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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Mattia Binotto rimprovera Charles Leclerc dopo il GP di Silverstone

Mattia Binotto, acque agitate a Maranello. Ma la Ferrari esclude il siluramento

di Giorgio Ursicino

Si può vincere o perdere, ma lo “stile” non si tocca. È sacro. Non solo perché è la squadra più antica e blasonata della F1, l’unica che ha preso parte a tutte le stagioni dal lontano 1950. Ma anche perché ha i clienti più esclusivi e fedeli del pianeta, personaggi che fanno del marchio un vero senso di appartenenza. Un valore inestimabile che moltiplica il fatturato all’ennesima potenza per sfoggiare una capitalizzazione da urlo. Senza pari, sfidando tutti i brand del lusso. Per questi motivi, e pure per tanti altri, le notizie che sembravano uscire dalle mura di Maranello avevano tanto il sapore di essere “fake news”. Man mano che il tempo passava, però, il filone diventava virale fino a quando, voci senz’altro autorevoli, arrivano addirittura a presentare il sostituto: «Mattia Binotto è giunto al capolinea, il prossimo anno il “team principal” di Maranello sarà Frédéric Vasseur».

Apriti cielo. Il profilo è talmente accreditato ed ha così tante conoscenze nell’ambiente, che la scena, da verosimile, appariva vera. A quel punto, qualsiasi sia la verità, è diventata una “questione di stile”. La Ferrari non fa mai queste cose. Sono diventati famosi i comunicati voluti dall’Ingegner Ferrari in persona che annunciavano terremoti epocali con testi lunghi una sola riga. A Maranello si parla poco, sempre nei momenti giusti, a tempo debito. E questo sarebbe stato un frangente veramente inopportuno. Come potrebbe la Scuderia far uscire l’editto che il grande capo della Gestione Sportiva ha esaurito i suoi bonus solo quattro giorni prima della fine delle ostilità? Ma che stile sarebbe? Nei posti seri, e nulla può essere più serio della Ferrari, si vince e si perde tutti insieme. I conti si fanno a guerra finita, non alla vigilia dell’ultima battaglia.

Spenti i motori, nella calma invernale, si possono tirare le somme (anzi si devono) e chi non ha performato viene sostituito. È la legge dello sport, un imperativo per la disciplina più competitiva, dove si vive a 300 all’ora e sul filo dei millesimi di secondo. Così i vertici dell’azienda hanno dato l’input ed è partita la smentita. «Le voci che circolano sono prive di qualsiasi fondamento». Dai rumors viene la notizia vera. Non sarà tanto facile fra pochi giorni per Maranello far sapere che il nuovo condottiero per il 2023 sarà Frédéric Vasseur... Allora un po’ di fondamento c’era. Bocciato o rimandato che sia, Mattia Binotto non meritava sicuramente un’uscita di scena del genere. Senza onore delle armi. Serio. Ha tanto stile e pure parecchia classe. Non alza mai i toni e descrive con obbiettività quanto è accaduto. Sembra tenero, ma non lo è.

Basta chiedere a Charles quando lo ha elegantemente attaccato al muro a Silverstone perché voleva lamentarsi per il primo trionfo di Carlos che, secondo lui, gli aveva scippato la Coppa. Insieme a Wolff e Horner è la figura più rappresentativa (indossa la divisa Ferrari) dell’attuale F1. Sembra meno furbo di Toto e meno duro di Christian, ma sa sempre quello che dice e lo dice in modo chiaro, approfondendo un’analisi complessa in maniera semplice. Domenica i ragazzi in Rosso si giocheranno il secondo posto nel Piloti, con Leclerc che è pari punti con Perez, e la piazza d’onore nel Costruttori che la Mercedes gli vuole stappare. Il destino di Mattia, però, non dipenderà da quello.

Chi le cose le conosce, sa bene che non si può giudicare qualcuno per un gran premio di F1. Binotto dovrà rendere conto di tutto quello che hanno fatto i suoi uomini nell’intera stagione o, meglio ancora, dal 2019 quando convinse il presidente Elkann che era lui il capo giusto per il rilancio. Certo, il bilancio non gli è favorevole. La cosa che più l’aiuta è la smentita della Ferrari. Forse almeno la candidatura di Vasseur è finita arrosto... Per il resto i risultati giocano contro di lui. Affidabilità, gestione delle strategie, ingordigia di pneumatici, tensione fra i piloti, le insufficienze potrebbero essere molte. Ma non manca molto tempo, se si deve cambiare coach, il momento giusto è fra pochi giorni.

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Mercoledì 16 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 17-11-2022 09:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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