Unrae: crisi auto drammatica, politica è indifferente. Anfia, da istituzioni segnali di ostilità e discriminazione

Unrae: crisi auto drammatica, politica è indifferente. Anfia, da istituzioni segnali di ostilità e discriminazione

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ROMA - «Il dato delle immatricolazioni di maggio, la maggior parte consegne di ordini sottoscritti prima dell’inizio dell’emergenza da Covid-19, conferma la gravità della crisi senza precedenti che sta attraversando il settore auto». Così Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, commenta i dati del mercato italiano. «Nonostante la riapertura a inizio maggio dopo due mesi di chiusura completa - aggiunge Crisci - il sistema della distribuzione auto resta attanagliato da una grave crisi di liquidità, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli fermi nei piazzali e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità ancora impigliate nella burocrazia e bloccate all’interno del sistema bancario. D’altra parte, la mera riapertura dei concessionari non basta a far ripartire la domanda, con famiglie e imprese prostrate dal crollo dell’attività economica e con un futuro quanto mai incerto e fosco. Testimonianza ne sono i dati raccolti a fine maggio che parlano di un calo degli ordinativi di circa il 60% rispetto a maggio dello scorso anno.

Nell’assoluta, incomprensibile sordità e indifferenza della classe politica è sempre più grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto, che si accompagnerebbe drammaticamente alla scomparsa di decine di migliaia di posti di lavoro» Crisci ribadisce «l’urgente necessità di immediati e concreti provvedimenti che siano di efficace sostegno al settore auto».«I dati di maggio non fanno che confermare che il settore automotive sta facendo fatica a risollevarsi dopo due mesi di quasi azzeramento del mercato. Alla riapertura, il 4 maggio, la rete dei concessionari si è trovata a dover fare i conti con le difficoltà economiche di famiglie e imprese, in un clima di forte incertezza e di scarsa propensione all’acquisto di beni durevoli, senza contare che il mese appena concluso ha ancora visto, nella prima parte, restrizioni alla mobilità delle persone».

Lo dice Paolo Scudieri, presidente di Anfia. «Quel che è peggio è che le istituzioni, a tutti i livelli - osserva - non sembrano voler riservare un posto al nostro comparto nel futuro del Paese. Oltre alla mancanza di un piano di rilancio della filiera che invece altri mercati europei, come la Francia, hanno già messo in campo per riportare la domanda e la produzione su livelli regolari nel breve termine, ma anche per accompagnare la transizione verso l’elettrificazione nel medio-lungo periodo, si avvertono espliciti segnali di ostilità e discriminazione. Non è passato inosservato l’atteggiamento del Comune di Milano nella delibera di Giunta che traccia le linee di indirizzo per la rigenerazione urbana degli spazi nei quartieri della città secondo un modello di partnership pubblico-privato. Nell’esporre le regole per la concessione delle sponsorizzazioni si specifica il divieto di pubblicità diretta o collegata a brand automobilistici non coerenti con le policy di sostenibilità ambientale promosse dal Comune, così come alla produzione o distribuzione del tabacco, super alcolici, materiale pornografico, a sfondo sessuale, inerente armi. Un accostamento inaccettabile, che colloca l’automotive sullo stesso piano di comparti problematici da un punto di vista etico». 

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Lunedì 1 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 05-06-2020 11:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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