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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Virginia Raggi, la sindaca di Roma

Raggi, ribaltone a gasolio: a Roma ora sono diventati ecologici anche i diesel Euro 3

di Giorgio Ursicino

Può succedere. A Roma il diesel fa male a giorni alterni. O emette veleni solo in alcune zone della città, più o meno snob. In quasi tre millenni di storia gloriosa, caput mundi ne ha viste di tutti i colori. Sopravviverà anche a questa. Può essere che sia un caso; ma potrebbe pure essere che la sindaca Raggi non sia affatto sciocca e, come pensiamo noi, abbia rovesciato la scrivania appesantita da valanghe di giornali che chiedevano lumi sull’inspiegabile decisione di bloccare le “verdi” diesel Euro 6 per migliorare la qualità dell’aria. Una cura tanto valida quanto mettere sotto il naso di un alcolizzato una bottiglia di vodka.

«Porca miseria, cosa mi avete fatto fare!», potrebbe aver esclamato la prima cittadina ai suoi più stretti collaboratori pensando al consenso sceso ai minimi storici, con migliaia di proprietari di vetture a gasolio di ultima generazione costretti a lasciare la loro auto in garage per affrontare l’odissea di andare al lavoro con i mezzi pubblici. Della serie tante peripezie inutili, senza motivo; anzi, la qualità dell’atmosfera peggiorava, con i buoni fatti prigionieri ed i cattivi liberi di scorrazzare. E inquinare. Tanta è stata la bufera che alla sindaca sarà venuta anche la voglia di dire basta come ha fatto il suo ex capo partito Luigi Di Maio.

«Solo gli stolti non cambiano opinione» diceva James Russell Lowell. E Virginia stolta non è: come sindaca della Città Eterna ha solo da fare troppo cose e, spesso, è chiamata a decidere di cose che non sa. Mal consigliata. Vi ricordate qualche mese quando la sera ordinò a tutti gli studenti di rimanere a casa perché le previsioni parlano di un uragano in arrivo? Il giorno dopo ci fu solo una pioggerellina con mamma e papà furibondi per essere dovuti rimanere a casa a fare i babysitter. Con danni enormi per l’economia della città. Ma ci sono errori e errori, cantonate e cantonate. E questa gigantesca ha messo in crisi lo strategico mercato dell’auto. Di fronte ad un testacoda del genere, meglio correggere subito il tiro, far capire d’aver capito.

Solo chi vuol stravincere può pretendere le pubbliche scuse, chi sbaglia e se ne accorge merita sempre l’onore delle armi. Conviene accontentarsi di un gesto, di un segnale. Raggi, a cavalcare la prima occasione, è stata fulminea. Venerdì 17 è arrivata l’attesa pioggia e, forse un po’ in anticipo, è stato dato il via libera a tutti, anche alla circolazione delle diesel Euro 4. Poi è tornato il bel tempo, l’alta pressione, e puntuale si è riaffaccia la situazione emergenziale. Immediata e apprezzabile la risposta del Campidoglio: la salute della gente prima di tutto, lo abbiamo sempre detto.

Con l’ordinanza n. 17 del 24 gennaio venivano adottate nuove limitazioni straordinarie alla circolazione da aggiungersi a quelle strutturali in vigore sempre. Il testo del comune spiega «il divieto alla circolazione di veicoli più inquinanti per situazione di criticità dell’aria nei giorni 25, 26 e 27». Di quali veicoli si tratta? Semplice, all’interno della ZTL “Fascia Verde” non hanno potuto circolare le vetture Euro 2 e precedenti, sia diesel che benzina. Ma come, i veicoli alimentati a verde equiparati a quelli a gasolio? Eppure si tratta di una «situazione di criticità monitorata dalle centraline». Dove è finita la preoccupazione per la vita dei cittadini? Pochi giorni fa non erano pericolose le nuovissime diesel Euro 6 e potevano addirittura circolare le vecchie benzina Euro 3?

Pur con situazione meno grave l’ordine per le vetture a benzina è rimato lo stesso, il diesel è passato da fermi gli Euro 6 a liberi gli Euro 3, trabiccoli con un ventennio alle spalle. È come vincere la Champions League venendo direttamente della Serie B. Il tutto a distanza di una settimana. Delle due l’una: o saggiamente hanno cambiato approccio (ci sta, meglio tardi che mai) o sono matti da legare. Meglio rinchiuderli e buttare la chiave. Certo noi facciamo il tifo per il ravvedimento, speriamo siano rimasti folgorati sulla via di Damasco. Ripensandoci il dubbio resta atroce. Come si può, in una situazione entrambe le volte dichiarata emergenziale, una volta equiparare diesel e benzina Euro 2 ed a distanza di pochi giorni stoppare le diesel Euro 6 e far viaggiare le carrette a benzina Euro 3 di quasi venti anni?

In situazioni di criticità molto diverse fra loro, fermare entrambe le volte le benzina Euro 2, mentre il diesel una volta è stato fermato Euro 2 un’altra volta addirittura Euro 6. Anche per la benzina c’è una differenza enorme in termini di emissioni fra Euro 2 e Euro 6. Boh. Un’altra considerazione. All’interno dell’anello ferroviario (un’area in realtà più ristretta della ZTL “Fascia Verde”) il diesel Euro 3 è sempre vietato, in una situazione di emergenza come i tre giorni scorsi questa categoria di auto abbastanza vecchia e sicuramente inquinante poteva regolarmente circolare. Che confusione. Speriamo almeno che Virginia abbia capito e le prossima “emergenzona” fermi le diesel Euro 5 ma non le ecologiche Euro 6 perché se fosse vero quello che gli hanno fatto sostenere, bisognerebbe vietarne la vendita.

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Giovedì 30 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 08-02-2020 15:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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