• condividi il post
MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Max Verstappen esulta dopo il secondo Mondiale

Verstappen, il pilota bionico: a 25 anni ha gia due Mondiali e l'ammirazione unanime

di Giorgio Ursicino

Verstappen nuota ad ampie bracciate nell’acquitrino di Suzuka. Vince allenandosi e agguanta con autorità il secondo Mondiale di fila. Oggi la FIA dovrebbe comunicare al mondo se i due titolo sono “validi” e, in caso ci fossero dei dubbi, potrebbe scoppiare un putiferio capace di spaccare i due il pianeta F1. Le regole vanno sempre rispettate, soprattutto se sono fresche fresche. Quest’anno, però, la superiorità dell’accoppiata austro-olandese è sta così netta che non è facile pensare come, con qualche milioncino in più, sarebbe stato possibile sconvolgere la graduatoria. Nell’anno di grazia 2022, Max potrebbe andare in vacanza con quattro gare d’anticipo. Sicuramente non ci pensa poiché ha il privilegio di poter diventare il pilota che, in 75 anni di storia, ha vinto più gran premi in una sola stagione. Ora è a quota 12, ad una sola lunghezza da Schumacher e Vettel, e, se le cose andranno come nella seconda parte della stagione, ha la chance di raggiungerli ed anche superarli.

Troppo superiore la Red Bull specialmente in gara. Troppo forte il fenomeno che non sbaglia mai nulla. Diverso il discorso per il 2021 con il Campionato ribaltato da un errore umano (ampiamente ammesso con l’allontanamento del colpevole) tanto da essere considerato quanto meno “alla pari”. Che la corona sia nella bacheca dell’olandese volante o non in quella dell’Imperatore britannico già custode del “settebello”, è più che legittimo poiché l’ex baby prodigio è così pieno di classe e talento che non potrebbe rubare niente a nessuno. Neanche a volerlo. Hamilton, che tutto sommato ha assorbito con maturità l’uragano dello scorso autunno, avrebbe tutto il diritto di ribellarsi se i conti dei rivali non quadrano e il “budget cap” della squadra di Horner avesse sforato in modo rilevante.

Molto più dura la reazione della Mercedes che ha schierato l’artiglieria ancor prima di vedere il nemico, con Toto Wolff che l’ha giurata da tempo e non è disposto, per nulla al mondo, a socchiudere un occhio. Dalla sua parte avrà la Ferrari che ha già esternato la sua posizione arroccata sul rispetto delle regole e sulla legalità. In più, anche se l’attuale gestione Ferrari di Mattia Binotto, con il totale appoggio di Benedetto Vigna e John Elkann (rispettivamente ceo e presidente dall’azienda), si è sempre distinta per equilibrio e sobrietà, ieri in Giappone la casa di Maranello ha alzato i toni. I sassolini nelle scarpe sono diversi e quello di ieri non sembra così fastidioso da far perdere le staffe. Palese che c’è qualcosa in più e il conto potrebbe arrivare tutto insieme, a bocce ferme, ora che i motori si preparano ad andare in letargo e sul tavolo c’è una torta ricca per la quale è il caso di azzuffarsi.

A Suzuka il manager reggiano che non si altara non ha certo picchiato i pugni sul tavolo, ma con parole ferme si è fatto sentire. Domare lo sport della velocità, che adesso va per la maggiore con oltre 300 mila spettatori per evento ed un’audience televisivo globale alimentato dai social del pubblico più giovane, non è facile. Ma la Federazione sarà chiamata a fare di più, un passo avanti, imponendo l’assoluto rispetto dei “principi” introdotti di recente. Inoltre, i “vecchi” regolamenti, quello tecnico e sportivo, dovranno avere sanzioni certe e non essere appesi alla discrezionalità del giudici che non sono neanche professionisti. Le decisioni dovranno essere il più possibile rapide: è impensabile che al tramonto nel 2022 si parli ancora di chi non ha rispettato i paletti del 2021. Bisogna tararsi sull’argomento imperniato sulla velocità. Se la Red Bull ha dominato in lungo e in largo, avendo avversari in qualifica, ma non in gara, i ragazzi di Mattia hanno fatto il loro.

Non bisogna dimenticarsi che si viene da due anni di purgatorio e il 2021 si è chiuso con il sesto posto in classifica Costruttori. C’è quella sana voglia un po’ italica che richiede sempre il massimo dell’impegno: non mollare mai. Un atteggiamento vincente che può portare a qualche delusione. E, da questo punto di vista, il principino di Montecarlo è il più tricolore di tutti. A confronto Sainz pare un freddo del Nord Europa. Il predestinato, però, ci ha messo l’anima, ha scalciato come puledro imbizzarrito, diventando il re delle pole. Si è avuta l’impressione che, qualche volta, il padrone del vapore non l’abbia contrastato, eccessivamente sicuro del passo della sua astronave in corsa. Cambia lo scenario, ma Newey continua a fare tutte le ciambelle con il buco. La Ferrari ha centrato i target imposti, ma in gara non è riuscita a competere quasi mai con la Red Bull superiore per velocità di punta, portare rapidamente in temperatura le gomme e, soprattutto, far durare i pneumatici senza perdere performance. Se queste doti non le hai, puoi fare le pole che vuoi, la battaglia diventa impari. 

  • condividi l'articolo
Mercoledì 12 Ottobre 2022 - Ultimo aggiornamento: 13-10-2022 09:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti