Una delle slides dello studio di Aretè

Gli italiani sempre più propensi verso elettriche ed ibride. Per il 70% non sono “noiose da guidare”. Il costo però pesa ancora

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ROMA - Quanto ne sanno realmente gli italiani delle vetture ibride ed elettriche? Quanto conoscono le differenze e i vantaggi dalle diverse soluzioni tecnologiche? Quanto sarebbero disposti a spendere per acquistarne una? A queste domande prova a dare risposta l’ultima instant survey realizzata a gennaio dall’azienda di consulenza strategica Areté dal titolo “Vetture ibride ed elettriche, tu le acquisteresti?”.

Un primo dato interessante che la ricerca certifica è che la nuova ondata di contagi da COVID-19 sta spingendo sempre più italiani a utilizzare l’auto per i propri spostamenti abituali (preferita dal 75% del campione), allontanandoli dai mezzi pubblici, cui si affida solo il 5% della popolazione; stessa percentuale complessiva di quanti utilizzano in città i diversi strumenti di mobilità in sharing (auto - bicicletta - monopattino).

In relazione alla conoscenza delle vetture elettriche ed ibride da parte degli italiani, a prevalere è l’incertezza su quasi tutte le caratteristiche tecniche di questi modelli, oltre 1 italiano su 2 è indeciso o possiede informazioni non corrette in merito. Ad esempio, il 39% ritiene che tutti modelli ibridi (full, mild, plug-in) ed elettrici siano a emissioni zero, il 61% li reputa tutti in grado di percorrere almeno 50 km in modalità elettrica. Più di 1 su 4 pensa che tutte le vetture elettrificate abbiano bisogno della spina per ricaricarsi.

Su due aspetti, però, non si registrano dubbi: il 70% degli italiani non le ritiene “noiose da guidare” e la metà è consapevole che i costi di gestione (carburante e manutenzione) di un’auto elettrificata sono inferiori rispetto a quelli di un’auto con motore termico. Ma allora cosa manca davvero per far si che la svolta elettrica si concretizzi nel nostro Paese?

Stando ai dati dello studio il fattore economico resta ancora un fattore decisivo. Nonostante la crescente disponibilità di modelli e i bonus messi in campo dal Governo, oltre il 60% degli intervistati individua nel costo il principale ostacolo da superare e si dice disponibile ad acquistare queste vetture solo in caso di incentivi più consistenti o di una decisa riduzione del prezzo da parte dei costruttori o di un piano di finanziamento vantaggioso.

La capacità di spesa, particolarmente in questa delicata fase economica, è limitata e così più della metà sarebbe disposto a pagarle solo tra il 10% e il 20% in più rispetto al valore di una vettura con motore termico; un’indicazione, questa, che rende decisamente a portata di acquisto l’ibrido oggi incentivato, meno l’elettrico.

Gli incentivi messi in campo dal Governo non consentiranno quindi una diffusione significativa dell’elettrico sulle nostre strade, anche perché la campagna non sembra aver fatto breccia nella gran parte degli automobilisti: il 28% non ha compreso a quanto ammonta il bonus, il 24% ignora quali vetture vi rientrino, il 21% non saprebbe come accedere ai fondi. Solo il 4% dichiara di avere piena consapevolezza dello strumento.

“Oggi l’auto resta centrale per gli spostamenti degli italiani, complice anche la diffidenza verso i mezzi pubblici di trasporto”, sottolinea Massimo Ghenzer - Presidente di Areté che aggiunge, “L’interesse verso le auto elettrificate resta alto, spinto da motivazioni legate al risparmio economico nella gestione della vettura (indicate dal 72% degli intervistati) e dalla salvaguardia dell’ambiente (25%). Nonostante le campagne informative delle Case automobilistiche, resta molta confusione da parte dei consumatori sulle tecnologie elettriche ed ibride, sulle loro differenze, sul funzionamento. L’elevato costo di questi veicoli, in assenza di più rilevanti incentivi all’acquisto, rischia di frenarne la diffusione”.

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Mercoledì 27 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 29-01-2021 12:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2021-01-28 10:17:38
L'assurdità dell'elettrico. Una campagna globale per convincere le masse che l'elettrico ci salverà; anche l'elettrico, non solo l'elettrico. Considerando che attualmente buona parte di questa energia non proviene da fonti rinnovabili, praticamente per tener pulite le aree metropolitane si andranno ad inquinare altree aree geografiche: significa mettere la polvere sotto il tappeto. E qualcuno ha pensato agli equilibri geopolitici? Si, forse ci affrancheremo dai paesi produttori di petrolio ma ci stiamo mettendo nelle mani del più grande e forse unico 'produttore' di metalli rari, la Cina: dalla padella alla brace.