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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
L'Audi RS Q e-tron E2 assalta le dune alla Dakar

Dakar-Loeb, il cannibale e il deserto. Tre volte secondo, è lui il favorito delle prossime edizioni

di Giorgio Ursicino

Per Stephane Peterhansel e Calos Sainz è stata una Dakar deludente. Entrambi i piloti si sono ritrovati fuori gara per dei loro errori. Disattenzioni, o troppa foga, che hanno impedito alle loro astronavi di far vedere quanta birra avevano in corpo. Un ritiro triste per dei campioni del loro calibro che avevano sulle spalle oltre 50 Dakar in due e che venivano considerati, giustamente, il “dream team”. Potevano addirittura contare su un’“assistenza veloce” dello spessore di Mattias Ekstrom, due volte Campione del DTM e iride nel Rallycross, la categoria che per salti, in lungo e in alto, più si avvicina ai raid. Stephane ha dichiarato che se avesse vinto si sarebbe ritirato, ma che non lascerà con un abbandono tanto amaro. E la stessa decisione prenderà Carlos. Chi è emerso in tutta la sua forza è Sébastien Loeb.

Come fa il rallysta più forte di tutti i tempi, con 9 titoli mondiali consecutivi (tutti con la Citroen) e 80 vittorie in rally iridati, ad emergere? Alla Dakar succede anche questo: devi essere accolto a pieno titolo fra i dakariani e servono imprese in grado di lasciare il segno. Eppure Seb di maratone del deserto ne ha già corse 8 e per ben 3 volte è arrivato secondo. Quest’anno, pero, l’impresa l’ha fatta venendo considerato da tutti il più veloce del reame e non facendo nemmeno grossi errori. Cronometro alla mano, il tempo in cui Loeb è stato in marcia è il più basso di tutti per coprire l’intera distanza della gara, ha perso la bussola per qualche “riparazione”. In più, il francese ha vinto 7 tappe, 6 delle quali consecutive: la seconda settimana è stata tutta un suo show. Nessuno in 45 anni (la prima fu disputata nel 1979) era mai riuscito a fare tanto, Ari Vatenen con la Peugeut 405 nel 1989 si fermò a 5 di fila.

Al finlandese volante rimane un altro prestigioso primato, le 50 vittorie giornaliere che Peterhansel era sicuro di agguantare quest’anno (era fermo a 49), ma è andata come è andata. Loeb è un altro pezzo pregiato del mercato, è velocissimo e già esperto, ha l’età giusta (deve ancora festeggiare i suoi primi 50 anni) ed è stato abituato a correre sempre con le squadre ufficiali. L’Hunter realizzato dalla Prodrive di Richard è un ottimo mezzo e i soldi del Barhain non fanno mancare risorse, ma la sirena Audi potrebbe far rivivere i vecchi tempi. Un altro fenomeno si è affacciato sulla scena. Il giovane brasiliano Moraes (32 anni) all’esordio è salito sul podio senza sbagliare mai. E con un Toyota pick up come quello del Principe è arrivato a solo un’ora e mezza dall’emiro.

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Mercoledì 25 Gennaio 2023 - Ultimo aggiornamento: 27-01-2023 09:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA