Il designer Umberto Palermo con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

Mole Urbana: creatività e industria per la mobilità del futuro. Il Ministro Urso all’avvio della filiera produttiva marchigiana

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Una piccola rivoluzione su quattro ruote è partita oggi dal cuore delle Marche. Si chiama Mole Urbana ed è l’auto elettrica compatta ideata dal designer Umberto Palermo, presentata ufficialmente nel corso della tavola rotonda “La creatività come base del cambiamento”, organizzata a Fabriano con la partecipazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’evento ha segnato l’avvio concreto della filiera produttiva marchigiana, affiancando all’annuncio l’immagine viva delle fabbriche già operative.

«Non è solo un’auto, è un progetto industriale, culturale e umano. È un atto d’amore verso il Paese», ha detto Palermo, raccontando con passione e una punta di emozione le origini della sua impresa. Dopo 32 anni nel mondo del design, tra supercar e milioni di elettrodomestici disegnati per grandi brand internazionali, Palermo ha deciso di scommettere su una visione radicale: realizzare una kei car urbana elettrica, accessibile, sicura e quasi interamente prodotta in Italia.

Il termine kei car (abbreviazione di keijidōsha) si riferisce a una categoria di vetture leggere e compatte, molto diffuse in Giappone, ideate per muoversi agilmente negli spazi urbani, con costi ridotti e consumi minimi. Mole Urbana raccoglie questo spirito, adattandolo alla realtà italiana: un mezzo semplice, funzionale, progettato per spostare due persone e qualche bagaglio nelle nostre città, con una velocità limitata e un’impronta ambientale contenuta.

«La creatività non è disegnare linee. È intercettare bisogni, dare risposte, creare posti di lavoro. Sapevo che non potevo competere con le grandi case automobilistiche in termini di budget, ma potevo offrire una prospettiva diversa, più sostenibile. Per questo ho scelto di lavorare con profilati d’alluminio e tecnologie industriali alternative. È nato così un cubo. Non per provocazione, ma per funzionalità. Non avevo i soldi per fare stampi in lamiera: ho usato la testa e l’esperienza», ha spiegato Palermo.

Quel “cubo” oggi è diventato una gamma di veicoli: la versione Sport GT due posti, la cabrio “romantica” e, in anteprima, una quattro posti pensata per le famiglie. Il tutto a un prezzo di partenza di 11.500 euro (esclusi incentivi), con un design minimale ma innovativo, soluzioni di assemblaggio leggere e resistenti, e un livello di sicurezza che, in alcune prove, ha superato quello delle auto tradizionali. «Abbiamo dimostrato che anche una kei car può offrire protezione: in caso di ribaltamento, Mole Urbana supera gli standard di riferimento europei e americani».

Il progetto è nato senza fondi pubblici, sostenuto inizialmente dai risparmi di famiglia e poi potenziato grazie all’ingresso di CDP Venture Capital e di un gruppo di imprenditori marchigiani. Oggi lo stabilimento di Orbassano (TO) è attivo e produce con energie rinnovabili in una ex fabbrica bonificata dall’amianto. Fabriano è pronta a ospitare il secondo impianto: «Siamo partiti con una NanoFactory. Vogliamo dimostrare che si può fare industria anche su scala contenuta, rispettando l’ambiente, integrando le comunità locali. E Fabriano, per tradizione e competenze, è il luogo ideale per replicare questo modello».

Palermo ha parlato anche del forte legame con il territorio: «Da vent’anni frequento le Marche, qui ho amici, fornitori e ora anche colleghi. Quando ho pensato a come produrre Mole Urbana, ho trovato artigiani in grado di termoformare plastiche, costruire telai in tubolare, lavorare metalli come un tempo. È stato naturale includere Fabriano nel nostro disegno industriale. Qui non si tratta solo di costruire auto, ma di costruire una rete, una cultura, una missione produttiva».

A sostenere il progetto anche il ministro Adolfo Urso, che ha definito Mole Urbana «un modello esemplare del sistema Italia: diffuso, innovativo, resiliente. In un momento in cui in Europa si chiudono stabilimenti e si licenziano decine di migliaia di operai, qui si apre un futuro». Urso ha ribadito la necessità di «rivedere radicalmente il Green Deal europeo, nato in un’altra epoca», chiedendo una «neutralità tecnologica» che non escluda biocarburanti, idrogeno o nucleare accanto all’elettrico.

A margine dell’evento, è stata inaugurata una mostra all’aperto che racconta l’evoluzione dell’automobile: dalla carrozza ottocentesca alla Panda degli anni ’80, fino alla Smart e alla nuova Mole Urbana. Un simbolo di creatività, ma anche di concretezza.

«Ci prendevano in giro: dicevano che il nostro cubo non avrebbe retto, che non era possibile fare un’auto fuori dagli schemi. Ma oggi siamo qui. Non abbiamo bisogno di gigafactory per fare innovazione. Ci bastano idee, coraggio e rispetto per chi lavora», ha concluso Palermo. «Se gli italiani sapranno riconoscere il valore di questo progetto, potremo trasformare una piccola impresa in una grande realtà. La bandiera che sventoliamo è italiana al 99%. L’obiettivo è arrivare al 100%».

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mercoledì 21 maggio 2025 - Ultimo aggiornamento: 12:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA