• condividi il post
  • 9
MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Rimac Nevera, l'auto di serie più veloce del mondo

Mate Rimac, l'Europa ha il suo Elon Musk: ecco Nevera, è elettrica l'auto più veloce del mondo

di Giorgio Ursicino

Nevera, mi manda il vento. Sarà il nome di una tempesta, rapida e improvvisa, che nasce a largo delle coste croate e scarica tutta la sua potenza in un groviglio di fulmini, ad accompagnare l’avventura commerciale della più prestazionale vettura del pianeta. L’ex start up Rimac ha iniziato a consegnare il suo gioiello elettrico ed il primo esemplare di una produzione estremamente limitata è stato ritirato da Nico Rosberg. Un fenomeno un po’ anomalo, portatore di un immagine unica: guida come un razzo, avendo vinto il Campionato Mondiale di Formula 1 nel 2016, e vive nel futuro, da ragazzo poliglotta che adora i veicoli ecologici. Il nome dell’uragano adriatico è tutto un programma: racchiude l’essenza della nuova regina delle hypercar che vuol spazzare, con altrettanto vigore, il fortino globale delle auto più veloci che siano mai state realizzate.

Le scariche elettriche piovute dal cielo testimoniano invece che il moderno bolide vola grazie all’energia pulita amica dell’ambiente. Senza generare un grammo di CO2. In uno spazio che la tecnologica due posti è in grado di attraversare alla velocità della luce. Profondissimo, inoltre, il legame con il territorio nativo diventato, in poco più di un decennio, la roccaforte dell’industria automotive più avanzata grazie alle geniali intuizioni del giovane fondatore dell’azienda Mate Rimac. Il cittadino croato, di origini bosniache (è nato a Livno il 12 febbraio del 1988), a 19 anni nella sua officina smontava da solo una BMW 3 nata prima di lui (era un modello del 1984) per montarci un propulsore elettrico e dimostrare al mondo che l’era delle vetture termiche aveva i minuti contati. Elon Musk doveva ancora plasmare il fenomeno Tesla e quel visionario di Carlos Ghosn non aveva svelato la Nissan Leaf, la prima zero emission della mobilità moderna.

Mate ha bruciato le tappe come il più audace dei predestinati. La sua società, prima di essere un’industria, è nata come centro ingegneristico di progettazione, una fucina di cervelli scelti per l’amore per l’innovazione che sfornava brevetti a raffica nell’ancora fertile terreno delle auto elettriche. Come ha fatto ad andare avanti se non produceva nulla? Come tutti gli inventori destava interesse fra i gradi costruttori che all’inizio furono dei finanziatori investendo nella compagnia. Poi dei clienti per acquistare le sofisticate componenti dei modelli ad elettroni. In un lampo fra i clienti c’erano Aston Martin e Porsche, Pininfarina e Hyundai, Kia e Koenigsegg, Renault e Cupra. Da pochi avventurieri coraggiosi, i tecnici al lavoro nella sede di Sveta Nedelja, a poca distanza da Zagabria, raggiunsero quota mille e presto saranno 2.500 quando la compagnia si trasferirà nel Rimac Campus in corso di realizzazione.

Dopo la pandemia a far visita a Mate fu la numero uno della Commissione Europea Ursula von der Leyen con Andrej Plenković, Primo Ministro della Repubblica di Croazia. La signora di Bruxelles si complimentò con Rimac come realtà emergente del paese, ma anche icona di tutto il continente per la mobilità pulita. Nel 2019 un importante accordo con il grande gruppo coreano per le elettriche sportive con un aumento della presenza nel capitale. Nel 2021 intesa strategica con il gruppo Volkswagen attraverso la Porsche che è il secondo azionista dopo il fondatore: Rimac ha il 37% del Rimac Group, la Porsche il 24%, il gruppo Hyundai-Kia il 12%. In più i tedeschi hanno conferito la Bugatti da loro controllata in una JV con Rimac di cui l’imprenditore croato ha il 55% ed è amministrare delegato. Alla casa più giovane d’Europa è affidato il rilancio di una delle più prestigiose operanti in Francia dal 1909.

Wolfsburg, in accordo con la Cavallina di Stoccarda che è stata da poco scorporata e quotata in borsa a Francoforte, ha intuito che l’eccellenza delle hypercar nell’era delle batterie non può avere guida migliore di Mate Rimac. Intanto con Nevera si fa sul serio. L’unica cosa che non interessa a nessuno pare sia il prezzo. La belva, infatti, non è attualmente in vendita. I 150 esemplari, tutti rigorosamente firmati a mano dall’inventore, sono andati esauriti prima che la vettura andasse in produzione e sembra siano stati pagati due milioni l’uno. Lo schema tecnico è lo stato dell’arte attuale dell’auto elettrica, potrebbe essere lo stesso della Ferrari elettrica in via di sviluppo. Quattro motori, uno per ruota.

Sergio Marchionne, che aveva il fiuto di un segugio, pare seguisse da vicino quello che faceva l’allora sconosciuto ragazzo croato. Con questa soluzione il veicolo fa un ulteriore passo avanti nella sua evoluzione dinamica in quanto potenza e coppia sulla quattro ruote possono essere gestite in modo separato, esaltando il comportamento di guida. Cosa impossibile con i motori a scoppio che potevano sono essere uno per auto. Per il momento l’Audi Q8 S e la Maserati GranTurismo Folgore ne hanno tre, ma fare poker è ancora merce rara. Forse, un giorno, saranno tutte così.

  • condividi l'articolo
  • 9
Domenica 26 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 28-03-2023 08:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA