Le automobili entrano al Parlamento europeo a Strasburgo. O, meglio, il settore produttivo automobilistico dell'Unione europea. Un settore ferito, secondo il centro studi dell'Eurocamera, da una crescita economica debole, dai costi dell'energia, dall'interruzione di catene di approvvigionamento dai rischi geopolitici e dalle politiche industriali di Paesi come la Cina, con ampi interventi governativi, o gli Usa, con l'Inflation Reduction Act. E che ora annuncia tagli posti di lavoro e chiusure di stabilimenti. Bisogna agire, per i deputati europei. Il punto di frattura nell'aula e sul come farlo: da un lato chi pensa sia bene fermare il tragitto verso la neutralita, rivedendo target e date; dall'altro chi sostiene si debba investire massicciamente e aiutare imprese e cittadini a percorrerlo tutto senza retromarce. «L'Ue e il secondo produttore mondiale di autoveicoli, dopo la Cina ma nettamente davanti agli Stati Uniti.
L'industria automobilistica rappresenta oltre il 10% dell'occupazione manifatturiera nell'Ue, e in alcuni Stati membri la quota e molto piu elevata», ha dichiarato in aula il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. E sebbene abbia riconosciuto che la trasformazione «dalla tradizionale catena del valore del motore a combustione interna verso le emissioni zero e la digitalizzazione» ha «un impatto profondo per le case automobilistiche e i fornitori del settore» e che «le vendite di auto nell'Ue sono inferiori al livello pre-Covid, mentre la Cina e diventata il mercato piu grande», Dombrovskis non ha mostrato segni di cedimento sulle date gia stabilite: «Abbiamo definito un quadro chiaro per la transizione verso veicoli a zero emissioni con l'obiettivo del 100% di auto a zero emissioni entro il 2035. L'obiettivo ha creato certezza per i produttori e gli investitori. Ha anche fornito tempo sufficiente per pianificare una transizione equa», ha sottolineato. E ha invece rilanciato: «Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi affinche il percorso di elettrificazione rimanga praticabile e ampiamente accettato». Sulla stessa scia il Pd, l'eurodeputato Giorgio Gori che, appoggiando «la richiesta di anticipare l'assessment previsto per il 2026» sui target, evidenzia che «non si tratta di rallentare, ma di accelerare» e che e necessario che la Commissione vari «con urgenza un Automotive Action Plan che abbracci tutte le componenti dell'ecosistema e ne sostenga l'evoluzione con risorse adeguate».
Un piano e quello che chiede anche il Movimento 5 Stelle con Pasquale Tridico: «Servono una filiera di investimenti pubblici fatta non solo di auto, ma anche di autobus e veicoli pubblici ed elettrici per il trasporto»; «un piano europeo per la mobilita sostenibile e pubblica che incoraggi l'uso delle elettriche» e «una politica industriale europea, un fondo europeo». Sul fronte opposto, la maggioranza di governo italiana, con Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia che criticano, con gradazioni diverse, le misure Ue. «L'anticipo al 2025 della revisione degli obiettivi Ue relativi allo stop ai motori a diesel e benzina nel 2035, e ormai una necessita», ha dichiarato l'eurodeputato di Fdi-Ecr, Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo. «Quello del 2035 e un obiettivo che la Ue si e posta senza guardare in faccia la realta, obbedendo solo a una cieca ideologia green», ha aggiunto. Secondo il capo delegazione della Lega, Paolo Borchia, «e impossibile non arrabbiarsi» perche «L'Europa e in rianimazione» e «c'era una filiera di piccole e medie imprese, messa in ginocchio da una transizione che si pone obiettivi lunari in un'Europa priva di energia e soldi», ha evidenziato. Infine, Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia, ha sottolineato che «dobbiamo rivedere le regole e dobbiamo fare in fretta perche non sussiste solo la 'spada di Damocle' del 2035 sull'immatricolazione dei veicoli elettrici ma anche la tagliola del 2025 - l'anno prossimo - per l'entrata in vigore delle 'penalties' per le industrie che non rispetteranno discutibili e autolesionistici parametri ecologici sulle produzioni delle auto».