, anche se paga qualcosa per la fragilità iniziale del motore Coventry Climax, fa invecchiare di colpo Ferrari, Cooper e Porsche. Solo la BRM che monta componenti e motore fatti in casa, riesce a opporsi validamente, e Graham Hill, l’ex collaudatore di Chapman vince il titolo nel 1962, e poi tornato alla Lotus nel 1968 raccoglierà l’eredità e il…terzo titolo di “Jim 25”. Questo soprannome è quanto mai significativo, perché in effetti il pilota scozzese sarà l’unico a vincere con quella vettura e con la successiva 33. I suoi compagni di squadra Trevor Taylor e Peter Arundell non sono mai riusciti ad avvicinare le prestazioni di Jimmy, mentre il solo Mike Spence ha vinto una gara a Brands Hatch non valida per il campionato mondiale.

Favorita dalla Ford, nel 1963 Chapman e Clark dal 1963 si lanciano nella grande sfida di Indianapolis. Jimmy domina la 500 Miglia, ma la vittoria viene “regalata” a Parnelli Jones che sta perdendo olio- Nel 1964, viene invece tradito dalla rottura di una sospensione. La vittoria arriverà finalmente nel 1965, nettissima.

Con due titoli mondiali, il trionfo a Indy, il Campionato Tasmania che si corre durante la stagione invernale, potrebbe ritirarsi, e tornare nelle amate fattorie in Scozia dalle quattro sorelle, dopo che è stato costretto per motivi fiscali a trasferirsi a Parigi.

Decide invece di continuare, anche se nel 1966 con il cambio dei regolamenti i team inglesi si trovano in difficoltà per la mancanza di un motore tre litri competitivo. Ma Jimmy riesce a centrare un successo nel ricco Gran Premio USA con una la Lotus equipaggiata con il problematico BRM H16.

Le cose cambiano nel 1967 con l’arrivo del motore Ford Cosworth DFV in esclusiva alla Lotus. Dopo il debutto vincente a Zandvoort, va a segno a Silverstone, in USA e in Messico, ma soprattutto scrive una pagina indimenticabile a Monza dove sul circuito ancora privo di chicane, da 240 km/h, riesce a rimontare un giro per poi subire la beffa di rimanere senza benzina all’ultimo giro. E’ davvero il più grande! Il pubblico che l’aveva sempre accusato di essere il responsabile del drammatico incidente di Von Trips nel 61, fa finalmente pace con lo scozzese. Anche Jim è cambiato, non più scontroso e chiuso in sé stesso, ma rilassato e sorridente. Inizia alla grande la stagione 1968 vincendo in Sud Africa il suo 25mo (!) Gran Premio, e in Tasmania un nuovo titolo dopo uno spettacolare duello con la Ferrari di Chris Amon. Sì è la sua stagione, quella al termine della quale penserà seriamente al ritiro, e a presentare la sua nuova compagna ai genitori, anche perché le cose stanno cambiando. L’avvento degli sponsor, che ha cancellato l’english green dalla sua Lotus imporrà doveri di rappresentanza, assolutamente indigesti al campione scozzese, che dovrà allinearsi in quella inutile gara di F2, e non nella 500 Km di Brands Hatch con un prototipo Ford…

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Giovedì 26 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 27-04-2018 00:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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