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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Red Bull di Max Verstappen

Chiusi i test in Bahrain: miglior tempo per Verstappen, ma la Ferrari è vicina. In difficoltà la Mercedes

di Giorgio Ursicino

Le scaramucce sono finite. Giocare a nascondino non troverà più spazio. Fra 5 giorni sulla pista Sahkir si accenderanno ufficialmente i motori per il primo GP della stagione 2022, una lunga cavalcata di 23 corride (la Russia dovrà essere recuperata) che si concluderà il 20 novembre, sempre nel Golfo, ad Abu Dhabi. Inizia pure un nuovo ciclo tecnico che porterà, senza radicali cambiamenti, fino al termine del 2025 quando a voltare pagina saranno le power unit che potrebbero essere stravolte e rese molto più ecologiche (elettrificate) per tirare la corsa alla mobilità sostenibile. Dopo 6 giorni di test, metà nella vecchia Europa, metà alle porte d’Oriente, sulle monoposto totalmente nuove che portano avanti un approccio aerodinamico completamente diverso, l’aspetto che più a sorpreso è stata l’affidabilità.

D’accordo che l’esordio dei bolidi ad “effetto suolo” è stato ritardato di un anno per la pandemia, ma sono restati tutti a bocca aperta dal comportamento delle vetture in grado di marciare come muletti e di macinare chilometri appena mese le nuove Pirelli sull’asfalto. Sul fronte delle prestazioni, invece, nessuno è pronto a scommettere perché le scuderie si sono tutte coperte ed è probabile che il tempo della pole position di sabato sia notevolmente inferiore a quello stampato da Max Verstappen ieri nel finale. Il campione del mondo il più veloce, ma allora è un’indicazione attendibile? In parte sì, ma non del tutto. La Mercedes, pur di tener nascosta il più possibile la nuova creatura, ha in pratica rinunciato (sono serviti soltanto per verificare che la nuova meccanica stesse insieme) alla prima settimana di test a Barcellona, facendo debuttare la vera W13 senza pance solo in Bahrain.

Un gioco che secondo gli strateghi di Toto Wolff vale la candela perché il Mondiale è una maratona più che uno scatto bruciante. Sulla messa a punto in dettaglio le Stelle sono sembrate un po’ indietro, tanto che il problema del “porpoising” è evidente sulle monoposto tedesche: in rettilineo, quando la velocità aspira la vettura al suolo, una scia di scintille si alza dal fondo, mentre il corpo vettura rimbalza come un canguro. Da questo punto di vista l’equipe messa meglio è proprio la Ferrari che ha portato avanti la sua strategia senza lasciarsi distrarre dagli avversari. Quasi tutti, infatti, hanno indicato la SF-75 come l’auto più in forma, quella che potrebbe graffiare già all’apertura. Binotto e i suoi ragazzi sanno bene che non bisogna lasciarsi influenzare da certe sirene, perché in F1 conta solo il cronometro e non le chiacchiere.

L’esperienza di due stagioni senza vittorie ha insegnato che è meglio stare coi piedi ben piantati in terra. Il team principal, dall’alto della sua onestà intellettuale, si è detto soddisfatto, quasi contento. La nuova Rossa è molto originale, ma non estrema. Affidabilissima. Ha girato sempre secondo i programmi crescendo in progressione, sia come tempi, sia come comportamento in pista. Charles e Carlos sono andati forte, con il monegasco che si è inchinato solo al nuovo sovrano super Max (7 decimi, con una mescola di uno step più dura). Proprio la Red Bull ha concluso in crescendo, staccandosi dal gruppo e portando in pista pance scavate diversamente. È già iniziata la sfida a “sporcare” la scia per non far avvicinare gli avversari. Cosa che, assolutamente, non vuole il nuovo regolamento.

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Domenica 13 Marzo 2022 - Ultimo aggiornamento: 16-03-2022 19:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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