Dopo il calo di agosto e settembre, nuova battuta d’arresto per le vendite sul mercato auto italiano. Il mese scorso, stando ai dati comunicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono state immatricolate 126.488 autovetture, con una variazione di -9,05% rispetto a ottobre 2023, quando ne erano state immatricolate 139.078 (a settembre erano state immatricolate 121.666 autovetture, con una variazione di -10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Nei primi dieci mesi dell’anno sono state immatricolate 1,328 milioni di vetture (per la precisione 1.328.663), in rialzo dello 0,96% rispetto alle 1,316 milioni del periodo gennaio-ottobre 2023.
Prosegue il calo delle vendite di Stellantis in Italia, pur se a un ritmo leggermente inferiore. Il mese scorso il gruppo ha visto scendere le immatricolazioni, facendo peggio rispetto al resto del mercato, che ha registrato un ribasso del 9,05%. A ottobre Stellantis ha messo a segno 31.924 registrazioni, in discesa del 27,8% rispetto alle 44.212 unità dello stesso mese del 2023. A settembre erano diminuite del 33,9%. Il mese scorso il gruppo aveva una quota del 25,2% del mercato italiano, contro il 31,7% di ottobre 2023. Nei primi dieci mesi dell’anno, Stellantis ha immatricolato 397.232 vetture, in calo dell’8% rispetto alle 431.876 dello stesso periodo del 2023. Nei dieci mesi, la quota di mercato è del 29,9% (da 32,8%). Questi i dati sulle immatricolazioni auto elaborati da Stellantis su fonte Dataforce.
Nuova caduta del mercato italiano dell'auto. Grazie alla modesta crescita accumulata nella prima parte dell'anno, il 2024 dovrebbe chiudere con un livello di immatricolazioni dell'ordine di 1.600.000 unità. Un livello comunque infimo se si considera che all'inizio del secolo e per l'esattezza nel 2001 in Italia vennero immatricolate 2.418.226 e su questo livello il mercato si mantenne poi fino al 2007 quando le immatricolazioni furono 2.494.115. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. Con il fallimento di Lehman Brothers e la crisi economica globale che ne seguì le immatricolazioni in Italia arrivarono a toccare un minimo di 1.304.842 nel 2013 per tornare a sfiorare i 2.000.000 nel 2016 e attestarsi a 1.917.106 nel 2019, anno che ha preceduto la pandemia. Il volume di immatricolazioni del 2024 si collocherà poi al di sotto del livello ante-crisi del -16,5%. E non conforta il fatto che la situazione non è molto diversa da quella degli altri paesi dell'Unione Europea. Secondo l'inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor il 69% dei concessionari lamenta in ottobre una insoddisfacente raccolta di ordini, il 48% segnala un alto livello di giacenze di auto nuove invendute. E ancora, il 65% segnala un basso livello di visitatori nelle show room, mentre il 61% si attende vendite in calo nei prossimi tre mesi. Diventa sempre più critico l'atteggiamento dei concessionari nei confronti dell'auto elettrica. Sempre dalla rilevazione del Csp emerge che tra le soluzioni ecologiche nel 2020 i concessionari ponevano al primo posto l'auto elettrica. Oggi l'auto elettrica è scivolata al 7% delle indicazioni contro il 45% delle ibride (Hev), il 29% delle ibride plug-in (Phev) e il 19% dell'idrogeno. «Appare sempre più urgente - afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - che l'Unione Europea rompa gli indugi nel rivedere le sue posizioni sulla transizione energetica dell'auto. Essere prima della classe nel mondo su questo terreno sta già generando forti perdite al settore europeo dell'auto e all'economia dell'Unione. Proseguendo su questa strada la catastrofe è dietro l'angolo e le notizie da bollettino di guerra che giungono dall'Unione lo dimostrano».