A lezione da Max. Quando serve, e le condizioni sono impossibili, i fenomeni emergono. Erano dieci gare che Max non vinceva più. Nella corrida di Interlagos è tornato a dare spettacolo, dominando una corsa disputata sotto il nubifragio, dall’inizio alla fine. Un gran premio anomalo che ha visto sul podio due vetture del team che era penultimo nel campionato Costruttori, l’Alpine. Una graduatoria senz’altro dovuta a scelte audaci e circostanze fortunate, ma che il re del Circus ha legittimato con una guida impeccabile che nel finale ha addirittura umiliato gli avversari confermandosi cannibale.
A tre tappe dal termine della stagione, il quarto titolo consecutivo, che sembrava in bilico, torna in cassaforte ed ora per gli sfidanti si fa davvero dura perché il vantaggio a disposizione dell’olandese è più che rassicurante. Eppure lo scenario appariva opposto, tutto in salita. Per delle circostanze avverse, scelte della squadra e della direzione corsa alquanto discutibili, nelle qualifiche pure loro alluvionate andate in onda solo quattro ora prima della gara, Max non era riuscito ad entrare in Q3. Questo fatto, sommato alle cinque posizioni di penalizzazione per aver montato la sesta power unit termica Honda, lo hanno costretto a partire della diciassettesima piazzola della griglia, in pratica in fondo allo schieramento.
Come se non bastasse, Lando Norris, l’unico rivale ancora sulla carta, aveva conquistato la pole e, se quelle posizioni si fossero confermate al traguardo, il vantaggio sarebbe sceso a meno di trenta punti. Un’eventualità da non stare tranquilli. Invece, appena si è spento il semaforo, fra mille imprevisti e difficoltà dovute alla pista diventata palude, il cannibale olandese si è vestito a festa mandando messaggi che sarebbe stata una giornata particolare, da ricordare. Al via Russell con la Mercedes dalla prima fila è partito bene scavalcando Lando. I due, pian piano, accumulavano un vantaggio consistente sul resto del gruppo guidato da Tsunoda. Leclerc era fra i primi, ma non dava l’impressione che la SF-24 potesse avere un altro passo rispetto alla concorrenza come avvenuto in Texas ed in Messico.
L’unico che dalle retrovie accumulava sorpassi con continuità era proprio Max in un baleno risalito in zona punti e poi anche più avanti. La svolta è arrivata quando era il momento di cambiare i pneumatici perché all’improvviso il diluvio si è intensificato. La maggior parte dei piloti insisteva sulle intermedie, solo le Racing Bull di Tsunoda e Lawson, al pari della Red Bull di Perez, montavano le “full wet” che era sicuramente la scelta giusta visto che stava venendo giù una vera bomba d’acqua trasformando la pista in un acquitrino. Il direttore di corsa spediva in pista la safety car perché la visibilità era diventata improponibile, solo in tre continuavano imperterriti: i due alfieri della Alpine, che non avevano nulla da perdere, e super Max tenuto in pista dagli strateghi austriaci nella speranza di una bandiera rossa.
E l’interruzione della corsa è arrivata nonostante si viaggiasse a velocità ridotta. Il bravo Colapinto nell’accelerazione in salita si è girato appiccicando la sua Williams sulle barriere. Tutti in pit lane con la possibilità di cambiare le coperture e quindi i tre driver hanno potuto azzerare l’unica sosta necessaria. Alla ripartenza Ocon, Verstappen e Gasly si ritrovavano sul podio virtuale che riuscivano a confermare a fine gara. Al nuovo via lanciato dietro la vettura di sicurezza il fenomeno metteva a segno il colpo del ko, scavalcando Ocon alla prima staccata. Il più era fatto e l’orange avrebbe potuto controllare la situazione senza eccessivi rischi, ipotecando il titolo.
Invece il campione in carica ha voluto dimostrare di essere di un’altra categoria girando puntualmente un secondo più veloce di tutti gli avversari, senza nessuna sbavatura, con una sicurezza assoluta. Ai piedi del podio sono arrivati Russell, Leclerc, Norris, Tsunoda, Piastri, Lawson ed Hamilton. I bastonati di San Paolo sono i ragazzi della McLaren, in particolare Lando Norris che, quando la battaglia si fa dura, non ha ancora la stoffa per sfidare Verstappen. Devono rinunciare al titolo Piloti ed non hanno sfruttato l’occasione per avvantaggiarsi ulteriormente nella classifica Costruttori su una pista che era a loro favorevole. Charles si è difeso bene, anche con una Rossa non in palla. Carlos ha ammucchiato la sua due volte contro le barriere, sia in qualifica che in gara.