la Maserati 8CTF

Maserati 8CTF: l'omaggio al successo alla 500 Miglia di Indianapolis del 1939

di Franco Carmignani
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ROMA - La 500 Miglia di Indianapolis, di cui si è appena disputata l’edizione 2019 vinta dal francese Simon Pagenaud con una monoposto del team Penske, ha sempre costituito una sfida affascinante per i costruttori europei. Nelle prime caselle dell’albo d’oro troviamo in effetti Peugeot, primo costruttore di questa parte dell’Atlantico a vincere nel 1912 con Joules Goux, Delage e Mercedes e anche dei piloti di origini italiane come Ralph De Palma e Dario Resta. Poi, tuttavia, bisognerà attendere una ventina d’anni per il ripetersi di queste imprese.

Ottant’anni fa, domenica 30 maggio 1939 , quando ancora in Europa non s’erano addensate le nubi nere della guerra, una Maserati 8CTF con al volante il 27enne Warren Wilbur Shaw tagliava il traguardo dopo una corsa di 4 ore e 20 minuti alla media di oltre 115 miglia orarie (pari a 185 km/h). Ancora oggi Wilbur Shaw, pilota dell’Indiana, è tra i 5 piloti più vincenti della storia ad Indianapolis con 3 vittorie (1937, 1939 e 1940, le ultime due a bordo di una 8CTF) e 3 secondi posti (1933, 1935 e 1938) per un totale di 13 partecipazioni.

Per Maserati non era la prima esperienza americana: già nei primi anni 30 Alfieri Maserati era stato invitato dagli organizzatori ad assistere ad alcune gare nel continente americano. Successivamente la cessione del pacchetto azionario dell’azienda al Gruppo Orsi del maggio 1937 aveva permesso ai fratelli Maserati di concentrarsi sulla progettazione di nuove vetture da competizione. L’autorità sportiva internazionale in quel periodo aveva stabilito di modificare il regolamento tecnico per le vetture da Gran Premio: a partire dal 1938 sarebbero state introdotte norme più restrittive e la cilindrata non sarebbe più stata libera bensì regolata in funzione del peso della vettura per un massimo di 3000 cc per i motori dotati di compressori. Ernesto Maserati, basandosi su questa nuova normativa, impostò lo sviluppo e la realizzazione di una nuova vettura denominata 8CTF.


Il telaio riprendeva la classica struttura delle monoposto dell’epoca, con due longheroni in profilati d’acciaio e traverse, un motore a 8 cilindri verticali in linea, costituito da due gruppi di 4 fusi in blocco unico con la testata: da qui la sigla 8CTF: 8 cilindri, testa fissa. La cilindrata era di 2991,4 cc, il rapporto di compressione di 6,5:1 e l’alimentazione era forzata, con due carburatori e due compressori volumetrici. La distribuzione, a due valvole per cilindro disposte a V di 90°, era comandata da due alberi a camme in testa.

La Maserati 8CTF arrivava ad Indianapolis dopo aver partecipato ad alcune corse nel 1938 dove aveva dimostrato il suo grande potenziale: il Conte Carlo Felice Trossi aveva condotto al comando alcuni giri nel GP di Tripoli e aveva ottenuto la pole position nella Coppa Ciano. Il mitico Luigi “Gigi” Villoresi si era aggiudicato il giro più veloce alla Coppa Acerbo. Questi risultati avevano attratto diversi clienti che avevano richiesto di acquistare la vettura. Fu così che Maserati cedette alla scuderia statunitense di Chicago - Boyle Racing Headquarters, di proprietà dell’irlandese Michael Joseph “Mike” Boyle - una Maserati 8CTF. Boyle, appassionato di corse automobilistiche fin da ragazzo, aveva come obiettivo quello di vincere la più famosa corsa d’America, la 500 Miglia di Indianapolis, con una vettura da lui finanziata e gestita dalla sua scuderia.

All’inizio del 1939 il team manager delle squadre di Boyle, Harry W. “Cotton” Henning, arrivò a Bologna per comprare dalla Maserati un esemplare di 8CTF. La vettura, una volta arrivata in America, fu allestita per la corsa con ruote maggiorate e pneumatici Firestone; venne adottata la livrea di colore amaranto che caratterizzava la Boyle Racing Headquarters. Iscritta come “Boyle Special”, la guida fu affidata a Warren Wilbur Shaw che, il 30 maggio 1939, partito con il terzo tempo di qualifica ottenuto a quasi 129 miglia orarie (pari a 207.7 km/h), si aggiudicò la gara, con 51 giri in testa dopo una dura lotta con la Stevens-Winfield di Louis Meyer e la Adams-Sparks di Jimmy Snyder. Per Maserati si trattava di una vittoria storica, era infatti dal 1919 che un’auto europea non riusciva a vincere nel “catino” dell’Indiana.


La straordinaria carriera della 8CTF, una delle più lunghe e gloriose che possa vantare una monoposto da competizione, terminò nel 1950 dopo che Bill Vulcanich non si qualificò alla 500 Miglia di Indianapolis di quell’anno.

Uno dei tre esemplari costruiti, numero di telaio 3032, quello che con Wilbur Shaw ha trionfato nelle 500 Miglia del 1939 e del 1940, è stato riconfigurato con la livrea di quei giorni di gloria ed è attualmente esposto all’Indianapolis Speedway Museum.

Meno fortunata è stata la successiva presenza di una vettura del Tridente, la 420M Eldorado, costruita in occasione della 500 Miglia di Monza del 1958, dove aveva corso con Stirling Moss al volante, per poi tentare invano la qualifica a Indianapolis nel 1959 con Ralph Liguori.

Negli anni cinquanta si registra anche il tentativo di Ferrari che nel 1952 schiera quattro 375M derivate dalla F1 dell’anno precedente. Al volante dell’esemplare iscritto dalla NART c’è Alberto Ascari che però è costretto al ritiro per la rottura di un mozzo.

In anni più recenti mette tutti d’accordo Dallara con i suoi telai. Dopo aver vinto per la prima volta nel 1998 con l’ “americano di Roma” Eddie Cheever, è ininterrottamente al vertice della 500 Miglia dal 2005 a oggi.

Principali caratteristiche tecniche Tipo 8CTF:

Motore: otto cilindri verticali in linea

Cilindrata: 2991 cm³

Potenza: 350 CV; 365 CV dal 1939

Cambio: Meccanico a quattro velocità + retromarcia

Telaio: longheroni e traverse in lamiera di acciaio stampata con sezione a C, uniti per chiodatura

Peso: 780 kg

Velocità massima: 290 km/h

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Domenica 2 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 19:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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