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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La scorsa edizione del Salone di Ginevra

La Svizzera cancella il Salone di Ginevra, figuraccia per una decisione tardiva

di Giorgio Ursicino

C’era una volta Ginevra. E c’era una volta la Svizzera. Il simbolo della precisione e della serietà. Fortunatamente certi valori esistono ancora nel paese delle montagne e ieri, in tutta fretta ma in punta di piedi, è sceso in campo il Consiglio Federale di Berna per tirar fuori dalla valanga che ha coinvolto gli incauti organizzatori del Salone dell’Auto. È proprio vero, quando si è troppo impegnati in un’impresa, si rischia di trascurare il quadro generale. Di concentrarsi sul cespuglio ignorando la cima degli alberi.

Certo non è facile decidere di annullare il motor show più prestigioso del pianeta, che dal 1905 ospita sulle sponde del lago Lemano il gotha dell’automotive mondiale e quest’anno si accingeva a festeggiare (fra assenze e defezioni) la sua novantesima edizione. Ma ci sono momenti in cui arriva l’ora di agire e la cancellazione (o il rinvio) sarebbe stata sicuramente la exit strategy più saggia. Invece niente. Come bambini un po’ ostinati, non hanno voluto prendere atto che gli eventi stavano prendendo il sopravvento e la ragione avrebbe prevalso sulla passione, mettendo in forte pericolo chi non era sceso dalla navicella ormai priva di pilota e, quindi, fuori controllo.

Nemmeno la giovane Heidi avrebbe pensato per un attimo che nel cuore dell’Europa assediata in più punti dal coronavirus, gli elvetici avrebbero corso il rischio di infettare quel salotto di Ginevra dove hanno un “buen retiro” molti potenti della terra per una, seppur affascinante, esposizione di auto. In tutta Italia sono state giustamente annullate tutte le manifestazioni che raggruppano persone, chi avrebbe creduto che i riservati svizzeri avrebbero steso un tappeto rosso al coronavirus? Sinceramente le chance che ciò avvenisse erano sotto zero e, guarda caso, ieri è accaduto. Il governo elvetico di solito sta defilato, scende in campo solo quando serve.

Tutte le istituzioni hanno un forte senso di responsabilità e i divieti se li fanno da soli, anche senza scriverli. C’è un comparto dove la piccola Svizzera (è grande poco più di un decimo dell’Italia e ha solo 8 milioni di abitanti) è leader mondiale: gli orologi. Ebbene proprio Ginevra qualche giorno fa ha cancellato l’edizione 2020 del Salone di Alta Orologeria che pur era in programma, non all’inizio di marzo, ma alla fine di aprile. Quindi ecco il provvedimento ad hoc, una normativa a persona come non si dovrebbe mai fare. Il Consiglio Federale ha vietato tutte le manifestazioni con oltre mille persone (si è voluto evitare anche su un ripiegamento per “addetti ai lavori”) da oggi fino al 15 marzo. Proprio la data di chiusura del Geneva International Auto Show. Se la sono andata proprio a cercare.

Eppure gli organizzatori e la Svizzera la conoscono essendo di quelle parti. Anche se ha solo 200 mila abitanti per certi versi è la capitale del mondo con una presenza fittissima dei funzionari dell’Onu. Ospita, dicono, 35 organismi internazionali fra cui, udite udite, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Sarebbe stato un pessima immagine se loro e propri loro fossero finiti tutti a letto contagiati dall’epidemia. Così dal salotto del pianeta è partita qualche telefonata verso la Cancelleria di Berna per fermare gli impallinati dei motori. Il danno è enorme, non si riesce a capire se più economico o di credibilità.

I grandi costruttori di tutti i continenti sono imbufaliti come iene per l’ingente investimento sprecato e per il tempo perso. I primi eventi erano in programma al Palaexpo lunedì e oggi è sabato, i Jumbo con i top mager sono già partiti, mettendosi a rischio di fare una del tutto inutile quarantena. Come annullare il party quando sono iniziate le danze. Gli stand, già allestiti, resteranno tristemente vuoti, le novità mondiali verranno rimesse nelle casse e rispedite al mittente facendo saltare giganteschi e costosi piani di lancio. E poi ci soni gli alberghi pagati un anno prima. Sempre una sciocchezza ma durante il salone una camera a sole tre stelle costa mille euro e si deve prenotare per quasi una settimana.

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Sabato 29 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 05-03-2020 08:54 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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