Auto in attesa di essere vendute

Il mercato italiano dell'auto torna a quota 2 milioni, ma il parco circolante è troppo anziano

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Leggera frenata (–3,2%) a dicembre del mercato italiano dell’auto, ma il cumulato dell’anno resta positivo (+7,9%) e riporta le vendite nella Penisola vicine a quota due milioni, volumi che non si registravano più dal 2010. Si tratta del terzo segno negativo negli ultimi 48 mesi (i precedenti due sono stati maggio 2014 e aprile 2017), ma ci sono stati due giorni lavorativi in meno sia nell’ultimo mese che nell’anno intero. Il risultato generale è molto positivo, ma ci sono stati dei cambiamenti nella struttura delle vendite che possono aver inciso sulla “qualità” (i profitti). Sono infatti cresciute in maniera rilevante le autoimmatricolazioni che hanno raggiunto livelli record sia per i volumi (360 mila unità) sia per la quota (18% delle consegne totali).

Questo fatto si ripercuote chiaramente nella divisione clienti “privati” (le famiglie) e aziende (persone giuridiche). Le immatricolazioni ai privati sono infatti diminuite dell’1,8% (attestandosi ad una quota minima del 56,4%), mentre sono cresciute più della media le vendite del noleggio (+18,2%, di cui 16,5% il lungo termine e 20,9% il rent car); le consegne alle società sono aumentate del 27,5%, raggiungendo le 434.483 unità. È evidente che i privati hanno acquistato come usate gran parte delle oltre 300 mila chilometri zero che in realtà sono vetture nuove e risultano fra le vendite alle aziende. Considerando il tipo di alimentazione c’è una leggera perdita di quota del diesel che in ogni caso resta molto elevata (56,7%) e del benzina (31,6%).

Crescono più della media del mercato le altre tipologie ad eccezione del metano che perde un quarto delle vendite e scende ad una quota dell’1,6%. Il Gpl aumenta del 26,5%, le ibride addirittura del 71% (la quota è arrivata al 3,4%) e le elettriche (+38,6%) le cui consegne totali non hanno però ancora raggiunto le duemila unità. Fra i brand Fiat conferma la leadership seguita da Volkswagen, Ford e Renault. Nella top ten il marchio più in crescita è stato Citroen (+29,2%) seguito da Toyota (+18,4%) e Renault (+13,9%). Le associazioni del settore esternano soddisfazione, ma resta la preoccupazione per il parco circolante che è sempre fra i più grandi e anziani (età media 10,5 anni) d’Europa con conseguenze negative per la sicurezza e, soprattutto, l’inquinamento.

«Il 2017 si è finalmente riallineato al reale potenziale del mercato italiano - ha dichiarato il presidente dell’Unrae Michele Crisci - ma il 2018 eredita il problema della qualità del nostro parco circolante sul quale è necessario che i Decisori locali, subito, e poi il rinnovato esecutivo nazionale agiscano con determinazione». Secondo uno studio dell’Associazione dei costruttori esteri, infatti, nel nostro paese le vetture ante Euro 3 (cioè con oltre 17 anni di vita) sono ancora quasi 10 milioni, il 25,3% del totale, con picchi del 39,1% in Campania e del 38,4% in Calabria (fra le città svetta Napoli con il 41,7%).

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Mercoledì 3 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 04-01-2018 15:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2018-01-04 11:56:08
Credo.....finche' obbligano concessionari ed officine autorizzate ad immatricolareauto,da verndere poi come usato a km 0.......
2018-01-05 11:49:55
Il problema è la politica economica e la pressione fiscale.