Nona pole position dell’anno, diciottesima in carriera. Il predestinato oggi partirà davanti a tutti e, se allo spaziale Max Verstappen la FIA chiederà conto dei soldi spesi in più dalla Red Bull per avere una monoposto tanto rapida, si potrebbero addirittura riaprire il sogno Mondiale. Certo, che uno sport così tecnologico e dall’immenso seguito non preveda punizioni chiare per chi infrange in modo tanto netto il regolamento, è una cosa stramba. Ma tant’è. E bisognerà attendere almeno mercoledì per vedere che piega prenderà una faccenda che banale non è. E che vede la Mercedes e la Ferrari con l’artiglieria spianata. Per il momento parla la pista e lo spettacolo resta entusiasmante, nonostante nell’ultimo periodo il risultato finale sia stato quasi scontato. A prescindere dalla classifica, l’annata per Maranello si fa interessante.
Undici partenza al palo, solo un anno la Rossa ha fatto meglio (dodici) ed era uno di quelli ricchissimi dell’era Schumacher. Charles si conferma talentuoso in fatto di velocità ed adora l’arte del giro secco. Ieri a Marina Bay il giovane principe ha eguagliato in questa speciale graduatoria piloti blasonati, più anziani e con una carriera corposa alle spalle: Mario Andretti, Rene Arnoux e Kimi Raikkonen, tutti ferraristi doc. Alla sua età solo Sebastian Vettel aveva fatto meglio, un altro fantino del Cavallino. La pole non è stata affatto scontata è Leclerc è stato sicuro di agguantarla, non come al solito al fotofinish, ma mentre seguiva i monitor ai box. Che lo scenario sia un po’ anomalo lo conferma la prima fila di Sergio Perez e l’ottava piazza di Max Verstappen che sembrava avere la dinamite sotto il piede destro.
Terzo scatterà Lewis Hamilton su una pista che ama particolarmente e dove era atteso al varco. Lewis venerdì si era un po’ troppo coperto, piangendo perché la sua Stella era in ritardo di almeno un secondo da Red Bull e Mercedes. Chiaramente, come dimostrano i risultati dell’estate, così non era ed ad un certo punto sembrava nella posizione di essere il più veloce di tutti. Invece, per un questione di millesimi, è andata diversamente: Sergio è arrivato a 22 da Charles, il sette volte campione del mondo a 54. Segue l’altra Ferrari di Carlos a un decimo e mezzo e il vecchio e il giovane (Alonso e Norris) che sono una garanzia per costanza ed affidabilità. Max è stato preceduto anche da Gasly e seguito da Magnussen e Tsunoda. Come le libere del mattino, le qualifiche si sono disputate sull’asfalto bagnato che si andava asciugando.
Tutti in pista con le intermedie verdi in Q1 e Q2. Hamilton, su un tracciato dove ha vinto quattro volte ed è partito altrettante dalla pole, ha fatto subito vedere che bisognava fare i conti con lui mentre, a sorpresa, il suo bravissimo compagno di squadra Russell non riusciva ad entrare in Q3 per 6 millesimi. Nel finale lo show pirotecnico. Charles rientrava col miglior tempo, ma insoddisfatto della sua prestazione. Carlos stessa cosa, su un fondo scivoloso con le slick doveva controsterzare troppo. La pole, sinceramente, sembrava del divino, anche perché a Singapore chi parte al palo due volte su tre vince. Invece niente, il pilota più gelido del paddock e la sua infallibile squadra andavano in tilt buttando, per la prima volta in stagione, il risultato.
Forse la pressione del dossier “budget cup” inizia a farsi sentire. Al penultimo giro, con la pole già in tasca, l’olandese rallenta nel finale perché si rende conto di avere il tempo di fare ancora un giro ed è sicuro di poter far meglio su un circuito che migliorava di secondo in secondo. Così era, ma nel serbatoio non c’era più benzina ed era richiamato ai box per non restare per strada. Un disastro. Oggi ci sarà da divertirsi. Max si è già chiamato fuori su una pista dove è impossibile superare. Charles ha il colpo in canna ed e sicuro di non sbagliare. Attenti all’Imperatore, la sua Freccia va meglio in gara che in qualifica e, anche se non si passa, potrebbe approfittare delle soste ai box per rovinare la giornata a la Ferrari.