Simone Iacuzzi, product manager Man Truck & Bus Italia

Sicuri, intelligenti, sostenibili: i nuovi camion cambieranno il mondo del trasporto

di Paolo Artemi
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Oltre 430 gioielli a quattro ruote, in viaggio da tutta Europa verso la passerella della 1000 Miglia. Non è un’impresa da poco orchestrare la logistica di quella che è molto più di una corsa: è una celebrazione vivente dell’automobile. A muovere questo ingranaggio rumoroso ma fondamentale ci sono loro, le bisarche: camion di tutte le misure incaricati di trasportare auto storiche dal valore inestimabile.

Dietro le quinte della competizione, scatta una complessa danza fatta di itinerari studiati al millimetro per limitare i disagi ai cittadini, arrivi sincronizzati come in un aeroporto e misure stringenti di sicurezza. Ma quest’anno, la presenza di questi mezzi di trasporto assume un significato ancora più attuale e profondo.

Proprio a Brescia – culla della 1000 Miglia – si è tenuta pochi giorni fa la VI Conferenza sulla Sicurezza Stradale, promossa dal Groc Rotary, dall’Università degli Studi di Brescia e da 1000 Miglia stessa. Tema centrale? La difficile convivenza tra i cosiddetti "bisonti della strada" e gli utenti più vulnerabili: pedoni, ciclisti, motociclisti, monopattini, automobili.

Un pedone distratto attraversa con il rosso, il sensore interviene e frena automaticamente

Ogni incidente grave che coinvolge un Tir fa rumore, finisce in prima pagina. Eppure, qualcosa si muove: nel 2024 gli incidenti gravi che hanno visto coinvolti mezzi pesanti in Italia sono stati circa 2.100 – ancora troppi, ma in calo del 12% rispetto a cinque anni fa. Merito anche del Regolamento europeo 2019/2144, in vigore dal 2021, che ha imposto nuovi sistemi di assistenza alla guida (Adas) tra cui l'obbligo di installare un Event Data Recorder (Edr), comunemente chiamato "scatola nera", sui camion e sugli autobus di nuova immatricolazione. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, che sta cambiando le regole della sicurezza e dell’intera filiera logistica.

Per esempio “il Blind Spot Detection, il sistema di rilevamento dell'angolo cieco – spiega Stefano Iacuzzi, Man Truck Producer Italia – è oggi uno dei dispositivi più importanti per la protezione degli utenti vulnerabili. È in grado di monitorare fino a 5 metri davanti al mezzo, 4,5 metri lateralmente e fino a 20 metri nella parte posteriore. È pensato per evitare incidenti durante le svolte, soprattutto con pedoni e ciclisti”.

Tappa a Siena della 1000 Miglia 2025

Ma la tecnologia da sola non basta. La vera sfida è farla arrivare ovunque. Oggi in Italia oltre 650.000 camion hanno più di 15 anni, spesso privi di qualunque sistema avanzato. “Serve un piano per aggiornare il parco circolante, altrimenti continueremo ad avere due velocità: chi viaggia con mezzi sicuri e chi no”, sottolinea Iacuzzi.

Il camion diventa una piattaforma intelligente

Il futuro del trasporto è già tra noi. I Tir sono oggi dotati di telecamere, radar e sensori capaci di monitorare anche la zona posteriore e la fiancata destra. Possono “vedere” fino a 80 metri dietro e anticipare frenate e collisioni. “Parliamo di Adas evoluti, in grado di alleggerire il lavoro dell’autista e migliorare la sicurezza, ma non siamo ancora al livello 4 di guida autonoma”, precisa Iacuzzi. “Lì il mezzo gestisce tutto da solo: oggi non siamo pronti, soprattutto nelle città, dove l’imprevedibilità è ancora alta”.

Operazione di ricarica batterie su un camion elettrico

Tuttavia, le sperimentazioni non mancano. In Germania i primi test su guida autonoma per il trasporto merci sono già in fase avanzata e potrebbero tagliare le emissioni fino al 15%, grazie a uno stile di guida ottimizzato.

Non solo truck: logistica e cultura al centro

Tecnologia e sicurezza vanno di pari passo con la transizione ecologica. Dopo i veicoli elettrici, per Man arriveranno nel 2026 anche i primi camion a idrogeno. Ma per Iacuzzi, la vera rivoluzione non è tecnica, è culturale: “Possiamo avere il miglior veicolo al mondo, ma se non cambia il modo in cui lo usiamo, non servirà. L’innovazione deve essere condivisa da tutta la filiera: progettisti, autisti, aziende, enti locali”.

Sul parabrezza di un bus la camera radar frontale

E c’è un altro tema cruciale: la carenza di autisti. In Italia mancano oltre 20.000 conducenti professionisti. L’automazione potrebbe colmare parte di questo vuoto, ma anche qui serve una transizione graduale. “Le macchine intelligenti non toglieranno lavoro – dice Iacuzzi – lo trasformeranno. Bisogna formare nuove figure capaci di gestire sistemi digitali, dati, manutenzione predittiva”.

Camion e intelligenza artificiale: logistica predittiva e sicurezza attiva

L’intelligenza artificiale sarà il nuovo motore invisibile della logistica. Le flotte connesse comunicheranno tra loro, prevedendo ritardi, ottimizzando i carichi, evitando incidenti e risparmiando carburante. I centri logistici saranno alimentati da dati in tempo reale, rendendo il trasporto non solo più sicuro, ma anche più efficiente e sostenibile.

1000 Miglia 2025, un momento di relax

Così conclude Iacuzzi: “Senza dati certi si è solo un’altra persona con un’opinione. Per questo, investiamo anche nella produzione delle batterie, per garantire la massima sicurezza nei veicoli elettrici. La tecnologia è solo una parte del viaggio: il resto lo fa la consapevolezza”.

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sabato 21 giugno 2025 - Ultimo aggiornamento: 24-06-2025 11:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA