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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La nuova Tesla Model Y Performance

Tesla, la ricetta magica: vendite in calo, ma l'azione al Nasdaq vola verso nuovi record

di Giorgio Ursicino

Due andamenti diversi, apparentemente quasi contrastanti: da una parte, le vendite di vetture, dall’altra i risultati finanziari e la quotazione al Nasdaq. La discesa nell’arena politica di Elon Musk ha creato certamente scompiglio in Tesla, spaccando almeno la mela in due. Ieri, in mattinata, a New York il titolo della società era scambiato ad oltre 430 dollari, quasi quanto il valore record toccato a dicembre dopo la vittoria elettorale dell’“amico” Trump. Con quella quotazione, la capitalizzazione punta di nuovo verso i 1.300 miliardi di dollari. In realtà, l’ultima trimestrale non era andata affatto male, da aprile a giugno gli affari sono andati meglio che nel primo trimestre e, soprattutto, di quanto prevedevano gli analisti.

La diminuzione del fatturato e degli utili è più contenuta di quella delle consegne di veicoli: -11% e -15% rispettivamente, ma il margine lordo, che interessa molto agli azionisti, ha perso nemmeno un punto, restando ben sopra il 15%. Le ultime notizie dal punto di vista commerciale non sono positive: nel mese di agosto negli Stati Uniti Tesla è scesa al 38% di quota, nei periodi d’oro la share si avvinava all’80%, ma in ogni caso dal 2017 non infrangeva in basso la barriera psicologica del 40%. In Europa, sembra che il rapporto di amore-odio con il Presidente di Washington abbia fatto ancora più danni, anche se nel semestre i due modelli di punta dell’azienda (Model Y e Model 3) sono tutt’ora sul podio.

A luglio, nell’Europa “allargata”, le immatricolazioni dell’azienda Usa sono crollate di oltre il 40%, facendo scendere il consuntivo dei primi 7 mesi dal 2,3% all’1,5% di quota. Di conseguenza c’è l’impennata dei marchi cinesi con BYD che ormai ha messo la freccia per diventare per la prima volta il produttore leader di auto BEV sullo scenario globale. Di agosto non sono disponibili i dati di tutti i paesi, ma la Germania è significativa perché è il mercato più grande. Ebbene, mentre le vendite di elettriche sono cresciute del 46% raggiungendo il 19% di share, Tesla ha perso il 39% che porta in cumulato a -56%. È indubbiamente tanto.

In Cina le cose vanno indubbiamente meglio e quando la fabbrica di Shanghai ha iniziato a sfornare la new Y le vendite sono di nuovo salite sopra i 50 mila esemplari al mese. I cinesi, da questa prospettiva, somigliano un po’ agli italiani. Nonostante i numerosi nuovi modelli arrivati negli shwroom, alcuni dei quali anche compatti e dal costo più contenuto, le due BEV più vendute in Italia restano le Tesla e non pare possa esserci un sorpasso visto che la forbice con i rivali tende ad allargarsi. A questo punto, siamo a metà del nono mese, la classifica delle vendite è saldamente guidata dalla Model 3 che precede la sorellona Model Y di circa 500 pezzi a cavallo delle 4 mila unità. Questo nel cumulato, ma anche mese su mese, la coppia americana svetta senza troppi patemi.

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mercoledì 24 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 25-09-2025 15:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA