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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Charles Leclerc sulla pista di Miami

Ferrari, l'analisi di Vasseur: «Il problema non è il degrado dei pneumatici, ma la costanza delle prestazioni»

di Giorgio Ursicino

Niente da fare, la Red Bull passeggia anche in Florida. E il campione del mondo mette a tacere le voci che davano il socio Perez in grado di impensierirlo. La doppietta è arrivata, Sergio ha guidato bene, ma superMax ha fatto un altro capolavoro dei suoi, partendo dalla nona posizione dello schieramento ed andandosi a prendere la coppa del vincitore con una superiorità disarmante. Dietro le due Red Bull, al quarto podio stagionale, si è piazzato Alonso con l’Aston Martin che rafforza la terza posizione anche in classifica generale. Ai margini della premiazione Russell, Sainz, Hamilton e Leclerc che hanno preceduto le due Alpine di Gasly ed Ocon. In gara la Ferrari le ha prese, oltre che dall’inarrivabile RB, anche dalla Aston e dalla Mercedes.

Secco il commento di Vasseur: «Certo che non ci siamo, ma ancora non riusciamo a capire. Non è una questione di “degrado”, ma di “costanza”». La Formula 1 è sempre più in una nuova era dove conquistano spazio l’adrenalina e lo spettacolo. Può accadere benissimo che i tre piloti più forti, con le monoposto migliori, per superare se stessi restino lontani dalla prima fila. Così come la griglia di partenza è diventata un gigantesco set dove vanno in onda autentici show mozzafiato. Quando si spegne il semaforo quasi tutti scattano bene ed affrontano la prima staccata con prudenza mantenendo quindi le posizioni.

Verstappen ed Hamilton scelgono le gomme bianche dure a differenza di quasi tutti i migliori che montano le gialle medie come “consigliato” da Pirelli. Una strategia per posticipare la prima sosta è scavalcare avversari più lenti senza perdere tempo con i sorpassi in pista. L’idea non serve molto a superMax che, dopo aver gestito il primo giro, inizia a martellare giri veloci manco avesse le rosse morbide. Che per Maranello non sarà una giornata da ricordare lo conferma il doppio sorpasso che il predestinato deve incassare contemporaneamente da Verstappen e Magnussen che ricorda tanto quello di Schumacher e Hakkinen al povero Zonta. Solo che, un ventennio fa, l’audace manovra avvenne sul lungo rettilineo del Kemmel, che unisce l’imbuto dell’Eau Rouge alle pieghe di Les Combes nella mitica Spa, mentre ieri la sverniciatura si è consumata nel corto dritto di partenza di Miami.

Uno ad uno, sfruttando il suo Drs-turbo, Max si beve tutti i rivali sul lungo rettilineo e piomba come un falco sulla coda del compagno di squadra. Poco dopo il decimo giro iniziano i cambi gomme per chi montava le gialle e poco dopo si ritrovano tutti in pista con le bianche. L’olandese guida il gruppone con circa 15 secondi sul compagno che però ha già smarcato la sosta ed è più rapido con le coperture più fresche. Sainz anticipa la sosta su Alonso che quando fa la sua rientra alle spalle del ferrarista di Madrid. Con le gomme più dure, come si temeva, le Rosse alzano il ritmo e l’Aston Martin torna in terza posizione sul podio virtuale. Da dietro arriva a velocità ben superiore la Mercedes si Russell che, dopo aver superato il compagno, infila anche Carlos che non ha possibilità di difendersi.

Dietro, ancora più buia è la situazione per Charles costretto a lottare come un leone contro la Haas di Magnussen che usa il suo stesso motore. Al 40° giro, senza safety car e neanche bandiere gialle, il principino ha quasi un minuto di ritardo dal campione del mondo che è partito a metà schieramento. Il monegasco fatica da morire e lascia dei grossi dubbi su quanto sia dovuto dalla SF-23 che non ingrana sul passo gara e quanto ad un assetto sbagliato per inseguire troppo una pole poi non tanto importante. A una decina di giri dalla fine Verstappen si ferma per cambiare le gomme e rientra in pista in scia all’altra Red Bull che però ha i pneumatici più duri e più usurati.

Il sorpasso è un gioco da ragazzi. A l’altra Ferrari, quella messa meglio, i commissari appioppano 5 secondi di penalità per essere rientrato troppo forte in corsia box, dazio che Sainz pagherà sul tempo finale perché non ci saranno altri passaggi in pit line. Nel finale Leclerc scavalca l’Alpine di Gasly ma il sette volte campione del mondo supera tutti e due e si va e prendere la sesta posizione dietro a Sainz che ha margine sufficiente per scontare la multa senza affanno.

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Lunedì 8 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 10-05-2023 20:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA