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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La bandiera cinese

Stellantis, attriti con i soci cinesi. Le performance sul mercato orientale devono crescere in fretta

di Giorgio Ursicino

Il piano industriale, che sarà svelato il primo marzo, si avvicina. Stellantis “manovra” e suscita rumor. Ieri si è infiammato l’asse fra Europa-Cina che coinvolge da vicino anche gli Stati Uniti. Fra il colosso nato lo scorso anno e i soci di Gac c’è stato un forte attrito ed ora si dovrà valutare il nuovo scenario perché su tutte le operazioni cinesi c’è l’ultima parola del governo di Pechino che, di solito, tutela le aziende nazionali. In mattinata un comunicato diffuso da Amsterdam, dove ha sede legale Stellantis, annunciava l’intenzione del gruppo franco-italo-americano di rafforzare le propria quota nella joint venture paritetica con Gac creata per gestire le attività in Cina nel 2010 quando al comando di Fca c’era Sergio Marchionne. L’input dell’annuncio proveniva chiaramente da Parigi dove c’è il quartier generale operativo della società con l’ufficio principale del ceo Carlos Tavares.

Le intenzioni della multinazionale sono di salire dal 50% della partnership al 75% per sostenere meglio il piano strategico “One Jeep” che punta, attraverso il marchio di Toledo che ha molto appeal in Oriente, a conquistare volumi sul più grande mercato del mondo che vale quasi 30 milioni di veicoli l’anno. Stellantis, che è molto forte sulla due sponde dell’Atlantico, ha quote quasi marginali in Cina e la sfida principale del gigante è di crescere nell’ex Celeste Impero. L’inusuale divulgazione del progetto sembrava “amichevole”, discussa e concordata, in accordo con gli alleati con i quali la stretta collaborazione sarebbe continuata in armonia. Nel pomeriggio la doccia fredda, che non fa presagire nulla di buono. I vertici di Gac si dicono irritati, per non dire infuriati. Quanto meno non è stata rispettata la “procedura”.

«Abbiamo appreso dell’iniziativa sul sito internet dei nostri soci, siamo molto dispiaciuti che la nota non sia stata concordata con noi - è la presa di posizione dell’azienda orientale - A causa delle difficoltà operative di Gac-Fca negli ultimi anni, gli azionisti di entrambe le parti hanno condotto approfondite comunicazioni e negoziazioni sulla loro cooperazione e sulle operazioni della jv e sul piano di rivitalizzazione. Ma ad ora le due parti non hanno raggiunto un accordo formale rispetto all’aggiustamento azionario». Come si può vedere le due entità non sono perfettamente allineate e bisognerà vedere le motivazioni che hanno spinto Stellantis a fare la prima mossa. Gac non fa certamente una dichiarazione di guerra contro un partner con cui dovrebbe continuare a collaborare, ma fa chiaramente capire che difenderà le sue posizioni:

«Per quanto riguarda le jv straniere e le questioni di cooperazione, la società attuerà le procedure rilevanti in stretta attuazione delle politiche e regolazioni domestiche e procederà in aderenza ai principi di reciproca fiducia e cooperazione win-win». Intanto tornano le voci che Stellantis potrebbe restituire con un anno di anticipo il prestito di 6,3 miliardi euro di Intesa Sanpaolo garantito da Sace erogato in seguito al decreto del governo per la pandemia. Alcune fonti sostengono che i rapporti con l’esecutivo italiano non sarebbero fluidi in seguito al dialogo per la Giga-Factory prevista a Termoli. A quanto sembra, i governi di Francia e Germania avrebbero dato un supporto maggiore.

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Venerdì 28 Gennaio 2022 - Ultimo aggiornamento: 29-01-2022 18:36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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